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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2011


SALA ROSSA: L’INTERVENTO DEI CONSIGLIERI SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI

Dopo l’intervento del sindaco Piero Fassino, hanno preso la parola i consiglieri.

Stefano Lo Russo (PD): I servizi pubblici locali sono essenziali per lo sviluppo di un territorio, non costituiscono solo processi produttivi e industriali ma sono anche azioni di tutela ambientale e della salute pubblica.
La causa delle inefficienze nella gestione pubblica delle aziende risiede nel non avere concluso la transizione da Stato imprenditore a Stato regolatore, nel quale il ruolo pubblico resta cruciale per regolazione, controllo, fissazione tariffe e standard qualitativi.
Esiste un mercato europeo dei servizi nel quale occorre restare non senza mettere in discussione l’iperliberismo che ha portato a un’abnorme peso della finanza sull’economia a scapito delle esigenze della produzione e delle persone. Il nostro modello di riferimento è l’economia sociale di mercato, contro un mercato drogato fuori da ogni regola etica. Equità e sobrietà sono le parole d’ordine.
L’Italia non è stata preparata alla liberalizzazione, le aziende sono troppo piccole, la scelta dell’ex ministro Tremonti di fissare una data perentoria per le liberalizzazioni costringe le amministrazioni a giocare in difesa.
Siamo per la concorrenza, ma che sia competizione vera. L’apertura al mercato va accompagnata indirizzando le scelte e verificando i risultati. La delibera in discussione arriva in aula dopo ampio confronto. Rigore, equità, efficienza, razionalizzazione, partecipazione e trasparenza sono elementi fondamentali. I nostri veri azionisti sono i cittadini, che giudicheranno le nostre scelte in base alla qualità dei servizi che riceveranno.

Gabriele Moretti (Moderati): Ci sentiamo gratificati a partecipare alla discussione di questa importante delibera sul riordino delle partecipate. Questa deve diventare un’occasione per trasformare una crisi in un’opportunità.
La cessione a privati di alcune aziende partecipate è importante, così come arrivare a una sintesi nella maggioranza nel rispetto dei cittadini.
Oggi è l’inizio di un percorso importante e mi piacerebbe che si pensasse al cittadino come cliente e con l’obiettivo di valorizzare e di efficienza diventa fondamentale, se ci vediamo nel ruolo di azionisti.
Ma altrettanto importante è l’efficacia, che può essere garantita da un socio industriale, che ci permetterebbe di “fare” i clienti, pretendendo sempre il miglior servizio, senza spendere energie nella gestione.

Roberto Carbonero (Lega Nord – Bossi): Noi, e l’abbiamo detto nelle commissioni, ci siamo sempre dichiarati favorevoli alla privatizzazione, ma ciò deve essere fatto con efficacia e deve diventare valore aggiunto.
Siamo però preoccupati che la costruzione della holding sia un obiettivo politico di questa maggioranza. Questo è ciò che vogliamo evitare, che si arrivi a un obiettivo preciso e delineato.

Giuseppe Sbriglio (Italia dei Valori): Oggi parliamo di un atto complesso e sofferto. La mozione di accompagnamento, condivisa con la maggioranza, dovrà essere rispettata.
Pur con la cessione delle quote ai privati, dovrà esserci il controllo pubblico, la garanzia occupazionale e trasparenza nelle nomine aziendali.
Infine, deve esserci una valorizzazione delle aziende e non una loro svendita. Anche se la nomina dei manager spetta al sindaco, chiediamo di sapere prima chi saranno.

Andrea Tronzano (Pdl): Il PdL sin dall’inizio ha cercato di comportarsi in modo sobrio e responsabile verso la Città e verso il bilancio comunale. Il risultato referendario non viene tradito sulla base della sentenza della Corte Costituzionale che sin da subito ha chiarito che, in caso di successo del referendum, sarebbe ritornata in vigore la normativa europea ben più restrittiva. Torino ha scelto questa strada della vendita del 40% delle sue municipalizzate, il capitalismo municipale si rinforza anche tramite la concorrenza. Non ci spaventa l’entrata di un partner straniero se noi siamo forti anche nel management.
Abbiamo chiesto all’assessore Passoni di spiegare quali saranno le voci di riduzioni del debito. Se non si sanno questi dati, non si può votare serenamente una delibera così importante per la Città.
Vorremmo la possibilità di una governance plurale e il rispetto della concorrenza.

Maurizio Marrone (Pdl): Come già espresso dal mio capogruppo Tronzano, l’impronta liberale viene snaturata.
Voglio sottolineare che non si parla di un’apertura ai privati. Un emendamento mira ad un patto di prelazione per le fondazioni bancarie e non coinvolge gli imprenditori privati per almeno i primi 60 giorni in cui non è previsto un bando pubblico ma solo l’offerta alle fondazioni bancarie.
La maggioranza è arroccata sulla scelta di un amministratore unico, che di fatto vuol dire escludere tutta la Città dalle decisioni, consentendole solo alla Giunta.
Inoltre, il debito non viene cancellato ma solamente portato fuori dai confini cittadini, ingrandendolo attraverso un prestito ponte vincolato alle vendite delle quote delle partecipate.

Silvio Viale (PD): Dobbiamo dare prospettive di maggiore efficienza alle nostre aziende. Le aziende pubbliche italiane sono diventate tra le meno efficienti in Europa. Le privatizzazioni devono migliorare la qualità dei servizi, non serve discutere su organigrammi e cda come vuol fare l’opposizione. Il dibattito deve svolgersi sul merito di questa operazione, che rappresenta una svolta importante per la nostra città. E non ho visto un’opposizione di massa a questo provvedimento.

Michele Curto (SEL): Stiamo avviando un processo di enorme importanza in un quadro nazionale difficile e in un contesto locale di riduzione degli spazi di democrazia. Tale è la situazione di molte centinaia di comuni italiani a rischio di intervento per non aver potuto rispettare il patto di stabilità. Rischiamo di dover affrontare una crisi economica pubblica e privata senza risorse da impegnare in interventi anticiclici. Per questo abbiamo condiviso gli intenti di questa delibera che in altri momenti non avremmo votato, essendoci chiara l’indicazione pervenuta dai referendum, che ora noi arriviamo a torcere. Questa delibera ha comunque inaugurato una prassi di discussione nella maggioranza che va rivendicata. Con la discussione della mozione di accompagnamento centrata su equità e trasparenza, non potremo non dirci che andrà ripensato il modo di scegliere il management delle aziende pubbliche: le valutazioni degli advisors ci hanno infatti delusi in ordine al valore delle aziende ma anche dei loro vertici. La prossima discussione del “regolamento nomine” sarà un’occasione per farlo.

Alberto Musy (Udc e Alleanza per la città verso il Terzo polo): A fronte della dissonanza delle narrative sentite in quest’aula, in cui abbiamo sentito parlare di capitalismi diversi e diversamente aggettivati, come Terzo polo vogliamo mettere l’accento sulla pratica dei principi: e di tre fondamentali principi.
Prima di tutto non si confonda il controllo societario con il controllo amministrativo. Per questo insistiamo sull’importanza dei criteri delle nomine e del codice etico della holding.
Insistiamo anche sull’importanza del principio di merito, competenza e trasparenza, indispensabile per arrivare ad aziende più responsabilizzate.
In ultimo si ricordi che questa operazione tocca il cuore dei servizi pubblici locali e la Città ha il dovere ultimo di controllare che siano garantiti i livelli standard dei servizi che saranno erogati. E’ questo il compito migliore che la buona politica si può assegnare.

Enzo Liardo (Pdl): Se nella minoranza sono state fatte determinate scelte, è stato per evitare di trovarci di nuovo in situazioni come quelle dello CSEA.
La presenza della minoranza nel consiglio di amministrazione può garantire un controllo sulla direzione.

Vittorio Bertola (Mov. 5 Stelle): Siamo contrari a questa operazione, che altro non è se non una privatizzazione, perché i servizi saranno a maggioranza pubblica ma gestiti dai privati.
Non è vero che il privato funzioni meglio, il denaro che il Comune incasserà da questa operazione ripianerà al massimo il 5% del debito. C’è stato un referendum a giugno, sostenuto da forze politiche che oggi vediamo appoggiare le privatizzazioni! Da 20 anni la politica sostiene trasversalmente la supremazia del privato, taglia servizi e vende patrimonio ma senza riuscire a ripianare i debiti. Occorre mettere in discussione l’economia e la finanza, l’intero sistema. E la Città ha un peso politico che potrebbe spendere in questo senso.

Marco Grimaldi (SEL): Dispiace essere così distanti sulla premessa politica, se non ci fosse stato il maxi emendamento di agosto, non avremo votato questa delibera. Tuttavia non possiamo permetterci di fare disobbedienza civile a rischio di far commissariale il Comune. Chiediamo a questo punto un atto di “obbedienza civile”, nello spirito dei referendum di giugno: facciamo partire subito una discussione su come garantire la proprietà e la gestione pubblica di Smat.

Chiara Appendino (Movimento 5 stelle): Vorrei solo sottolineare che ho sgradito molto non aver avuto la bozza del Regolamento, che era stata chiesta da forze di maggioranza e di opposizione. Sono delusa da questo, e si è svilito il lavoro delle commissioni.

In conclusione di dibattito, la replica del vice sindaco Tom Dealessandri che ha rimarcato come la scelta proposta al Consiglio comunale intenda rispondere sì alle esigenze di debito e risorse, ma anche alla volontà di riorganizzare le nostre aziende.
“Oggi, ha sostenuto, non possiamo permetterci di aggiungere investimento a investimento a debito. Il nostro Paese per troppo tempo non ha saputo cosa fare con le aziende pubbliche contribuendo, in questo modo, ad accrescere il divario tra noi e l’Europa, dove ci sono società competitive sui mercati di paesi in via di sviluppo. Quella che ci apprestiamo a fare non è un progetto di privatizzazione pura.
La gente si aspetta servizi sempre più efficienti e durevoli nel tempo e questa è la nostra sfida”.

Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 21 Novembre 2011


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