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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2010


DALLA “DIRETTIVA BOLKESTEIN” MAGGIORE LIBERTÀ PER APRIRE UN’EDICOLA

Il Consiglio comunale ha approvato con 30 voti su 30 l’abrogazione del Regolamento Comunale per la disciplina dell'attività di vendita di quotidiani e periodici approvato dal Consiglio Comunale nel 2005, sostituendolo con un nuovo regolamento che tenga conto delle più recenti norme italiane ed europee.

In particolare il nuovo regolamento proposto dall’assessore al commercio Alessandro Altamura, recepisce la cosiddetta “Direttiva Bolkestein” del 2006, la legge 248 del 2006 e la numerosa giurisprudenza ad esse successiva.

Queste norme prevedono che la programmazione commerciale non possa essere basata su vincoli quali il rispetto di distanze minime obbligatorie tra attività congeneri, e modificano i parametri di localizzazione dei punti di vendita basati sulla densità della popolazione, introducendone, per quanto concerne le rivendite di periodici e quotidiani, altri e più ampi.

Con essi, recita la delibera “… si intende favorire quindi la localizzazione di nuove edicole in particolare negli addensamenti che risultano lacunosi, dove per lacunosi si intendono quegli addensamenti che sono contraddistinti da un rapporto tra edicole e numero complessivo di attività commerciali inferiore a quello dell'addensamento con il numero maggiore di attività commerciali…”.

Il nuovo regolamento assume come parametro il centro della città, consentendo d’ora in avanti analoghi “addensamenti” anche nelle altre aree della città.

La Direttiva Bolkestein alla quale fa riferimento la legge 248 del 2006 che a sua volta ispira la delibera approvata oggi, ha introdotto nell’Unione Europea la rimozione di qualsiasi discriminazione, come la cittadinanza in capo al prestatore del servizio o la sede legale in una particolare localizzazione, istituendo la libertà di stabilimento in qualsiasi Stato membro.

Inoltre la Direttiva ha determinato quali requisiti non possono essere oggetto di valutazione nelle procedure di autorizzazione, fra i quali è richiamato il divieto di stabilire "..restrizioni quantitative o territoriali sotto forma, in particolare, di restrizioni fissate in funzione della popolazione o di una distanza geografica minima tra prestatori.."

Ufficio stampa del Consiglio comunale S.L.

Torino, 9 Febbraio 2010


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