“Si apre un nuovo ciclo nella vita politico-amministrativa di Torino”. Così inizia il documento delle Linee programmatiche 2011-2016 per il governo della Città di Torino, consegnato nei giorni scorsi ai consiglieri comunali e illustrato oggi in Sala Rossa dal sindaco Piero Fassino.
“Torino ha infatti avuto una gigantesca trasformazione della propria identità – ha esordito il primo cittadino – Per quasi un secolo si è identificata con l’industria manifatturiera dell’auto, ma negli ultimi 20 anni ha conosciuto una rivoluzione della sua identità”.
“È oggi una città industriale – ha spiegato Fassino – che vogliamo continui a essere tale, ma è anche una città finanziaria e universitaria. È una capitale della cultura ed è divenuta una città turistica. È una città plurale nelle vocazioni e nelle identità”.
Nelle intenzioni del Sindaco, Torino deve continuare a rafforzare la pluralità delle vocazioni. Infatti, non è stata solo una capitale “istituzionale”, ma pure dello sviluppo industriale nell’800, del pensiero laico pragmatico (ad esempio, con Gobetti, Gramsci e Bobbio), della lotta di Liberazione e della ricostruzione post-bellica, dell’integrazione e delle scoperte (con automobile, radio, moda, cinema, la prima orchestra sinfonica nazionale e la casa editrice Einaudi).
Per cambiare pelle, senza recidere le proprie radici, Torino dovrà affrontare dieci impegnative sfide, riportate nelle Linee programmatiche, per “continuare a cambiare, investendo su nuove trasformazioni della città e facendo fino in fondo i conti con le novità di oggi e, soprattutto di domani”:
1. restituire dignità e certezze al lavoro, insidiato dalla precarizzazione e investito da un’accelerata trasformazione delle relazioni sindacali e dal venire meno dei sistemi di garanzia del welfare;
2. l’allungamento dei tempi di vita, l’innalzamento dell’età media della popolazione e la vitale dinamica socio-demografica generata dai flussi migratori di una città che già oggi ospita il 15% di cittadini stranieri;
3. la nuova realtà oggettiva e soggettiva dei giovani che dubitano del loro futuro e un patto generazionale che ne rilanci la centralità fin dall’infanzia;
4. la competitività, intesa anche come competizione complessa tra sistemi socio-economici e tra territori;
5. la domanda crescente di istruzione e di cultura diffusa, come presupposto di uno sviluppo consapevole;
6. l’innovazione in tutti i settori, ri-orientando le produzioni, il lavoro, i profili professionali, i servizi, l’ambiente, l’energia, l’assetto urbano della città, il welfare;
7. l’esigenza di equità, giustizia, uguaglianza, legalità, solidarietà diffusa e diritti sociali;
8. la domanda di infrastrutture moderne, affrontando il tema della compatibilità ambientale e sostenibilità degli interventi, senza regressioni anti-moderne;
9. organizzare la vita della città in modo da tutelare la sicurezza dei cittadini, le loro famiglie, i loro beni e la loro quotidianità;
10. liberare e mobilitare risorse per lo sviluppo in un contesto di crisi persistente e di penuria strutturale della finanza pubblica.
Per vincere queste sfide, il sindaco ha individuato quattro motori fondamentali:
1. l’internazionalizzazione. Torino deve avere orizzonti sempre più ampi, per le imprese, l’università e la cultura, cogliendo opportunità di integrazione su scala globale e proponendosi come crocevia strategico per il Nord. In questo ambito, Fassino ha ribadito la necessità per Torino, il Piemonte e l’Italia di partecipare al progetto del Corridoio 5 della TAV: “Ciò che è accaduto in Val di Susa (gli scontri di domenica scorsa, ndr) – ha detto – è inaccettabile per qualsiasi coscienza. Spranghe, pietre e bastoni non fanno parte della società civile e democratica. Il tracciato è stato ampiamente discusso e verificato negli anni ed è stato rimodulato per non avere significativi cantieri in bassa valle, riducendo al minimo gli impatti ambientali esterni”;
2. l’innovazione. Nel tempo della globalizzazione – ha infatti spiegato il sindaco – vince la qualità, soprattutto per Paesi come l’Italia che hanno un alto costo del lavoro”. Il programma prevede l’incremento di ricerca e innovazione nell’industria e nel terziario, il potenziamento del polo del design e dell’ingegneria dell’auto e del polo aeronautico. Tra le nuove sfide, ci sono: la realizzazione dell’Energy Center nell’area ex Westinghouse, la digitalizzazione della città (con l’incremento della banda larga), lo sviluppo dell’e-government, il miglioramento della mobilità sostenibile e della qualità ambientale, la riorganizzazione del welfare, l’aumento dell’offerta di sapere, per attrarre poli scientifici e tecnologici;
3. la trasformazione urbana. Dopo la trasformazione di 6 milioni di metri cubi di aree ex industriali, ne restano ancora 4 da riqualificare. Si tratta, ha illustrato il sindaco, di una leva strategica per riqualificare e riorganizzare la città. In particolare, per: espandere la mobilità sostenibile, ampliare gli spazi verdi, portare la linea 1 della metropolitana in piazza Bengasi e poi estenderla verso Rivoli e Moncalieri, realizzare la linea 2 della metro, incentivare le energie pulite, i parcheggi sotterranei e il bike e il car sharing, incrementare la raccolta differenziata, fare di Torino una “città d’acqua”. In un’ottica di una città policentrica, con una riqualificazione del patrimonio abitativo e nuove offerte di mobilità e servizi;
4. il sapere. Una leva strategica per lo sviluppo, la crescita e il miglioramento della qualità della vita della città. Affinché Torino sia un luogo di eccellenza del sapere e della cultura, contrastando la dispersione scolastica e proseguendo la preziosa esperienza di Italia 150, anche in vista dell’Expo 2015. “Vogliamo una città dei diritti e delle opportunità, in particolare per giovani e donne – ha affermato Fassino – e che tuteli i diritti dei nuovi cittadini”.
Bisogna però fare i conti, ha precisato Fassino, con il nodo più spesso da sciogliere: quello delle risorse e della riduzione dei trasferimenti dello Stato agli Enti locali. “Ci auguriamo – ha dichiarato – che la Manovra del Governo tenga conto delle grandi preoccupazioni degli amministratori locali, di ogni colore politico, e che venga rivisto il Patto di Stabilità, che oggi non distingue tra l’indebitamento per spesa corrente e quello per investimenti e non considera il ruolo delle grandi città nell’organizzazione di eventi di portata nazionale”.
Il sindaco si è comunque impegnato a ridurre la spesa corrente, a riorganizzare la macchina comunale e a liberare risorse. Un asset fondamentale saranno le società partecipate, mantenendo il controllo societario e rispettando i vincoli dei referendum del 12 e 13 giugno scorsi.
Verranno mobilitate anche risorse private, in particolare per il fund raising in ambito culturale, mentre saranno estese la cooperazione tra pubblico e privato nel welfare e il ricorso a fondi europei.
“Il programma – ha concluso Fassino – verrà realizzato con il metodo della condivisione, con i Consigli di Circoscrizione, il Governo, la Regione, la Provincia e con i soggetti para-istituzionali e le mille articolazioni della società torinese. Non bisogna avere paura del cambiamento.”
Il sindaco ha quindi espresso la propria gratitudine per l’operato delle giunte Castellani e Chiamparino e ha terminato il discorso, citando le parole dell’arcivescovo Cesare Nosiglia in occasione dell’ultima festa di San Giovanni: “Osare, rischiare, scommettere nel futuro”. “Proviamo – ha detto Fassino – a non avere paura di ciò che non conosciamo. Così faremo il bene di Torino e dei nostri figli”.
La discussione nel merito sui contenuti del programma di governo si svolgerà nella prossima seduta del Consiglio comunale, in programma lunedì 11 luglio.
Potranno essere presentati emendamenti al documento proposto da Fassino sino alle ore 12.00 di venerdì 8 luglio.
(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 4 Luglio 2011