Sala Rossa gremita per l’ultimo saluto a Maria Magnani Noya, avvocato, deputato, parlamentare europea, prima donna a rivestire l’incarico di sindaco di Torino fra il 1987 e il 1990, deceduta all’età di 80 anni. Proprio il 24 ottobre scorso, era stata festeggiata in Sala Rossa da molte di quelle persone – amministratori pubblici, amici, volti noti e meno noti – che si sono ritrovate stamattina per il commiato ufficiale.
La cerimonia è stata aperta dal presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris: “Ricordiamo oggi una persona a cui vogliamo dimostrare affetto e riconoscenza ricordandola proprio nella stessa sala dove poche settimane or sono abbiamo festeggiato, fra grandi sorrisi, i suoi 80 anni. Magnani Noya - ha concluso Ferraris - primo sindaco donna di Torino, è stata un grande esempio per la nostra città”.
Il ricordo è continuato attraverso le testimonianze di chi ha conosciuto e lavorato con Maria Magnani Noya. “La mia amica di quasi cinquant’anni di vita”, sottolinea la collega dello studio legale Maria Ciani che ne ha messo in rilievo cuore, educazione squisita e gentilezza d’animo. “Lei amava la vita, la gente, comunicare con gli altri - ha ricordato ancora Ciani - ed aveva una passione forte per la sua professione che solo nel periodo in cui fu sindaco, divenne secondaria per l’amore che nutriva per la sua città”. Mariangela Viglino, amica di sempre, ha voluto invece confermare “l’impegno comune per difendere i diritti delle donne. Per questo organizzeremo presto un evento intitolato a suo nome”.
Marziano Marzano, intervenendo anche a nome dell’associazione ex Consiglieri comunali, ha rievocato “le belle battaglie condotte insieme a Maria Magnani Noya”, sottolineandone l’impegno civile, soprattutto nel campo dei diritti delle donne “Ha saputo essere laica e socialista, così come ha saputo essere sindaco e continuare con passione e competenza la sua attività di avvocato”, ha concluso Marzano
Daniele Cantore, segretario torinese del Partito socialista negli anni in cui Magnani Noya fu sindaco, ne ha ricordato le battaglie politiche: “E’ stata una grande socialista, riformista, craxiana. Nel periodo in cui cominciava una nuova era, lei seppe esserne uno degli interpreti migliori ma sempre con l’orgoglio di essere prima di tutto torinese, attenta alle esigenze della sua città prima ancora di quelle del suo partito. Pochi ricordano - ha concluso Cantore - che alcune grandi opere della nostra città, portate a termine da altri sindaci, sono state iniziate da lei. Tra queste lo stadio Delle Alpi, il passante ferroviario e il Palazzo di Giustizia”.
Le ultime parole risuonate in aula sono state quelle del sindaco Piero Fassino, partito dal ricordo delle qualità umane della scomparsa: “Non si poteva non volerle bele, non stabilire con lei una relazione umana forte: colpivano soprattutto la sua schiettezza e la determinazione nel seguire i propri princìpi” ha aggiunto il primo cittadino, sottolineando a questo proposito quanto Magnani Noya “sia stata militante e dirigente orgogliosa del Partito socialista, anche nei momenti difficili, certa che quei valori non si sarebbero dispersi”. Una vita vissuta all’insegna della passione politica e della convinzione “che la necessaria modernizzazione del Paese passasse in primo luogo attraverso la modernizzazione dei diritti: di qui la sua partecipazione da protagonista nazionale alle battagli per il divorzio e l’aborto” ha poi evidenziato il primo cittadino, ricordando anche la forte coerenza politica e umana di colei che non si sottrasse alla responsabilità deontologica di svolgere la funzione di avvocato d’ufficio in un processo contro le Brigate Rosse. Tutte qualità dimostrate anche come deputata a Strasburgo, da convinta europeista, ha ricordato Fassino, aggiungendo: “I tre anni in cui Maria Magnani Noya è stata sindaco di questa città sono stati anni in cui è stata avviata la transizione verso importanti scelte che hanno reso la Torino di oggi una città molto diversa da quella di allora”. E Fassino ha concluso: “Donna generosa e di radicate convinzioni, ha speso bene la sua vita, mettendola a disposizione delle comunità di cui si sentiva parte: il suo partito, la sua città, il suo Paese : ricorderemo sempre il suo sorriso, che sapeva non riservare soltanto agli amici”.
Il feretro di Maria Magnani Noya ha poi lasciato Palazzo Civico tra gli applausi e la commozione dei presenti.
C.R. -M.L. Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 12 Dicembre 2011