Vai ai contenuti

Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2011


LINEE PROGRAMMATICHE: IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Dibattito, questo pomeriggio, in Consiglio comunale a Palazzo civico, sulle linee programmatiche della nuova amministrazione, illustrate lunedì scorso dal sindaco Piero Fassino.

Andrea Tronzano (Popolo della Libertà): Forte con i forti a favore del bene comune; ascoltare le istanze dell’opposizione, che rappresenta il 30 per cento dei cittadini torinesi. Con questi presupposti siamo disponibili ad assumerci le nostre responsabilità.
Noi vogliamo dare una casa a chi non può fare un mutuo ed è troppo “ricco” per la casa popolare. E occorrono più Social housing.
Crediamo si possano abbassare la Tarsu e le rette delle mense scolastiche. E pensiamo si debbano diminuire i vecchi regolamenti comunisti. Siamo, infine, certi si debba rilanciare l’edilizia come volano di occupazione.

Enzo Liardo (Pdl): Le linee programmatiche si richiamano alle giunte Castellani e Chiamparino.
Da cittadino ho visto realizzare un sottopasso in corso Spezia che finisce in un parcheggio, un altro a Porta Palazzo a una corsia, la metropolitana che taglia fuori la parte più importante e commerciale della città. Ho visto rovinare piazzale Valdo Fusi togliendo gli alberi che c’erano.
La città è insicura, i bilanci sono in rosso, servizi sociali senza risorse e piazza Castello che ha una pavimentazione rovinata. La chiusura della Spina3 ha portato alla chiusura della Savigliano. Vedo, ancora, il comitato Parco Dora, in appannaggio della sola maggioranza.
Le domeniche ecologiche non sono servite e l’inquinamento elettromagnetico della zona Barca non è stato risolto.

Gabriele Moretti (Moderati): Abbiamo deciso di non presentare emendamenti al programma in quanto rappresenta una serie di linee guida molto ampie, che già durante la campagna elettorale avevamo condiviso. Tre punti sono per noi particolarmente importanti: il lavoro per i giovani, la green economy, la riorganizzazione della macchina comunale.
Occorre creare lavoro vero, cioè utile, regolare, sostenibile e competitivo. Bisogna difendere i lavoratori di questa città.
Sulla green economy dobbiamo pensare in grande, è fondamentale per lo sviluppo, in Germania un’intera città di 400mila abitanti, Gelsenkirchen, si è riconvertita con successo dal carbone al sole.
La riorganizzazione della macchina comunale deve ruotare intorno all’incremento dei servizi ai cittadini, attraverso la valorizzazione dei dipendenti comunali. Innovare vuol dire avere il coraggio di rischiare, saremo sempre impegnati a sostenere questa amministrazione, quando si tratterà di fare scelte diverse, anche scomode, per cambiare le cose.

Giulio Cesare Rattazzi (Pd): La relazione apre positivamente ai confronti, a interlocuzioni ed a approfondimenti, soprattutto tra gli organismi esecutivi e le assemblee elettive.
Si apriranno ulteriori fasi di discussione per inquadrare i dati realisticamente raggiungibili nei prossimi cinque anni tenendo presente quanto si vuole fare ma anche quanto non si deve fare.
I grandi temi emergono dalle 10 sfide indicate ma occorrerà guardare alle urgenze del momento, tenendo conto delle difficoltà degli enti locali.
Occorre evitare tagli uguali per tutti i settori. Il debito è stato bloccato ma non è ancora diminuito, l’eventualità di introdurre entrate straordinarie provenienti dall’eventuale cessione di quote delle aziende partecipate va vista con attenzione, considerata anche la confusione normativa post-referendaria. Ci dobbiamo chiedere se il welfare non sia da rafforzare proprio ora a favore delle fasce deboli.
Crescita, sviluppi e investimenti sono parole molto citate ma occorreranno adeguati orientamenti operativi.
Non si può non apprezzare i richiami al rigore nella conduzione della cosa pubblica e l’accettazione di mettersi sempre in discussione, di accogliere il confronto per trovare le modalità migliori di ascolto e di approccio al superamento dei problemi. Si governerà tenendo conto della legalità ma prima ancora della moralità, poiché non sempre ciò che è legale è automaticamente morale.

Mario Carossa (Lega Nord): Sono un po’ imbarazzato. Vorrei capire se la maggioranza ha predisposto queste linee programmatiche insieme al sindaco. Perché dal volume e dal egli emendamenti che hanno presentato, mi sembrerebbe proprio di no.
Non faremo, in ogni caso, gli auguri di buon lavoro a Fassino, ultimo di un lungo elenco di sindaci di sinistra che hanno portato questa città ad avere il debito pro capite più alto d’Italia. Non li faremo perché non condividiamo queste linee programmatiche che ci portano a preannunciare un’opposizione durissima.
Il testo contiene infatti pagine e pagine dedicate a omosessualità e cittadini extracomunitari e solo tre righe per le famiglie torinesi. E’ una vergogna!
Parlate di città ‘bella’, che non avete però fatto voi, ma i nostri avi e un governo che voi dichiarate nemico ma che vi ha fornito milioni di euro per realizzare le Olimpiadi e che voi avete utilizzato solo per un maquillage del centro. Ma attenzione: io vedo una città sempre più povera, con i torinesi che faticano ad andare avanti, certo per il periodo congiunturalmente sfavorevole, ma anche per le vostre scelte di gestire le poche risorse disponibili a favore dei cittadini extracomunitari.
Non condividiamo le scelte in merito alla ZTL, anzi l’unico emendamento di fatto che vi proponiamo chiede l’abolizione della ZTL e la pedonalizzazione completa del centro. Una sfida ‘europea’ che vi chiede il coraggio di rinunciare ai trenta milioni di euro l’anno che incassate dalle multe.
Infine un avvertimento: avete svenduto i mattoni, frutto del lavoro di chi ci ha preceduto, adesso non pensate di svendervi anche le aziende municipalizzate.

Giuseppe Sbriglio (Italia dei Valori): Abbiamo mantenuto la fiducia dei cittadini e sarà sempre più difficile governare gli enti locali, anche perché, con i tagli governativi, si farà fatica a soddisfare i bisogni primari della città.
Questa maggioranza può essere laboratorio per il futuro governo nazionale. Le linee programmatiche sono complete e possono essere arricchite, anche nei mesi successivi.
Il documento programmatico è centrato sulla difesa dei più deboli, sul lavoro e sui giovani. Questo significa fare crescere, davvero, economicamente Torino.
Due temi ancora: lo sport, non solo quello legato ai grandi eventi, ma quello praticato da tutti e come elemento importante di benessere psicofisico. E poi, aumentare l’incentivazione degli studenti che si recano a Torino.

Silvio Viale (PD): Vent’anni di continuità amministrativa hanno reso Torino più bella e vivibile. Votare questo programma sarà un atto di fiducia verso il sindaco. In questo Consiglio non ci sono “maggioranze bulgare”, occorre un dibattito costante tra maggioranza e opposizione. Apprezzo che nelle linee programmatiche non vi siano le targhe alterne né i blocchi del traffico, non c’è una reale emergenza ambientale. Sulle sport, dovremo far valere il principio “due squadre, due stadi”. Resta fondamentale il tema dei diritti, chiederò che nel documento non si parli di “famiglia” ma di “nuclei familiari”, dobbiamo rifiutare ogni discriminazione sui base ideologica tra “vere” e “false” famiglie. Torino deve diventare anche la capitale dei diritti. Infine, esiste una “questione settentrionale” che non è un tema leghista ma riguarda anzi tutto il Paese. Serve un coordinamento tra i sindaci delle grandi città del Nord.

Fosca Nomis (PD): Vorrei ringraziare in particolare per aver inserito “Torino capitale dell’innovazione” all’interno delle linee programmatiche, con una delega specifica in Giunta. Credo che il Comune possa giocare un ruolo importante per far divenire Torino capitale dell’innovazione.
L’innovazione va promossa in modo trasversale e deve coinvolgere il settore industriale, creando prospettive sul piano occupazionale. Deve trattarsi anche di innovazione sociale, soprattutto in un periodo come quello attuale, nel quale la carenza di risorse non va vista solo come un ostacolo, ma come una spinta per agire in modo dinamico e innovativo.
Per quanto riguarda l’imprenditoria, è necessario orientare la spesa pubblica in direzione di servizi innovativi, togliendo ostacoli burocratici al fiorire delle imprese.
Sottolineo l’importanza di avere come riferimento l’Agenda Digitale Europea, facendo mie le parole della vicepresidente della Commissione Europea per cui “gli interessi dei cittadini e delle aziende europee devono essere al centro della rivoluzione digitale per la creazione di nuovi posti di lavoro, la sostenibilità e l’inclusione sociale”.
Ritengo che per valorizzare Torino sia necessario lavorare per un territorio che sia effettivamente competitivo, costruendo alleanze forti con città come Milano e Genova, sulla base delle nostre competenze e capacità.

Maria Lucia Centillo (PD): La possibilità di fare emendamenti offre alla linea politica una fisionomia partecipata Considero nenessario l’impegno intrapreso dal Sindaco per quanto riguarda lo sviluppo sociale e l’accompagnamento ai processi sociali. Questo impegno deve assicurare continuità e qualità dei servizi, facendo sistema senza surrogare le responsabilità.
Un altro punto che mi preme sottolineare è quello relativo all’esigibilità dei diritti di base, umani e sociali, e la tutela dei diritti su questioni sensibili come l’eutanasia.
E’ necessario promuovere la parità di genere, come la non discriminazione dell’orientamento sessuale. La questione della parità di genere rende necessario che si prosegua sulla strada della democrazia paritaria; occorre rappresentare le donne nelle istituzioni in maniera adeguata.
Sul tema della salute, ho contribuito ad un emendamento per “Torino capitale della salute”: Torino deve diventare città sana. Si percepisce la sofferenza delle strutture sanitarie e degli operatori che vi lavorano. Torino deve occuparsi, nelle sue funzioni di diritto e di controllo, di una sanità che “soffre” a cominciare dal ricovero e dall’assistenza domiciliare, e le istituzioni facciano ciò che gli compete per realizzare questo obiettivo.
In tema di aiuti alle famiglie, ho firmato in favore della soppressione del quoziente familiare.

Domenica Genisio (Pd): Plaudo alla scelta del sindaco Fassino di inserire nel programma il quoziente familiare. Seppure con gradualità, è necessario che il sistema delle tariffe e delle imposte tenga maggiormente conto dei carichi familiari, sostenendo quindi soprattutto le famiglie numerose e quelle con persone anziane o disabili. Torino si conferma città non discriminatoria a seconda degli orientamenti sessuali o della condizione anagrafica.
Ciò non significa escludere opportune forme di favor nei confronti delle famiglie, in ossequio allo spirito del Titolo V° della Costituzione, attuando il principio di sussidiarietà.

Vittorio Bertola (Movimento 5 stelle): Nel programma ci sono elementi condivisibili ma è poco concreto. In ogni caso, dissentiamo su punti fondamentali: il modello di sviluppo centrato sull’espansione edilizia, le grandi infrastrutture (TAV, tangenziale est, inceneritore…). Il documento sottovaluta temi come l’inquinamento e la green economy, non si parla di diritti degli animali né di come ampliare la partecipazione dei cittadini. C’è poco sull’aeroporto, sulle piste ciclabili e sulla mobilità sostenibile.
L’obiettivo di raggiungere il 50% di raccolta differenziata in tre anni è risibile. I nostri emendamenti propongono di rimediare a queste carenze del programma.

Chiara Appendino (Movimento 5 stelle): Devo ammettere di essere rimasta delusa dalla lettura delle Linee programmatiche, vista la complessità e le difficoltà che caratterizzano Torino.
Noi presenteremo circa 50 emendamenti, che nascono dal programma del Movimento 5 stelle, sviluppato grazie al confronto e ai contributi dei cittadini.
I punti sono: non alienare le partecipazioni dei servizi pubblici e dei beni e servizi essenziali, promuovere un’economia etica e solidale, insegnamento ai bambini dell’utilizzo sicuro delle reti informatiche; riconoscere ogni decisione amministrativa sulle questioni di genere, creare eventi culturali e d’istruzione sul territorio, educazione della cittadinanza sul rispetto dell’ambiente, la tolleranza reciproca e la sana alimentazione, piano di mobilità per i disabili; centri commerciali naturali con aree pedinali e realizzare un piano strategico per l’edilizia popolare.

Marta Levi (Pd): Non è esaurita la fase propulsiva del centrosinistra. Lo dimostrano il risultato elettorale e il documento sulle linee programmatiche. Il mandato ricevuto dagli elettori è quello di proseguire sulla strada della trasformazione.
E’ importante il riferimento a Torino capitale, perché la pone all’attenzione di altre realtà italiane, in vari ambiti.
Uno di questo è il tema dei diritti, verso il quale Torino si è posta all’avanguardia su argomenti come il testamento biologico o le unioni civili, che rendono la nostra città più accogliente e più giusta. Le competenze comunali in questo settore sono limitate ma le azioni intraprese hanno grande rilevanza politica e sociale e fanno sentire l’Amministrazione vicina ai cittadini.
Il miglioramento della vita dei torinesi passa anche dalla tutela dei diritti. Per questo proponiamo, con un emendamento, l’introduzione di un capitolo ad hoc.
Il sindaco ha scelto di mettere al centro del programma i giovani, importante nella misura in cui costringerà l’Amministrazione a confrontarsi col tema dell’accesso alla casa, al credito ed al lavoro. La grande sfida è trattenere a Torino i giovani che oggi studiano nei nostri istituti.

Maurizio Marrone (Pdl): Le linee programmatiche sembra che cerchino di rispettare gli equilibri interni alla maggioranza, per far sì che coesistano argomenti contradditori.
Gli obiettivi sono elencati senza strategie e non danno risposte ai torinesi. Oggi sono anche negativamente colpito dalla quasi totale assenza della Giunta, sintomo di scarso interesse verso le proprie linee programmatiche o verso la Sala Rossa.
Ogni intervento non può non fare i conti con il debito della Città che non può abbandonarsi alla finanza creativa.
Con il reddito in calo, molti cittadini non riescono a far fronte ai canoni di locazione e questa Amministrazione ha il dovere di garantire la possibilità di un alloggio. Quando si parla di allargamenti di diritti, occorrerebbe prima pensare ai problemi economici più che concentrarci sui diritti legati all’orientamento sessuale. Sul tema sicurezza vorremmo vedere applicato corretto il decreto Maroni. In merito al diritto di culto occorre metterlo in relazione alla sicurezza e al decoro della città. Su questo abbia mo proposto emendamenti.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Vorrei iniziare sottolineando l’importanza della questione settentrionale. Nelle linee programmatiche il sindaco ha tessuto le lodi dei suoi predecessori Castellani e Chiamparino, che però hanno lasciato eredità pesanti: il debito pubblico, una città che è la seconda più inquinata d’Europa e la più alta disoccupazione giovanile, problemi forse non affrontati in questi anni con politiche vincenti.
Mi permetto di dare un suggerimento al sindaco, ovvero di provare a girare da solo per Torino, prendere la linea 4 da corso Giulio Cesare a Mirafiori, fare un giro a Barriera di Milano, in piazza Nizza, in piazza Bengasi, a San Salvario. In questi anni sono state fatte politiche rivolte al Centro e alla Collina, non alle periferie.
Per quanto riguarda le coppie di fatto, sarebbe interessante sottoporre la questione all’Arcivescovo che sarà ospitato qui domani. Credo che una personalità di quel tipo potrebbe mettere in imbarazzo il Consiglio comunale.
Mi dichiaro contrario a priori alle quote rosa, in quanto non si tratta di una questione di sesso, ma di merito: ci sono persone che hanno studiato e si sono impegnate e meritano, ad esempio, un posto da assessore o da consigliere a prescindere dal genere.
Il sindaco mi troverà d’accordo quando deciderà di sgomberare i centri sociali, di togliere gli spacciatori dalle periferie, di tenere in conto gli anziani, che con 600 o 700 euro di pensione non arrivano alla fine del mese.
Concludo sottolineando che il sindaco ha presentato un programma in campagna elettorale, ma se dovesse far passare gli emendamenti proposti dalla maggioranza dovrebbe chiedere nuovamente la fiducia degli elettori che hanno scelto e votato questo programma.

Michele Curto (Sel): E’ un momento molto difficile nel Paese, basti ricordare i duecentomila giovani che hanno lasciato l’Italia alla ricerca di un lavoro. In questo contesto è straordinaria la reazione della società civile, in particolare nelle grandi città, con gli elettori spesso più avanti degli eletti. L’esito del referendum è in questo senso esemplificativo.
Uno status quo che responsabilizza il centrosinistra di Torino. E’ a rischio in città la coesione sociale. Basti pensare al 30 per cento dei giovani torinesi senza lavoro, al 25 per cento delle famiglie torinesi alle prese con il problema del reddito, al conflitto (in un caso su cinque) tra figli e genitori nella stessa famiglia alla ricerca di un posto di lavoro.
Sono tre i grandi temi che abbiamo davanti per mantenere salda la coesione sociale: la gestione dei beni comuni, il lavoro (la questione Fiat in primis e poi diciamo no al precariato nella Pubblica amministrazione) e il sociale (non accettiamo i conflitti tra gli ultimi e i penultimi).
Infine la Tav, opera che costa qualcosa come 14 miliardi. Sono tanti quattrini, riapriamo il dibattito, la politica riprenda il suo ruolo guida in scelte di questa rilevanza.

Roberto Carbonero (Lega Nord): Le Linee programmatiche sono propagandistiche con un’ideologia politica ben precisa.
Il nostro non è un territorio da conquistare ma da costruire.
Voglio porre alcune questioni. Oggi una famiglia di operai si trova in fondo alla lista d’attesa delle scuole per l’infanzia. Si danno le case agli zingari per integrarli ma si crea emarginazione e non si pensa alle nostre persone indigenti.
Infine la Ztl, che è veramente un sistema per far cassa. Non ci sono dati sulle polveri sottili perché la situazione non è cambiata nell’area intorno alla Ztl.

Alberto Musy (Alleanza per la Città): Occorre pragmatismo. La criticità della situazione finanziaria nazionale e comunale è un dato centrale, insieme ai temi della viabilità e delle infrastrutture. La Città deve reperire risorse proprie, a partire dalla valorizzazione delle società partecipate, per le quali bisogna nominare amministratori competenti.
Servirebbe una politica di road pricing, una “tassa di ingresso” per gli automobilisti non residenti finalizzata a finanziare le infrastrutture come la linea 2 del metrò. Oggi la competizione tra città è su scala internazionale. Torino deve guardare all’asse Bruxelles – Lione – Nizza, valorizzando il rapporto con le province piemontesi nell’ottica delle comunicazioni ad alta velocità Milano-Torino-Lione. Per questo serve dotarsi di infrastrutture strategiche, come il TAV. L’università e la ricerca collegata all’industria sono essenziali per lo sviluppo. Dobbiamo anche attrarre università private e centri di ricerca dall’estero.

Federica Scanderebech (UDC): Non c’è lavoro, l’università non offre sbocchi, non ci sono sussidi per creare una famiglia e pagare il mutuo. Siamo la città più indebitata d’Italia, una delle più inquinate, epicentro europeo della disoccupazione e della povertà.
Servono azioni concrete e risolutive. Non condivido l’impostazione troppo generica delle linee programmatiche: mi asterrò dalla votazione e ho proposto alcuni emendamenti.
Credo che la meta a cui puntare sia il lavoro, che necessita di un progetto chiaro.
Non si fa accenno nel programma al rispetto dei simboli sacri, che mi auguro sia promosso. La famiglia è formata da padre, madre e figli: voterò contro l’emendamento di Sel che propone l’eliminazione del quoziente familiare.
Mi auguro che la posizione del sindaco sia chiara nel voler mantenere la Città della Salute a Torino.
E’ urgente la questione del collegamento con l’aeroporto, così come una più razionale mappatura delle Ztl e un incremento del trasporto pubblico diurno e notturno. Propongo un comitato di vigilanza sulle buche e sulle strade sconnesse.
Bisogna lottare contro la delocalizzazione della cultura verso Milano. A Torino serve inoltre una cittadella universitaria: i saperi vanno uniti.
Ritengo infine che i cittadini debbano essere più coinvolti e propongo la creazione di un blog interattivo e di un numero verde per le loro esigenze.

Giovanni Porcino (Idv): Ho esaminato con interesse il programma e condivido in linea generale le priorità espresse. Di fronte ad alcuni interventi della minoranza sento di dover intervenire: ritengo che la continuità con la precedente Amministrazione non sia necessariamente un punto di demerito. Il debito c’è, ma bisogna capire da cosa deriva.
Ritengo poi che non sia opportuno tirare sempre in ballo la questione IdV: il sindaco di Napoli De Magistris ne è un esponente autorevole, ma le sue posizioni contro la Tav non andranno a compromettere l’impegno che i due consiglieri comunali dell’IdV hanno preso nei confronti del Sindaco.
Non ho presentato emendamenti perché credo sia più opportuno porre all’attenzione del Sindaco in questa sede gli spunti più importanti.
Chiedo che il Consiglio comunale sia più aperto verso i partiti.
Credo sia molto importante la questione settentrionale, unita a quella meridionale: per questo sono favorevole a rafforzare i collegamenti aerei con il Sud.
Il punto a me più caro è quello dei giovani: mi ha sorpreso la decisione del sindaco di tenere per sé le deleghe alle politiche giovanili senza creare un assessorato. Accolgo con favore l’impegno a promuovere lo studio all’estero e l’accompagnamento al lavoro.

Marco Grimaldi (Sinistra Ecologia Libertà): Gli emendamenti li approfondiranno nella seduta di mercoledì prossimo. Vorrei ricordare al consigliere Carbonero che per fortuna viviamo in una città che non discrimina gli orientamenti sessuali, e che, non contrappone la libertà d’amore alla difesa della famiglia.
Per questo vogliamo combattere la precarietà e far diventare gli asili nido un servizio universalistico.
Vogliano una città più europea, che sappia progettare “zone 30” e pedonalizzazioni, piste ciclabili e flotte ecologiche. Una capitale della creatività e dell’innovazione che sappia attrarre giovani, idee, studenti, imprese ed energie da ogni parte del mondo.

Michele Coppola (Pdl): Questa sera ho appreso che il partito del sindaco è quello dei Moderati. Il documento sulle linee programmatiche è irricevibile, non è un documento pragmaticamente declinato su come il sindaco vorrebbe governare la città. Sul caso Fiat, ad esempio, il sindaco prometta di chiedere all’azienda cosa intenda fare. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, se da un lato è importante celebrare l’evento storico, dall’altro è fondamentale dare risposte a quel 53% di giovani che non riescono a risparmiare.
Avrei voluto leggere qualcosa di più sul debito della Città, sulle strategie intorno alle aziende partecipate e come e se si intenda eliminare il “capitalismo” municipale, riducendo le poltrone ed affidando le aziende alla guida di manager capaci che sappiano garantire efficienza e trasparenza.
Condivido la proposta di creare un comitato di indirizzo strategico che deve essere però aperto e non vincolato a steccati di partito.

Stefano Lo Russo (Pd): Inizia una nuova fase per Torino, che in questi 20 anni è diventata una città più bella, più moderna e più giusta. Oggi la sfida è quella del lavoro, Torino è la città della produzione di qualità, accompagnare la trasformazione è fondamentale. La città ha grandi risorse culturali e scientifiche nei suoi due atenei. Servono infrastrutture adeguate per la mobilità nell’area metropolitana e i collegamenti internazionali, come la tangenziale est, l’aeroporto, la Tav. Purtroppo il governo per recuperare risorse taglia i trasferimenti agli enti locali, penalizzando proprio quelli virtuosi, scaricando su di essi il peso della crisi. Torino deve diventare una città più internazionale, le metropoli più sviluppate sono quelle che hanno saputo integrare culture diverse, pensiamo a Londra o New York. La tradizione culturale torinese ha radici laiche, riformiste e cattoliche, l’attenzione per tutte le religioni aiuta l’integrazione e il senso di cittadinanza. Auspico da parte dell’opposizione un atteggiamento politico costruttivo.

Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 11 Luglio 2011


Torna indietro | Stampa questa pagina | Torna all'inizio della pagina

Condizioni d’uso, privacy e cookie