L’allarme per la gravità degli effetti sul welfare comunale che potrebbero provocare la manovra economica governativa e la preannunciata riduzione sui trasferimenti regionali, è stato lanciato questa mattina a Palazzo civico, nel corso di un incontro con la stampa, dagli assessori Gianguido Passoni (Bilancio e Tributi), Giuseppe Borgogno (Risorse educative), e Marco Borgione (Famiglia, Salute e Servizi sociali).
A soffrire maggiormente dei colpi di scure assestati alla finanza locale da Governo, con il decreto legge in via di conversione, e Regione, attraverso i previsti tagli ai finanziamenti di Piazza Castello, sarebbero proprio i servizi ai cittadini forniti dagli assessorati di Borgogno e Borgione.
I 12 milioni per i mancati trasferimenti regionali ai servizi sociali del Comune di Torino “significano tagli di persone e tagli alla tutela delle persone – ha sottolineato Borgione. Il sistema di welfare – ha aggiunto l’assessore - è infatti costituito di persone che curano e di altre, bambini e famiglie, che hanno assoluta necessità di essere sostenute e curate”.
Si può stimare in 600 il numero dei lavoratori delle cooperative socio-assitenziali che potrebbero perdere il posto di lavoro. “Se verranno tagliati 5 milioni di euro – spiega Borgione – un migliaio di anziani non potrà più contare sulla quota comunale che contribuisce alla presenza di un operatore che li lava, li nutre e li conforta. Se verrà a mancare un milione di euro per gli inserimenti nelle case di riposo, per un centinaio di anziani occorrerà chiudere una struttura e sperare che le famiglie siano in grado di riaccoglierli a casa. Un ulteriore taglio di un milione per i più poveri – ha detto l’assessore - significherebbe lasciare senza un sussidio minimo vitale 300 famiglie, la cui unica risorsa è la carità”.
Pesante l’impatto pure sui servizi per i diversamente abili. Un milione e mezzo di euro in meno dalla Regione che non consentirà a una cinquantina ragazzi di frequentare i centri diurni di attività. Gli stessi centri, tra l’altro, dovranno rinunciare a organizzare una parte delle loro iniziative e a offrire a migliaia di disabili momenti di socializzazione. Inoltre, saranno in 600 a non poter più godere del periodo di soggiorno estivo.
Brutte notizie anche per le mille e trecento persone inserite nei servizi residenziali, alle quali saranno ridotti i livelli di assistenza e non avranno più garanzia di attività personalizzate.
Non pochi problemi anche per i servizi scolastici, soprattutto se nei prossimi mesi non sarà modificato il patto di stabilità. “Torino – ha spiegato l’assessore Borgogno – paga per conto dello Stato circa 50 milioni di euro all’anno (4 milioni e mezzo per le insegnanti di sostegno, 40 milioni per la gestione delle scuole materne, 3 milioni di manutenzione straordinaria per adeguare le strutture a rispondere all’organizzazione imposta dalla riforma Gelmini, ecc.). Si tratta, così lo definisce Borgogno, “di una sorta di federalismo per abbandono, le cui spese dovrebbero essere escluse dal patto di stabilità”.
Ma, come per i servizi assistenziali, problemi per la gestione dei servizi potrebbero nascere anche dai tagli della Regione. Alla voce “Entrate finanziate da contributi regionali”, nel Bilancio comunale figurano infatti oltre 15 milioni di euro, di cui 2 milioni e mezzo per interventi in tema di diritto allo studio, 1 milione e 790 mila per contributi destinati all’incremento dei posti disponibili negli asili nido, 3 milioni e 600 per il loro funzionamento e 800 euro per il trasporto dei disabili sensoriali.
Più generale l’analisi proposta dall’assessore al Bilancio e ai Tributi, Gianguido Passoni, che ha quantificato in 44 milioni di euro gli effetti della manovra sul conto finanziario comunale. Il decreto legge – ha ricordato Passoni - “comporta un ulteriore taglio portato al patto di stabilità del Comune di Torino e ne mette a repentaglio il rispetto”.
“In via preventiva – ha spiegato il responsabile delle politiche finanziarie di Palazzo civico – la Giunta ha deciso di congelare una quota pari al 4% del bilancio (circa 50 milioni di euro) fino al prossimo mese di settembre, quando sarà chiaro se le pressioni di Anci e comuni per modificare il patto di stabilità avranno avuto successo”.
Se nulla cambierà sul futuro della finanza locale sembrano addensarsi neri nuvolosi. Per il bilancio del Comune di Torino, tra il 2010 e il 2012, i trasferimenti ordinari dallo Stato scenderanno di 112 miloni di euro, passando dai 324 dell’anno in corso ai 212 milioni del 2012. E poca fiducia nutre l’assessore Passoni sui benefici effetti per le casse municipali dell’annunciata nuova tassa comunale. “Non conosciamo merito ed effettivo gettito potenziale del futuro tributo, che peraltro – ha sottolineato Passoni - prevederebbe comunque istruttorie di anni per poterlo applicare e non darebbe risorse aggiuntive”.
“Siamo in un contesto di totale incertezza – ha concluso l’assessore – uno scenario che non lascia alla politica locale nessun margine di programmazione”. (mge)
Torino, 16 Luglio 2010