Il debito di Torino non è superiore a quello di Milano o Roma. Lo ha detto in Consiglio comunale
l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni, rispondendo alla richiesta di comunicazioni dei consiglieri Ravello e Ghiglia, (AN), Coppola (FI), Angeleri, Lonero (La Destra), nate dallo studio pubblicato dalla Fondazione Civicum di Milano.
Il dato del debito confermato da Passoni ammonta a circa 3 miliardi di euro. Punto di partenza dell’analisi, sono i dati della contabilità pubblica del Comune che integra i dati con prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale.
“Il dato aggregato esposto dalla Fondazione Civicum comprende tutti i residui passivi, compresi l’Iva, che la città contabilizza e che per riclassificazione di natura patrimoniale finiscono come debiti versi terzi”, ha spiegato l’assessore al Bilancio.
Passoni ha spiegato come nel dato della Fondazione si considerino ad esempio tanto il debito per la realizzazione di un’opera che contabilizza il mutuo, quanto la spesa che la città deve ancora pagare.
“Occorre”, ha aggiunto, “non mescolare i criteri di contabilità economica patrimoniale con crititeri di contabilità finanziaria con effetti che penalizzano l’immagine di Torino”.
“Mi spiace”, ha detto, “che lo studio non dica che Torino è la Città che fa più investimenti nel settore sociale, che è più efficiente nel fare entrate mentre, per le contravvenzioni pro capite, è al di sotto di Milano”.
Il trend di crescita del debito reale contratto per investimenti in dieci anni è cresciuto di circa 1 miliardo, con una punta di mutui contratti per 730 milioni nel 2005 connessi a opere olimpiche, passante e metropolitana.
In relazione alla vicenda “derivati”, sui quali hanno chiesto comunicazioni i consiglieri Carossa (Lega Nord) e Angeleri (VPPE), Passoni ha detto che i dati sono pubblici e che le banche Jp Morgan e Ubs sono tra le controparti che la Città di Torino ha nei derivati. Ha spiegato che non è diminuita l’attenzione della Città per il fenomeno, tesa a ridurre il profilo di rischio e il nozionale complessivo dal 2006 al 2001 è sceso da 1,283 miliardi a 1,190 miliardi.
Il bilancio della gestione derivati è sotto controllo. “Dal 1 gennaio 2006”, ha detto l’assessore, “non è mai stato aggiunto 1 euro al bilancio dei derivati. Stiamo rimborsando le quote capitali e i derivati tenderanno a zero”.
In relazione alla richiesta di comunicazioni di Alberto Goffi (UDC), relativo alle ricadute del decreto anticrisi approvato dal Senato, Passoni ha sottolineato come alcuni elementi del provvedimento non siano ancora esaustivi.
In merito al patto di stabilità l’assessore ha affrontato il tema di come gli investimenti concorrano a determinarlo.
Il Comune di Torino è tra i comuni che chiede che tutti gli interventi infrastrutturali non debbano concorrere al saldo del patto di stabilità, a condizione che la differenza che ne deriverebbe non sia però a carico degli enti locali, ma dello Stato, perché le città non debbano rinunciare alla spesa pubblica, soprattutto in un momento di crisi.
Dopo l’intervento dell’assessore al bilancio si è aperto il dibattito.
Roberto Ravello (AN): Il voto che l’associazione Civicum ha assegnato alla nostra città è gravemente insufficiente, soprattutto per trasparenza e rendicontazione dei risultati: solo 37 centesimi.
A chi dobbiamo credere, al sindaco Chiamparino che dice che i debiti sono causati dalle Olimpiadi o all’autorevole Castellani che lo nega? Mentre Atrium e Medal Plaza marciscono vi indignate per i 500 milioni di aiuti del governo a Roma e dimenticate i 300 milioni ricevuti per la linea 2 della metropolitana e per la TAV, dimenticate che città governate da sindaci della vostra parte, come Napoli, hanno ricevuto maggiori contributi dallo Stato, rispetto a città come Torino e Milano. Vi considerate virtuosi perché avete una spesa per il personale bassa ma non dite che questo succede grazie a fattori come un buono pasto che è poco più della metà di quello regionale o al non conteggiare i più di 4 milioni all’anno di consulenze tra le spese di personale.
Giuseppe Lonero (La Destra): Chiedo di sapere se il Comune di Torino ha ancora una capacità residua di indebitamento e se potrà avere un futuro di investimenti per sviluppare la città e ammodernare le strutture. Oppure ci attende un futuro in cui dovremo solo gestire la spesa corrente?
Andrea Giorgis (Partito Democratico): Ringrazio l’assessore Passoni per la sua relazione. Gli enti Locali, si sa, sono parte integrante della struttura-Paese. Se è così è incomprensibile che il Governo non si adoperi per consentire a tutti gli enti locali ed in particolare a quelli virtuosi, di sviluppare le infrastrutture nell’interesse non solo della Città ma dell’intero Paese. Sarebbe miope e irresponsabile, mettere in difficoltà le amministrazioni governate dal centrosinistra. Ciò infatti significherebbe mettere in difficoltà i cittadini.
Antonello Angeleri (Verso il partito popolare europeo): Sono rimasto preoccupato dall’indebitamento dell’Amministrazione. Noi siamo la città che statisticamente sta peggio rispetto agli altri comuni con un debito di circa 6000 euro per cittadino. Debiti e anche questo è preoccupante, che avranno i cittadini futuri e che dovranno pagare. Non è normale che il Comune abbia debiti per centinaia e centinaia di milioni con le società partecipate e leggendo i giornali vediamo che la Mole e il Regio sono in vendita. Noi dell’opposizione abbiamo affrontato con serietà il tema del bilancio e chiediamo al sindaco un serio esame di coscienza.
Ferdinando Ventriglia (Forza Italia – Popolo della libertà): Nessuno ha mai detto che le responsabilità ricadano solo su questa Giunta, la questione è cominciata fin dai primi anni Novanta. Torino è la città che spende di più sul Welfare, va bene, però è anche la città che preleva di più dai cittadini.
Pare strano che il sindaco non affronti una discussione sui suoi errori, perché con questo indebitamento non si può andare avanti.
Rispetto agli altri comuni la città ha in media un debito del 170% in più. Negli indicatori di stabilità 1 rappresenta una situazione a rischio, Torino si trova a 2,6.
Giulio Cesare Rattazzi (Partito democratico): E’ un momento in cui ci vuole uno sforzo comune. Si deve però considerare che i dati tra i diversi comuni non sono calcolati con lo stesso sistema.
Il problema del debito c’è e dobbiamo affrontarlo cercando di attenuarlo. Se raffrontiamo la situazione debitoria in rapporto agli abitanti di alcuni grandi comuni Torino e Roma sono pressoché sullo stesso livello, seguono poi altre città tra cui Milano. Io mi auguro che tutti insieme possiamo affrontare questo momento con l’obiettività di analisi.
Alberto Goffi (UdC): bisogna subito trovare soluzioni, è inutile invocare il fallimento della città per poi ottenere un successo elettorale alle elezioni successive. Come quelle forze politiche che qui sono opposizione, e che alla Camera hanno votato contro un ordine del giorno che avrebbe dato alla città la possibilità di ottenere finanziamenti come successo per Roma e Catania. La Lega a Torino attacca gli sprechi e a Roma li appoggia.
Mario Carossa (Lega Nord): dall’intervento dell’Assessore Passoni, sembra che i conti siano a posto. Ma basta uscire fuori dalla Sala Rossa per vedere che già la manutenzione delle strade comincia a essere difficoltosa a causa dei tagli. La Lega è una forza trainante del paese e per questo non può essere ben vista da tutti. La nostra ambizione è quella di cambiare l’Italia e per farlo siamo disposti a ingoiare rospi.
Infine la replica del sindaco
Sergio Chiamparino: nel suo intervento, presentando la ricerca di Civicum ha citato, scusandosi per il “piccolo gesto di narcisismo”, il giornale “Il sole 24 ore” che definisce Torino e Venezia le città più virtuose d’Italia e “L’Espresso”, che lo riconosce assieme al sindaco Cacciari come miglior sindaco d’Italia. In diretta relazione al debito il sindaco ha citato dati ANCI che evidenziano come la differenza tra le spese in conto capitale di Torino e quella di altre città Italiane rispecchi le differenze nel debito. A sostegno della ragionevolezza del debito attuale Chiamparino ha affermato che si tratta di opere che saranno usate dai cittadini torinesi e dai loro discendenti ancora molti anni dopo che il debito sarà stato estinto.
Rispondendo al Consigliere Ravello il sindaco ha spiegato che Valentino Castellani ha inteso affermare che il bilancio dell’ente che ha realizzato le opere olimpiche è stato chiuso senza lasciare debiti, quanto ad Atrium esso è stato totalmente finanziato dagli sponsor. Il debito aggiuntivo che grava sulla città è per 400 milioni da attribuirsi all’organizzazione delle Olimpiadi, per altri 400 milioni per la metropolitana e per 200 milioni per il passante ferroviario. Quanto ai 500 milioni stanziati per cancellare il debito di Roma, Chiamparino ha affermato di dissentire non sul finanziamento ad una città che, in quanto capitale d’Italia, fronteggia spese superiori alla norma nell’interesse del Paese, ma sul colpo di spugna che esenta la città dall’assumere iniziative per affrontare la propria situazione debitoria, come ad esempio quelle che ha dovuto prendere Torino rivedendo la sua situazione patrimoniale-immobiliare.
A.A. - F.D'A. - S.L. - T.D.N.
Torino, 26 Gennaio 2009