Comunicazioni del sindaco Sergio Chiamparino in merito all’incontro, insieme ad altri sindaci, avvenuto nei giorni scorsi, in sede Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia), con i ministri Tremonti e Calderoli sul tema del patto di stabilità.
I sindaci hanno posto il problema delle risorse tagliate e non restituite completamente: 200 milioni sui fondi sociali, 350 milioni dell’Ici prima casa, 150 milioni per tagli legati ai costi della politica, in totale circa 700 milioni che mancano dai bilanci del Comune.
Sono state sollevate le questioni legate al patto di stabilità che, così come è congegnato oggi, farà sì che nel 2011 quasi tutti i comuni non potranno spendere risorse disponibili, in pagamenti ad esempio per opere già realizzate.
E’ stato chiesto, per l’immediato, di allargare al 4% dei residui passivi la possibilità di andare oltre il patto mentre è stato evidenziato che una riscrittura dei vincoli del patto dovrebbe andare al passo con il federalismo fiscale.
In relazione al federalismo demaniale, è stato espresso da un lato apprezzamento per il principio secondo cui i beni che devono essere trasferiti devono essere richiesti dai Comuni medesimi, ma sottolineato dall’altro, l’inadeguatezza dell’ammontare di un patrimonio che non supera i 3 miliardi di euro.
Infine è stato rivolto l’invito a ragionare sul federalismo fiscale perché sia restituita autonomia fiscale ai comuni senza aumento della pressione sui cittadini ma semplificando il meccanismo di determinazione e di pagamento delle tasse e delle imposte esistenti.
L’incontro è stato interlocutorio. Risposte dovrebbero arrivare in un prossimo incontro in programma tra una decina di giorni.
In ogni caso i ministri Tremonti e Calderoli hanno posto come vincoli di finanza pubblica i saldi definitivi, entro i quali però è emersa la disponibilità a discutere dei 200 milioni del fondo sociale e di valutare la rimodulazione di 300 milioni dedicati alla premialità per Comuni per alleggerire la manovra. Questo consentirebbe un alleggerimento della metà della manovra per il 2011, prevista in 1 miliardo 100 milioni.
Nessuna disponibilità sul patto di stabilità, se non la possibilità di compensare, da parte delle Regioni, le spese dei comuni.
In prospettiva, sulla manovra fiscale, si intravede un percorso che prevede l’accorpamento delle imposizioni fiscali sugli immobili che in aggiunta alle tasse locali (in particolare la Tarsu), consentirà ai Comuni di costruire una nuova imposta gestita dai comuni. L’importo di tutti questi tributi ammonterebbero più o meno all’importo dei trasferimenti.
Dopo le dichiarazioni del sindaco sono intervenuti i Consiglieri:
Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): La stretta finanziaria dei Comuni ha generato la mobilitazione bipartisan degli enti locali. Di fatto l’unica possibilità per rientrare nei limiti del Patto di stabilità è la riduzione della spesa, con conseguenze quali la difficoltà di far fronte alla crescente domanda.
Siamo sensibili alle conseguenze che questa politica comporta in termini urbanistico-ambientali e di servizi pubblici che porta spesso a impoverire il bene comune e incoraggiare la cementificazione delle città.
Sul Patto di stabilità, servono regole stabili nel tempo, condivise a vari livelli di governo con obiettivi da definire preventivamente alle manovre finanziarie. Infine va ricordato che la mancata attuazione del Titolo V della Costituzione ha lasciato indeterminate le funzioni fondamentali degli enti locali.
Domenico Gallo (Nuova Sinistra per Torino): Governare i conti in questa situazione è veramente complicato. Ma se i conti sono a posto (l’Italia fra i Paesi europei risulta fra quelli con mento problemi) non capisco la necessità di una manovra da 25 miliardi, come quella prospettata del Governo.
La questione principale a mio parere rimane il controllo dell’evasione fiscale. Non ci sarà federalismo fiscale che tenga, fin tanto che non ci sarà una lotta seria all’evasione. Questo è un Paese dove solo 150mila persone dichiarano un reddito superiore ai 100mila euro e il 50% dei contribuenti dichiarano redditi non superiori ai 15mila euro.
Il Governo anziché recuperare i miliardi di evasione fiscale, scarica sui Comuni le conseguenze della crisi economica.
Daniele Cantore (Forza Italia – Pdl): L’attuale situazione è determinata in prima battuta dagli andamenti internazionali, ma concordo sulla necessità della revisione del patto di stabilità. E’ interessante il percorso di possibile revisione del patto, di un vero federalismo fiscale con un una nuova imposta sugli immobili gestita dai Comuni.
Andrea Giorgis (Pd – L’Ulivo): La situazione economica in cui versa il nostro Paese è grave ed il patto di stabilità – per come è definito – contribuisce a peggiorare la situazione.
Occorrerebbe consentire agli Enti locali virtuosi di fare investimenti, ed occorrerebbe che il Governo e il Parlamento dessero attuazione agli articoli 117 e 119 della Costituzione definendo le competenze e le risorse degli Enti locali stessi.
Antonello Angeleri (Lega Nord): Esprimo un apprezzamento alla collaborazione del sindaco in qualità di presidente dell’Anci in una situazione internazionale difficile, così come condivido l’invito del neopresidente della Regione Cota per una stretta collaborazione delle istituzioni nel risolvere i problemi sul tappeto.
Il patto di stabilità, inoltre, mantiene ingessata la situazione e le piccole medie imprese continuano a non riscuotere i crediti che vantano nei confronti dei Comuni.
Ennio Galasso (Udc): Occorre certo una revisione del Patto di Stabilità. Ma dopo la riforma del titolo V° della Costituzione resta un vero e proprio tarlo: l’articolo 114 che è frutto di un’impostazione viziata che rischia di generare un federalismo demaniale dannoso. Una questione irrisolta che finirà per creare altri problemi.
Ufficio stampa del Consiglio comunale
Torino, 10 Maggio 2010