Vai ai contenuti

Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2010


SI’ ALL’ISTITUZIONE DEL REGISTRO SUL TESTAMENTO BIOLOGICO

La Sala Rossa ha approvato la delibera di iniziativa popolare per l’istituzione del Registro dei testamenti biologici (28 sì, 4 no, 4 astenuti,) dando seguito all’approvazione della mozione del Consiglio comunale (giusto un anno fa, nel novembre del 2009) sullo stesso argomento.
In attesa di una norma nazionale sull’argomento, il Comune di Torino si impegna a tenere un Registro con le dichiarazioni di volontà dei cittadini torinesi sui trattamenti sanitari qualora la persona, se malata grave, non sia più in grado di manifestare le proprie intenzioni nelle terapie cha la tengono in vita.
Lo scorso anno, le associazioni torinesi del mondo radicale hanno raccolto duemilaottocento firme di sottoscrizione alla delibera. L’iniziativa è stata presentata ai media, a Palazzo civico col Diritto di Tribuna, pochi giorni prima dell’approvazione della mozione d’indirizzo.
Torino non è la prima città italiana a intervenire sulla questione: Pisa, Firenze, Vicenza, Genova e il X Municipo di Roma hanno già approvato l’istituzione del Registro.
Con la delibera è stata approvata con 21 sì, 4 no e 11 astenuti, una mozione di accompagnamento (primo firmatario il capogruppo del Pd Andrea Giorgis) con la quale si chiede alla Giunta di attivare ogni forma di comunicazione verso i cittadini perché possano esercitare, qualora lo ritengano, la propria autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita.
Le votazioni dei due documenti sono state precedute da un dibattito.

Ferdinando Ventriglia (Forza Italia – Pdl): Su deliberazioni come queste sarebbe stata auspicabile una maggiore discussione in commissione e meno sui giornali.
Si tratta di un argomento delicato che avrebbe richiesto più attenzione verso chi vive questi problemi in famiglia. Sono dispiaciuto che non si sia dimostrata cautela verso questo provvedimento che avrebbe potuto diventare un contributo per il legislatore.
Invece di segnare un punto politico sarebbe stato un fatto di responsabilità riconoscere che su questa materia deve intervenire il legislatore.
Anche perché su questi temi sia innaturale avere certezze.

Domenico Gallo (Nuova Sinistra per Torino): Credo nel principio in base al quale tutto ciò che non è vietato dalla legge è consentito, certo nei limiti dati dalla propria coscienza. Su questa materia attendiamo da troppo tempo una legge dello Stato, ma questo Parlamento non è in grado di farla. Ed è per questo motivo che dico di sì a questa iniziativa. Non si può aspettare ancora degli anni per consentire il diritto all’autodeterminazione della persona e rifiutare un trattamento sanitario quando c’è la prova scientifica dell’impossibilità di recuperare una vita.

Agostino Ghiglia (AN - PdL): Quello di Torino è diventato un Consiglio comunale delle realtà virtuali. Talvolta, per qualcuno la finzione può risultare migliore della vita reale, ma non si può continuare a fare “finte”. Prima con il registro delle unioni di fatto, oggi con il testamento biologico. Voi non avete alcuna competenza e vi arrogate il diritto di sostituirvi al legislatore nazionale. Siete i “divani in finta pelle” della democrazia. La vostra presa di posizione è impropria e assolutamente inutile. E la vostra tensione ideale è così alta che avete presentato solo oggi la mozione di accompagnamento alla delibera.

Carlo Zanolini (Futuro e Libertà): Il nostro gruppo si asterrà alla votazione. Questo tema è opportuno regolarlo a livello parlamentare. Noi riteniamo che questa mozione sia una forzatura politica in quanti il Comune non ha competenza in questa materia. Ci impegneremo come partito di portare questo argomento in sede parlamentare.

Maurizio Bruno (Moderati): Il tema all’ordine del giorno oggi è in realtà in discussione da anni nel Paese. Io credo che affrontarlo sia un segno di onestà e correttezza nei confronti dei cittadini, che aspettano una risposta dalla politica.
Noi, come amministratori, possiamo dare un segnale a chi, a livello nazionale, deve assumersi la responsabilità di una legge. Pensare di negare la vita a qualcuno è assurdo, impensabile, pensare di allungare la sua sofferenza anche. Ognuno deve affrontare questo tema con gravità, umanità e responsabilità. Con la votazione si esprime un voto e una coscienza.

Antonello Angeleri (Lega Nord): Prendo atto che il Consiglio comunale non ha più problemi da risolvere, che tutte le emergenze della città sono state affrontate, nonostante la mancanza per più di venti volte del numero legale, visto che si discute un provvedimento inutile e inopportuno. Il Consiglio non ha nessuna competenza su un provvedimento del genere, in assenza di una legge nazionale, senza la quale non avrà valore né giuridico né applicativo. L’unica spiegazione è il significato politico della delibera per cercare consensi in chiave elettorale. E’ un provvedimento che oltre a comportare dei costi creerà problemi nei dipendenti che dovranno lavorare nell’imbarazzo totale nei rapporti verso i cittadini e nel rispetto della privacy.

Marco Calgaro (Api): Qual è il confine tra le amorevoli cure e l’accanimento terapeutico? Non è forse vero che la nostra autonomia consiste nel dare risposte diverse nei diversi momenti della storia e della nostra vita? E allora non è proprio quell’autonomia che neghiamo decidendo ora per allora?
Tre sono le vie: una che opprime e “sfiducia” l’uomo, obbligando medico e paziente a proseguire sempre le cure, una che vorrebbe farci decidere ora per un evento futuro, pur essendo comprovato sperimentalmente che la gente sull’argomento è incline a cambiare idea più volte, una che lascia al diretto interessato o, se non è possibile, a chi ha con lui una relazione di amore, la scelta, nel momento in cui dovrà essere fatta.
Solo dall’interazione virtuosa e dalla fiducia tra medico, paziente e congiunti può nascere la decisione giusta per quell’uomo in quel momento: questo è il percorso che la legge dovrà prevedere. Senza una legge nazionale qualunque decisione del Consiglio comunale è inefficace e dunque inutile.

Andrea Tronzano (Forza Italia - Pdl): E’ sottile la linea che corre tra accanimento e aiuto terapeutico e le istituzioni hanno il compito di aiutare i parenti e i pazienti. La mozione che accompagna l’atto non ha fondamento giuridico e finirebbe soltanto per illudere i pazienti. Personalmente non parteciperò al voto, mentre i consiglieri del nostro gruppo consiliare voteranno secondo la propria coscienza.

Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): Stiamo discutendo una proposta di deliberazione presentata da cittadini torinesi, con una procedura partecipativa importante. Nel merito la proposta è chiara: attendiamo di vedere come verrà messa in pratica. Chiediamo all’assessore Ferraris o al sindaco di chiarire quali saranno le modalità di realizzazione e di applicazione concreta della delibera.

Monica Cerutti (Sinistra Ecologia Libertà): Considero interessante questo dibattito, però questo tema è stato già discusso, approvando, un anno fa, una mozione sul registro delle dichiarazioni anticipate di volontà ai trattamenti sanitari.
Ho ricordato questo perché, oggi, deve essere tenuto in considerazione.
La delibera riprende questi temi e li amplia, c’è stato quindi del tempo per definirne l’attuazione. Se non si ricorda questo si farebbe un torto al lavoro svolto.
Noi voteremo a favore della delibera presentata da 3000 cittadini. Ricordo, che già altri comuni hanno messo in atto questa opportunità.

Ennio Galasso (Fli): Oggi si celebra il rito dell’inutilità che non giova alla salute delle istituzioni. L’approccio è sbagliato, muove dalla cultura dell’autosufficienza.
Si introduce un elemento di incertezza: quando si verificano le condizioni di autodeterminazione e chi le può certificare? Bisogna avere l’umiltà di fronte al mistero della vita e pensare che anche la sofferenza può essere una generosa semenza.

Valter Boero (UDC): Il tema della vita fragile mi impegna personalmente come volontario da anni: sono presidente del Movimento per la vita di Torino e ho partecipato a molte iniziative, tra cui la Biennale Democrazia. Mi fa piacere sentire dal consigliere Giorgis il riferimento alla sacralità della vita e condivido l’opinione di Domenico Gallo: è necessario un clima sereno per discutere l’argomento. Ci sono però alcune criticità da sottolineare. In particolare, manca una normativa nazionale di riferimento e non c’è una definizione univoca di testamento biologico. Rimangono inoltre i problemi della competenza e della credibilità dei presentatori della delibera: i radicali.

Domenica Genisio: (Partito democratico): Ho scelto di condividere questo atto perché scaturisce da un atto di democrazia popolare e perché sul tema si è già espresso il Consiglio comunale. Se ne discute da molto tempo in attesa di una legge che, peraltro, vorrei che non si facesse.
Ci troviamo di fronte a uno scenario sociale che vede gente anziana morire dopo un intervento chirurgico tecnicamente riuscito perché non le vengono fornite le cure successive in quanto troppo costose. Vediamo dimissioni frettolose dagli ospedali, vediamo interventi terapeutici più o meno invasivi a seconda delle strategie commerciali delle aziende farmaceutiche. Tutto questo genera un clima di incertezza di fronte al quale non dbbiamo lasciare soli i cittadini. Per questo il provvedimento vuole rappresentare un richiamo al diritto alla vita ed una sollecitazione al Parlamento in questa direzione.

Lucia Centillo (Partito democratico): Questa proposta di delibera è stata presentata dai cittadini parecchi mesi fa e sembrava a portata di mano la legge che però non è arrivata. E’ evidente che ha un significato transitorio. A chi si astiene sperando nella legge nazionale dico che si tratta di una speranza vana. Oggi in città esistono associazioni che si occupano di questi temi. La votazione di questa delibera consente alla Città di fare da collettore e di coprire il vuoto che lascia la legge.
Il provvedimento è volto a tutelare il diritto alla dignità della vita e della morte, che lascia a tutti la libertà di scegliere su come questo diritto debba essere garantito.

Luca Cassiani (Partito Democratico): Voglio ricordare che sulle battaglie civili, come fu per i referendum sul divorzio e aborto, il paese reale è sempre stato più avanti rispetto alla politica. Il Comune è preposto, lo dice la Costituzione, alla difesa dei diritti dei cittadini, in ogni campo. Un punto del dispositivo è chiaro in questa delibera, dice che si tratta di un’istituzione su base volontaria. Come si può impedire di dare un’opportunità a chi la pensa diversamente? Ci vuole rispetto, per chi fa scelte che possono apparire in contrasto con le posizioni politiche, espresse dalla minoranza.

Sindaco Sergio Chiamparino: Condivido i contenuti della delibera e rispetto la partecipazione popolare: senza i Radicali, che hanno promosso la legge sul divorzio, l’Italia sarebbe più povera per quanto riguarda i diritti civili.
Oggi non è un problema di democrazia o di procedure formali. In Italia, nella contrapposizione tra laicismo e confessionalismo è stata mutilata la possibilità di accrescere il patrimonio dei diritti civili. Il documento di oggi è il primo passo verso un riconoscimento della centralità della persona, all’interno del contesto di relazioni in cui vive. E’ un invito a meditare. E’ un segnale che manda la Città di Torino per accelerare la discussione e le decisioni del Parlamento. L’unica preoccupazione che ho è il sovraccarico burocratico che può derivare al Comune, che assume nuove funzioni senza avere ulteriori risorse. Comunque, ci impegniamo a farci carico del registro dei testamenti biologici.

Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 15 Novembre 2010


Torna indietro | Stampa questa pagina | Torna all'inizio della pagina

Condizioni d’uso, privacy e cookie