Via libera del Consiglio comunale alla variante urbanistica per gli ex stabilimenti Lancia di Borgo San Paolo, una superficie compresa tra le vie Monginevro, Issiglio, Caraglio e Lancia. I 56.000 metri quadrati oggetto dell’intervento saranno demoliti per un 50% per dare spazio a costruzioni e nuovi sistemi di viabilità, mentre la parte rimanente, di pregio storico-architettonico, sarà ristrutturata. Nell’area sorgeranno, tra gli altri, due nuovi edifici a torre, al massimo di 18 piani (non dovranno superare il vecchio grattacielo Lancia). Le destinazioni d’uso saranno per l’80% residenziali e per il restante 20% dedicate a terziario ed imprese di piccole dimensioni. Con questa operazione, la Città di Torino incamererà cinque milioni per i diritti edificatori.
Un gruppo di cittadini, il “Comitato parco Lancia” aveva criticato il provvedimento, esprimendo timori su viabilità e parcheggi, oltre che su di un eventuale centro commerciale.
Il voto in aula è stato preceduto da un dibattito aperto dall’illustrazione del provvedimento da parte di Mario Viano (assessore all’Urbanistica): “Questa variante al Piano regolatore classifica l’area ex Lancia come “Ambito di riordino”, riconoscendo la presenza di manufatti architettonici di pregio e di valore storico che dovranno essere conservati almeno per il 50%, pur con le necessarie trasformazioni d’uso. Tra ciò che verrà conservato e le nuove realizzazioni ci sarà un incremento delle superfici edificate ma si otterrà la tutela di elementi di elevato valore storico e documentario. Su questo c’è stata ampia discussione, anche con un comitato di cittadini, e questa dialettica ha anche prodotto alcuni aggiustamenti al provvedimento”.
Maria Teresa Silvestrini (PRC): “La riqualificazione dell’area ex Lancia è necessaria ed è positivo che si conservino il 50% delle strutture architettoniche esistenti, ma riteniamo che nelle scelte progettuali si sia tenuto conto, più che degli interessi della collettività, di quelli degli operatori immobiliari. L’intervento è sovradimensionato, e comporta un aumento delle capacità edificatorie ingiustificato, che garantirà un notevole introito all’operatore, a fronte di soli 2,5 milioni di euro alla Città. L’aumento del carico urbanistico sarà insostenibile per l’insufficiente dotazione di servizi, la viabilità, i parcheggi e la qualità complessiva dell’ambiente”.
Piera Levi-Montalcini (PD): “E’ trascorso più di un anno dall’approvazione in Giunta della proposta di deliberazione e il suo approdo in Sala Rossa. Avrei voluto che la Commissione Urbanistica, che ha dibattuto approfonditamente la questione effettuando anche un sopralluogo, fosse resa più partecipe delle decisioni, ed anche più ascoltata dalla Giunta. Questa variante al Piano Regolatore darà il via ad un insediamento di 56mila metri quadrati e 2500 abitanti, con un impatto sulla viabilità che andrà esaminato con molta cura”.
Giovanni M.Ferraris (Moderati): “Pur condividendo il progetto permangono delle perplessità che riguardano la qualità della vita della zona in questione. Una riguarda le ricadute sul traffico: anche se sono stati fatti degli studi, è un problema che non va sottovalutato. Inoltre lo sfruttamento di ogni metro quadrato messo a disposizione dall’amministrazione all’operatore incaricato di procedere all’operazione, deve essere compensata con impegni e ricadute positive sul territorio come, ad esempio, la riqualificazione di Belleville che da troppi anni vive una situazione di forte degrado”.
Mario Carossa (Lega Nord): “Questo è l’ennesimo episodio che vede l’amministrazione svendere parti della città per far cassa. Queste operazioni che chiamate di riqualificazione vanno avanti da molto tempo senza essere sostenute da un progetto generale di riordino urbano. Voi non ascoltate i cittadini che vi hanno eletto e proseguite dritti per la vostra strada”.
Roberto Ravello (AN-PdL): “Vorrei ribadire il principio secondo cui alla base di ogni operazione dell’Amministrazione deve andare verso l’interesse collettivo. Riqualificare territori degradati significa migliorare la qualità della vita. Ma in questo caso non siamo certi che la trasformazione urbana rechi reale beneficio ai cittadini. La questione sarà ancora discussa e noi siamo disponibili al dialogo ma non accettiamo né ricatti né minacce”.
Ha concluso l’assessore Viano: “Il progetto è stato costruito sulla base della tutela dell’interesse pubblico. La norma urbanistica è una tutela frutto di una lunga e nobile storia. Ogni nostra operazione è rigorosamente conforme a questa norma. I margini negoziali sono stretti e in ogni caso ispirati a un principio di equità”.
Il provvedimento è stato approvato con 28 voti a favore, 4 contrari e tre astenuti. Hanno espresso voto contrario i consiglieri di Rifondazione Comunista, mentre si è astenuto il gruppo Lega Nord. Favorevoli sindaco, PD, Gruppo misto di maggioranza, Sinistra Democratica, Moderati, Nuova sinistra per Torino, Italia dei Valori. FI-PdL, AN-PdL e UDC non hanno partecipato al voto.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (SL-CR-AA-TDN)
Torino, 18 Gennaio 2010