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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2011


DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: SOLUZIONI ALLO STUDIO

Questa mattina si è svolto al Politecnico un incontro, promosso dal vicesindaco Tom Dealessandri, per discutere sul tema del lavoro dei giovani torinesi. Punto di partenza, una ricerca redatta dall’Osservatorio sulla formazione e il lavoro della Città di Torino. Hanno partecipato, oltre il vicesindaco, gli assessori al lavoro della Regione e della Provincia Claudia Porchietto e Carlo Chiama, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria dell’industria, del commercio, dell’artigianato, dell’edilizia e della cooperazione.

Il rapporto, redatto dai ricercatori Silvia Pilutti e Roberto Di Monaco, si divide in due parti: la prima "I giovani a Torino: come si investe nelle professioni?" condotto nel quinquennio che va dal 2005 al 2009 - si focalizza sui grandi cambiamenti che hanno riguardato il lavoro nella città -; la seconda "Dove trovano lavoro i giovani torinesi" – illustra una serie di attività lavorative e di luoghi di lavoro in cui sono stati avviati nel 2009 i giovani torinesi. I dati sono raffrontati a quelli del 2005 e del 2007.

A Torino nel 2009 sono stati avviati con contratto di lavoro dipendente 56.617 giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni. Su 100 giovani assunti solo 12 hanno iniziato con un contratto a tempo pieno e indeterminato.

Le tendenze più significative che emergono dal rapporto in merito all’offerta di lavoro, riguardano la crescita dei livelli d’istruzione, l’aumento della presenza degli immigrati (per 1000 residenti 172,6 contro 85,7 italiani), l’incremento della concorrenza con gli adulti disoccupati. Resta purtroppo esteso il basso livello di istruzione: il 27% si ferma alla scuola dell’obbligo e solo il 14% arriva alla laurea.

Per quanto riguarda la domanda di lavoro da parte delle imprese cresce la domanda di figure professionali qualificate, ma sono favoriti gli adulti (63,8%) rispetto ai giovani (36,2%). Si registrano cambiamenti delle forme contrattuali, caratterizzate da un aumento della flessibilità. Accanto alla contrazione dei contratti a tempo indeterminato, in calo del 3,8% rispetto al 2005, sono in crescita le altre forme di impiego (1/3 degli avviamenti complessivi): contratti occasionali, apprendistato, tirocinio, lavoro a termine per sostituzione, lavoro intermittente. Le forme di lavoro temporanee aumentano tra coloro che hanno un’alta specializzazione e i tecnici, rispetto a quanti hanno un basso livello di istruzione.
Il tasso di disoccupazione in città (32,5%) è il più alto rispetto alla provincia di Torino (31,1%) e quello italiano (25.4%). Le occasioni di lavoro stabile sono più frequenti nelle aree più deboli della città (Circoscrizioni IV e V).

La mappa che emerge sui “luoghi” di lavoro dei giovani torinesi ne privilegia alcune tipologie: alberghi, ristoranti, bar; negozi e supermercati. Tra i diversi ambiti di lavoro ci sono poi delle “forti differenze di stabilità”.

Incrociando i dati della domanda e dell’offerta di occupazione oltre all’elevato tasso di disoccupazione, emerge una fotografia in chiaroscuro. C’è una distanza “qualitativa” tra le competenze richieste dalle imprese e quelle proposte dalla scuola e dalle istituzioni formative; stessa situazione si registra tra i vari tipi di contratto e “le traiettorie delle competenze professionali”.

“In questi anni – ha spiegato Tom Dealessandri – abbiamo creduto ingenuamente che di fronte al saldo demografico negativo, i giovani, pur in una situazione di congiuntura negativa, avrebbero trovato una loro collocazione. Così non è avvenuto. Ora dobbiamo impegnarci per evitare la disoccupazione giovanile di lunga data e dare alle nuove generazioni quel diritto di cittadinanza di cui non riescono a godere”. Il vicesindaco ha proposto di impegnarsi nell’immediato su alcuni obiettivi. Occorre che parti sociali e istituzioni studino le criticità poiché Torino registra, purtroppo, la più alta percentuale di disoccupati tra i giovani. Un percorso potrebbe essere l’osservazione delle esperienze positive degli altri ambiti territoriali che hanno saputo trovare soluzioni virtuose.(ma.co.)

Torino, 3 Febbraio 2011


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