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Di fronte alla commissione servizi sociali, presieduta da Lucia Centillo, e all’assessore Elide Tisi, Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino ha in mattinata riferito sul tema delle nuove povertà e della vulnerabilità sociale di un numero crescente di categorie. Uno scenario, quello delle nuove povertà, che consiglieri e tecnici dei servizi sociali conoscono, ma che si evolve continuamente e rapidamente includendo categorie di cittadini “insospettabili” fino a ieri. Si è più che triplicata, dal 2008, la quantità di persone che chiedono aiuto alla Caritas, ma il balzo più forte è avvenuto dal 2010 ad oggi con un incremento del 100%. La fascia dei richiedenti aiuto è molto più giovane che in passato e parte dai venticinquenni. Anche le categorie sociali sono nuove: sono soggetti spesso laureati, giornalisti, artigiani, commercianti, ex dipendenti pubblici, “esodati”. L’aumento delle richieste ha specificato Dovis non è dovuto solo all’aumento della povertà ma all’aumento delle barriere per accedere ad altri servizi pubblici o privati, che pur essendo benemeriti, tentano con maggiori filtri che in passato di arginare la mole delle richieste di aiuto. Forte aumento dei senza fissa dimora di nuova estrazione: persone con alle spalle una vita normale che hanno perso il lavoro e con esso la casa.
Tra essi sono numerosi i padri separati, e i lavoratori che hanno usufruito di ammortizzatori sociali, compresi i circuiti di formazione professionale e riqualificazione che, ha detto Dovis, molti giudicano “parcheggi” senza veri sbocchi lavorativi. A questo proposito Dovis ravvede una mancanza di autoimprenditorialità da parte dei molti che chiedono lavoro.
Il dato della crescente richiesta di cibo è uno di quelli che colpiscono maggiormente: sono ormai 45.000 le famiglie dell’area metropolitana che sono sostenute dal Banco alimentare.
Si aggrava anche la situazione degli sfratti: sono sempre più numerose la morosità incolpevoli ed a gennaio, a Torino, potrebbero arrivare 1500 sfratti di famiglie nelle case di edilizia residenziale pubblica.
Preoccupazione anche per le molte famiglie che hanno un mutuo prima casa congelato, per l’impossibilità di sostenere le scadenze di pagamento, e che temono di dover pagare comunque l’ Imu con aliquota piena.
Dovis lancia l’allarme anche in relazione ad alcune classiche categorie di persone in difficoltà: sarebbero sempre di meno i minori inseriti in comunità alloggio “a volte anche quando vivono in casa situazioni di maltrattamento o violenza”, mentre gli anziani non vengono inseriti in case di riposo, pubbliche, accreditate o private, dove ormai abbondano i posti letto vuoti, per mancanza di risorse finanziarie degli enti pubblici e delle famiglie.
Tra le categorie professionali più vulnerabili gli operatori sociali: sono numerosi quelli che hanno perso il lavoro o rischiano di perderlo. La crisi scava nel tessuto sociale in profondità e colpisce ormai proprio quelle categorie che dovrebbero proteggere i cittadini più colpiti dalla crisi assimilandoli d essi.
Centillo ha ripreso alcuni dei temi toccati da Dovis programmando per i prossimi giorni un incontro della commissione sull’emergenza freddo e sull’Imu, Tisi nel suo intervento ha sottolineato la necessità di raccordare gli interventi del Welfare pubblico e privato per moltiplicarne l’efficacia.
Hanno inoltre preso la parola i consiglieri Bertola, Genisio e Viale.
A conclusione dell’incontro Tisi, prendendo spunto da una sollecitazione fatta pervenire dal consigliere Marrone, ha chiarito che le notizie di stampa sulla sospensione dell’assistenza domiciliare agli anziani (sono 10.000 circa gli assistiti), in realtà non riguardano né gli assegni di cura, né le varie tipologie di affidi, regolarmente erogati. Solo una quota pari a non più del 10% dei buoni di servizio, che assorbono circa 17 milioni di euro (tra spesa sanitaria e spesa sociale a carico del Comune), ha detto, registrano un arretrato di pagamento che ha mobilitato le denunce delle agenzie convenzionate che gestiscono il personale per l’assistenza domiciliare. “Per metà di questa cifra il Comune entro poche settimane potrà provvedere, mentre per la parte sanitaria stiamo sollecitando con urgenza incontri con i vertici della sanità regionale”.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)