La commissione cultura presieduta da Luca Cassiani ha ricevuto il professor Sergio Roda, prorettore dell’Università di Torino, per essere informata sulla situazione determinata nell’Ateneo dai tagli di bilancio della “riforma Gelmini”.
All’incontro dovevano partecipare il rettore Ezio Pellizzetti, che ha dovuto rinunciare per un problema di salute ed il rettore del Politecnico Francesco Profumo, trattenuto dai suoi impegni a Roma.
Roda ha detto che la protesta dei ricercatori che si astengono dal fare lezione agli studenti è legale e non si configura neppure come sciopero, dato che per legge la loro figura professionale non è chiamata a svolgere attività di “didattica frontale”.
Tuttavia la protesta ha reso necessario l’accorpamento di molti corsi ed in qualche caso lo slittamento al secondo semestre di alcuni corsi che non è stato possibile far partire.
Le difficoltà maggiori si sono verificate a Scienze, Lettere e Scienze politiche. L’intero insieme delle attività didattiche è comunque stato avviato già dal 4 ottobre.
Diversa la situazione al Politecnico, ha detto Roda, dove pur avendo fatto ricorso ad analoghi rimedi, gli studenti di architettura non potranno iniziare le lezioni che a novembre a causa dell’astensione dall’insegnamento del 90% dei ricercatori.
Per il momento ha affermato Roda, tornando all’Università, gli studenti non dovrebbero quasi accorgersi di ricadute dei tagli sul piano didattico.
Preoccupa invece, secondo il prorettore, la ricaduta che potrebbero avere sull’andamento delle iscrizioni dei prossimi anni (quindi anche dei trasferimenti statali ad esse collegati) per l’eventuale taglio di borse di studio e di benefici come le residenze universitarie, entrambi decisivi nell’attrarre studenti fuori sede a Torino.
Le immatricolazioni appena concluse (circa 13.000 nuove matricole) hanno fatto registrare un aumento del 10% degli studenti, in controtendenza col panorama nazionale che negli ultimi 4 anni ha visto il calo da 360.000 a meno di 300.000 immatricolazioni.
Roda ha ricordato che i 7 miliardi che l’Italia spende per le sue università, destinati a diventare 6 nel 2011, corrispondono al solo bilancio di un’università come Stanford, negli Usa. Proprio in tempo di crisi, ha detto Roda, la Francia aumenta gli investimenti da 10 a 15 miliardi e la Germania porta la spesa a 30 miliardi. Dati Ocse collocano l’Italia al 27° posto in Europa per investimenti in ricerca (fa di meno solo la Slovacchia), mentre siamo al secondo posto in Europa per produttività scientifica.
A questo proposito Roda ha parlato di” miopia di lungo termine” della “riforma Gelmini”.
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Rattazzi, Grimaldi, Galasso, Ventriglia, Tedesco e lo stesso presidente Cassiani.
Ufficio stampa del Consiglio comunale
(S.L.)
Torino, 12 Ottobre 2010