A distanza di vent’anni dall’approvazione del Piano regolatore cittadino, il Comune prova a sistematizzare le aree della Città divenute ormai ‘incongrue’, ovvero la cui destinazione urbanistica non pare più corrispondere alle mutate esigenze dei territori.
Un lungo studio avviato negli ultimi anni ha portato a individuare quelle aree industriali che nel 1995, quando il Prg fu approvato, risultavano interessate da attività produttive (allora consentite anche all’interno di comparti di elevata qualità ambientale) e che oggi risultano ormai incoerenti rispetto alla maggiore e diffusa sensibilità agli aspetti paesaggistici e ambientali.
Con la variante 221 adottata questa mattina, gli assessori Viano e Dealessandri propongono al Consiglio comunale la ‘ridestinazione’ di tre comparti cruciali per la Città: a sud ‘Sangone e Drosso’; a nord-ovest le aree di corso Regina Margherita e a nord-est il complesso dell’Abbadia di Stura – con un preciso intento di riqualificazione e tutela paesaggistica, oltre che di costruire rilevanti opportunità a regia pubblica per incentivare la re-industrializzazione di nuova generazione.
Le aree ‘Sangone e Drosso’, edificate con prevalenza di capannoni produttivi, sono 'annegate’ all’interno di un’area verde tra strada del Drosso e il torrente Sangone, la cui vocazione è chiaramente a parco fluviale. La Città intende riappropriarsi di questa porzione di territorio per riqualificare la sponda sinistra del fiume, recuperando le aree ambientalmente compromesse. Poiché sono ancora presenti attività produttive, e alcune insistono in parte addirittura sulla fascia fluviale a rischio di esondabilità, si è pensato di ricorrere allo strumento urbanistico della Zut, e - come per le aree seguenti -, di ridurre l’indice di edificabilità realizzabile, ma assegnando un mix di funzioni più appetibile (80% Eurotorino, che va dal ricettivo, ad attività di ricerca, commercio, ristorazione, attività espositive e di servizio); e 20% ad Aspi.
La nuova capacità edificatoria generata dall’operazione ‘Drosso’ ricadrà nell’area di corso Regina Margherita compresa fra via Pianezza, via Pietro Cossa e il fiume Dora Riparia, dove si trovano gli insediamenti produttivi di Ilva e Thyssen. Anche quest’area sarà riconvertita a destinazioni Eurotorino e Aspi, e questo consentirà di creare nuove opportunità di sviluppo e attrazione di attività economico-produttive evolute, come era previsto dal Protocollo d’Intesa firmato nel luglio 2007 con il Ministero delle Attività produttive, gli Enti Locali, le rappresentanti sindacali e la Thyssen. Il drammatico incidente del dicembre 2007 in parte impedì la realizzazione dei temi del Protocollo, ed oggi, a titolo di risarcimento sul piano occupazionale, la Città potrà disporre di una quota rilevante di capacità edificatoria gnerata dall'ambito. Ma sarà anche ‘restituita’ alla Città, che sta lavorando a un progetto di riqualificazione di quel lato del parco Carrara (Pellerina), tutta la parte lambita dalla Dora Riparia che sarà destinata a verde, e per la quale si pensa alla realizzazione di passerelle pedonali sopraelevate per garantire la continuità visiva e la fruibilità del Parco.
Anche per quanto concerne l’ultimo comparto interessato dalla variante, il complesso dell’Abbadia di Stura, la ratio del provvedimento si basa sull’esigenza di recuperare fasce paesaggistiche interessanti, in cambio di incentivi per le attività incongrue o in fase di dismissione, a rilocalizzare in contesti più coerenti. L’antica Abbadia lungo il lato est della strada di Settimo è la testimonianza del complesso cistercense di San Giacomo - uno dei rari esempi di architettura gotica a Torino - e risulta oggi ‘mortificata’ dalla presenza di attività produttive per la maggior parte in via di dismissione. Da anni, di concerto con la Soprintendenza, si intende avviare una riqualificazione dell’Abbadia con il recupero del vasto comprensorio, originariamente agrario, dell’intorno. Tutta la fascia a perimetro dell’Abbadia sarà risanata e destinata a verde, mentre nella Chiesa vera e propria, classificata come ‘edificio di gran prestigio’, si avvierà un intervento di restauro conservativo. La previsione di attestare la fermata di un ramo della futura linea metropolitana 2 proprio nei pressi del comprensorio garantirà il collegamento con il centro di Torino, recuperando così un altro patrimonio di pregio ambientale della Città.
(ra)
Torino, 8 Marzo 2011