La produttività senza ledere i diritti dei lavoratori, sanciti dalla Costituzione e dalla legge.
Il Consiglio comunale approva, in serata, (27 presenti, 18 favorevoli, 1 contrario e 8 astenuti) l’ordine del giorno (primo firmatario Andrea Giorgis) sulla vicenda di Pomigliano, banco di prova importante – dice il documento – per il futuro dell’industria e contemporaneamente per la tutela dei diritti dei lavoratori.
La politica – prosegue il testo dell’ordine del giorno – non può essere assente da una vicenda che avrà conseguenze importanti sul mondo del lavoro.
L’ordine del giorno, esprime soddisfazione per la scelta della Fiat di collocare in Italia e a Pomigliano l’attività produttiva, ma anche preoccupazione per il mancato accordo sindacale. E, infine, si auspica che si trovino soluzioni per assicurare la produttività nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Parallelamente, sullo stesso tema, non è stato approvato un primo ordine del giorno (primo firmatario Antonio Ferrante) (30 presenti, 13 favorevoli, 13 contrari e 4 astenuti).
Prima della votazione sono intervenuti in aula i consiglieri. Queste le dichiarazioni.
Antonio Ferrante (Rif.Comunista) “L’accordo di Pomigliano prevede la riduzione dei diritti dei lavoratori, sulle pause, sulla mensa e sul diritto alla mutua. Questo accordo mette in discussione ogni diritto”.
Domenico Gallo (Nuova Sinistra per Torino) “Anche se il dispositivo dell’ordine del giorno di Ferrante è superato (la Fiat ha deciso di rimanere a Pomigliano) ne condivido lo spirito, per la tutela dei diritti dei lavoratori”.
Marco Grimaldi (Sinistra democratica) “I progressisti in Europa, dovrebbero essere impegnati a difendere i diritti dei lavoratori europei, ed estenderli anche fuori dal continente, e opporsi ai tentativi di riprodurre la Cina a chilometri zero”.
Enzo Lavolta (Partito democratico) “Si deve evitare di ridurre la situazione in una questione di sì o no. L’ordine del giorno, firmato da Giorgis, in qualche modo prende atto del documento del consigliere Ferrante”.
Andrea Giorgis (Partito democratico) “Noi non facciamo testimonianza, il nostro è l’atteggiamento di chi vuole dare un contributo. Per la prima volta c’è un’impresa che decide di ricollocare. A fianco alla produttività è giusto porre il rispetto dei diritti dei lavoratori. I diritti garantiti costituzionalmente e dalle leggi non possono essere modificati da nessun accordo aziendale.
Luca Cassiani (Partito democratico) “I due ordini del giorno non sono in contraddizione. Apprezzo da un lato che si faccia riferimento a investimenti importanti, dall’altro non si può accettare che un accordo normi i diritti dei lavoratori come il diritto allo sciopero.
Raffaele Petrarulo (Idv) “La politica deve entrare negli accordi, quando questi evidenzino ricatti da parte degli imprenditori.
Maurizio Bruno (Moderati) “L’ordine del giorno del Partito democratico è una sorta di ovvietà e per questo mi asterrò mentre sarò contrario all’ordine del giorno che vede Ferrante primo firmatario.
Gavino Olmeo (Api) “L’ordine del giorno proposto dai consiglieri di Rifondazione chiede alla Fiat, tramite il coinvolgimento del sindaco, di trovare, di fatto, il consenso della Fiom. Sono contrario che sia il sindaco ad esprimere questa richiesta. Mi astengo, invece, sull’ordine del giorno del Pd, per l’ovvietà dei contenuti.
Carlo Zanolini (Pensionati e Invalidi): L’ordine del giorno proposto da Ferrante ha sollevato il tema dei problemi dei lavoratori dei quali ci si stava dimenticando. Allo stesso tempo non si può non votare il documento del Partito democratico.
Maria Teresa Silvestrini (Rif.comunista) “ L’ordine del giorno del Pd non è coerente, non ha un contenuto originale e non doveva essere portato in aula”.
Stefano Lo Russo (Partito democratico) “La legge dello Stato dirà se quanto accade a Pomigliano è compatibile o no. L’ordine del giorno del consigliere Ferrante, scende in campo e prende posizione. Le battaglie vanno fatte nelle sedi competenti”.
Giuseppe Lonero (La Destra) “Manifesto l’assenso all’ordine del giorno di Ferrante, obietto semplicemente che il destinatario del documento è sbagliato. Non deve essere la Fiat ad essere interpellata bensì il Governo, che stabilisce le politiche industriali”.
Conclude la discussione il consigliere Antonio Ferrante “La cosa che mi fa piacere, è che in questa aula, si sia discusso di lavoratori. Ringrazio il consigliere Lonero, per aver indicato come destinatario il Governo”.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (T.D.N.)
Torino, 12 Luglio 2010