La Giunta comunale ha affrontato il tema della possibile apertura di una sala giochi in via Livorno, sollevato domenica scorsa dal quotidiano “La Repubblica”. L’assessore Roberto Tricarico ha posto la questione ottenendo una risposta chiara e netta dall’assessore Altamura, titolare delle deleghe del Commercio, e dello stesso sindaco Chiamparino.
“Allo stato attuale – ha detto Alessandro Altamura - non sono pervenute agli uffici comunali del Commercio richieste di autorizzazione in questo senso da parte del gestore. Per poter svolgere tale attività occorre chiedere al Comune un’autorizzazione e le condizioni poste dal Regolamento di polizia amministrativa sono molto chiare e non lasciano molto spazio di interpretazione”. Infatti, le sale giochi rientrano tra quelle attività che, secondo l’art. 19 del Regolamento, devono sottostare all’azione esplorativa del Comune che deve “bilanciare i vari interessi coinvolti dall’apertura del locale”; soprattutto, non devono essere presenti nel raggio di 200 metri dal sito prescelto “luoghi sensibili quali ospedali, case di cura, scuole, luoghi di culto, centri di aggregazione delle Circoscrizioni” e si deve poter contare su un’area adibita a parcheggio “in relazione alla capienza potenziale e alle problematiche di viabilità che potrebbero scaturire”. Quindi, è ferma intenzione della Giunta di tutelare quiete pubblica e qualità della vita del quartiere.
Sono molte le lettere di protesta inviate al sindaco e agli assessori competenti per protestare contro la “ventilata” apertura della sala. La richiesta al Comune di non concedere l’autorizzazione per l’attività, in una zona dove il forte sviluppo edilizio ha portato migliaia di nuovi residenti ma mancano ancora alcuni servizi essenziali, ha trovato ascolto.
“Al proprietario dei locali – ha affermato Roberto Tricarico, assessore alle Politiche per la Casa – ho ricordato che non esiste soltanto il diritto di impresa, ma per lo sviluppo di quell’area esiste un Comitato (il Comitato Parco Dora) che serve a contemperare e condividere le scelte in modo da poter contare su uno sviluppo armonico del quartiere”. E l’assessore Altamura ha dichiarato che si attiverà presso la Questura e la Prefettura, dove il titolare del locale si deve rivolgere qualora intenda aprire una sala Bingo o una sala scommesse ai sensi del Testo unico di legge per la Pubblica sicurezza (artt. 88), affinché non venga concessa la licenza.
(mm)
Torino, 26 Ottobre 2010