La Sala Rossa del Consiglio comunale di Torino, in questo 28 aprile, giornata mondiale delle vittime dell’amianto, ha vissuto una mattinata speciale riunendo coloro che con l’amianto hanno lottato e lottano.
Gremivano la sala le associazioni di famiglie delle vittime, provenienti dalle città italiane più toccate dall’inquinamento ambientale e dalle malattie da asbesto, tecnici delle Asl, epidemiologi, sindacalisti, pubblici amministratori.
Hanno partecipato anche molti consiglieri e presidenti delle altre commissioni comunali.
Promosso dalla commissione lavoro del Comune di Torino, l’incontro è stato aperto da Enzo La Volta che ha coordinato gli interventi e dal suo omologo nel Consiglio provinciale di Torino Marco D’Acri. Successivamente sono stati letti i messaggi inviati all’assemblea dal sindaco Sergio Chiamparino dall’assessore al lavoro della Regione Piemonte Roberto Rosso e dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castronovo.
Romana Blasotti Pavesi, dell’associazione delle vittime ha riferito della situazione di Casale Monferrato che conta ormai 1500 morti e che registra una media di 50 morti all’anno contro una media di 22 morti nel 1982.
Bruno Pesce, sindacalista alla Eternit di Casale M. e storico presidente della camera del lavoro, ha ricordato le centinaia di morti per asbestosi, male conosciuto ben prima della cancerogenicità dell’amianto e il dolo diffuso e prolungato di chi sull’amianto ha lucrato.
Andeva è l’associazione delle vittime dell’amianto sorta in Francia. Il suo presidente ha sottolineato l’importanza del processo in corso a Torino, grazie al quale è stato finalmente possibile, dopo 14 anni di vani sforzi, far pervenire un avviso di garanzia al manager di un’azienda francese. Le vittime in Francia, saranno nel 2020 circa 100.000, una strage che accomuna in un identico dolore e sete di giustizia famiglie di ogni paese del mondo dove si è prodotto e usato amianto.
Anna Maria Olivetti della Cgil, Giorgio Bizzarri della Cisl e Fernando Rosato della Uil regionale hanno segnalato il ruolo del sindacato nell’avvio del processo ed hanno testimoniato l’assunzione di responsabilità affinchè dagli indennizzi alle vittime si arrivi anche ad azioni efficaci di prevenzione. Rosato ha ricordato che l’Italia non ha ancora aderito ufficialmente a questa giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto.
Annalisa Lantermo dell’Asl 1 di Torino ha parlato del monitoraggio e della mappatura realizzati nella nostra città. Devono ancora essere bonificate 82 scuole sulle 220 che nel 2003 risultavano a rischio. Esistono strumenti e competenze per proseguire il lavoro ma, ha aggiunto, bisognerebbe che la Regione producesse una mappa di tutto il suo territorio.
Benedetto Terracini, epidemiologo, fino al 1999 direttore dell´Unità di Epidemiologia dei Tumori a Torino, ha spiegato che in Italia continuano a morire oltre 2000 persone all’anno a causa dell’amianto. La terribile lezione che l’amianto ci lascia, ha detto, è quanto si sarebbe risparmiato in denaro ed in sofferenze se si fosse adottato di fronte a sospetti fondati sulla nocività di quella materia il principio di precauzione.
Luigi Capobianco, dirigente dei Vigili del fuoco di Torino, ha sottolineato l'importanza delle verità emerse grazie alle ricerche epidemiologiche e alle lotte dei parenti delle vittime. Grazie ad esse anche i Vigili del fuoco possono oggi affrontare i rischi da amianto, nell'ambito della propria attività, attrezzati ed in piena sicurezza.
Carmela Sidoti, dell’Inail ha portato dati sui morti per asbestosi (19) e per carcinomi (221) dal 2004 ad oggi in Piemonte. A livello nazionale sono 50.000 le domande di riconoscimento del rischio per le mansioni svolte ed il tempo di esposizione, di cui già 16.500 hanno ottenuto il riconoscimento.
Angelo Mancini, direttore del Centro Regionale Amianto di Casale M. ha spiegato che nel Casalese sono già state effettuate 6.000 operazioni di bonifica e si procede al ritmo di 500 nuove bonifiche all’anno.
Roberto Ravello, neo assessore all’ambiente della Regione Piemonte, ha riconosciuto l’impegno trasversale di tutto il mondo della politica in Piemonte, di cui fa fede la legge 30 del 2008 ed ha assegnato ai politici ed ai tecnici l’obbiettivo di fare del Piemonte una regione “amianto free”, garantendo il proprio impegno per lo stanziamento programmato dei fondi necessari alle bonifiche.
Carlo Chiama, assessore al lavoro della Provincia di Torino ha messo l’accento, in sintonia con Raffaele Guariniello, titolare delle indagini che hanno portato al processo torinese, sull’importanza di collegare gli enti titolari di funzioni nella battaglia per la giustizia, per il risanamento e per la prevenzione, oltre che il collegamento delle rispettive banche dati.
Chiama ha spiegato che tutti gli edifici pubblici della Provincia sono già stati messi in sicurezza.
Tom Dealessandri, assessore al lavoro del Comune di Torino ha detto che se ottenere giustizia, come rivela l’esperienza francese, è in sé difficile, ciò può rivelarsi impossibile se non si lavora per raccogliere dati epidemiologici. Gli infortuni nel mondo sono un milione al giorno e costano una cifra pari al 5% del Pil: questo dato- ha affermato Dealessandri :_ smentisce chi afferma che non ci sarebbero risorse sufficienti a costruire la piena sicurezza sui posti di lavoro. Dealessandri ha concluso rivendicando il ruolo delle istituzioni in tutte le fasi della battaglia per la sicurezza, compresi i processi contro chi quella sicurezza non ha garantito.
Ha concluso l’incontro il sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi, che ha assicurato che le sponde del Po sono state completamente bonificate, così come tutti gli edifici pubblici. Grazie agli incentivi alla bonifica si sta procedendo alla rimozione delle coperture in eternit. Sono stati investiti per l’operazione già 11 milioni di euro di provenienza regionale, ma ne occorrono altri 15 per il restante milione di metri quadrati ancora da rimuovere. Il sindaco ha invocato una maggior celerità nei trasferimenti di denaro dalla Regione ed una legge che renda per i cittadini obbligatorie le bonifiche. Concludendo ha affermato che le ricerche sull’aria riconoscono attualmente a Casale una totale assenza di fibbre di amianto.
Ufficio Stampa del Consiglio comunale
(S.L.)
Torino, 28 Aprile 2010