Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno contro l’estradizione del cittadino turco Avni Er, accusato dal governo di Ankara di far parte del DHKP-C. Si tratta di un partito di orientamento comunista, definito terrorista dalle autorità turche, ma che in occasione di un processo in Belgio (conclusosi con il proscioglimento degli imputati) non è stato riconosciuto come tale.
Avni Er è stato arrestato in Italia nel 2004 nel corso di un’operazione di polizia internazionale ed è ora detenuto presso il Centro di identificazione ed espulsione di Bari. Il governo turco ha presentato richiesta di estradizione contro il militante, che ha chiesto asilo politico al nostro Paese.
Nel corso degli anni, varie organizzazioni e personalità, comprese istituzioni come i Consigli regionali di Toscana, Sardegna, Puglia e Campania, hanno espresso preoccupazione per il rispetto dei diritti di Avni Er e per la sua stessa incolumità, nel caso venga effettivamente estradato.
Anche il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR, patrocinato dall’organismo delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’ UNHCR) ha lanciato un appello per la tutela dei diritti del cittadino turco, definendolo colpevole soltanto di aver denunciato le violazioni dei diritti umani e della libertà d’informazione da parte del governo turco.
Il CIR ha ricordato che secondo organismi autorevoli come la Commissione ONU per i diritti umani, Amnesty International, Human Rights Watch, per quanto riguarda la Turchia vi è il fondato timore di violazioni dei diritti, trattamenti inumani e degradanti, tortura.
Approvando la proposta di ordine del giorno, presentata da Giuseppe Castronovo e altri consiglieri di Rifondazione Comunista e Sinistra Democratica, la Sala Rossa chiede al sindaco ed all’esecutivo di Palazzo Civico di attivarsi nei confronti del presidente della Repubblica e del ministro della giustizia affinché Avni Er non sia espulso verso il suo Paese d’origine. La Costituzione della Repubblica, ricorda il documento, prevede la non ammissibilità dell’estradizione e il diritto di asilo per lo straniero al quale, nel suo Paese, non sia garantito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche previste dall’ordinamento italiano.
C.R. - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 26 Aprile 2010