Il Consiglio comunale ha approvato i patti parasociali che disciplinano la governance, il diritto di voto ed i rapporti tra i soci di “Farmacie Comunali Torino S.p.A.”.
La Città di Torino detiene il 51% del capitale sociale. Il restante 49% è di proprietà di un Raggruppamento temporaneo di acquirenti costituito da Farmagestioni Società Cooperativa e Unione Cooperative Servizi Assistenza – Società Cooperativa, individuato tramite una gara ad evidenza pubblica.
In particolare, con i patti parasociali i partecipanti si impegnano a non vendere, offrire o cedere le azioni vincolate per tutta la durata del patto (cinque anni dalla data di sottoscrizione).
Il Consiglio di amministrazione sarà composto da 5 componenti: il presidente e due consiglieri saranno nominati dal Comune, gli altri due consiglieri, di cui uno con la carica di amministratore delegato, saranno nominati dal socio privato.
Il presidente avrà la rappresentanza generale della società di fronte a terzi, la gestione dei rapporti istituzionali, il potere di convocare il consiglio di amministrazione, fissare l’ordine del giorno, coordinare i lavori.
All’amministratore delegato spettano tutti i poteri per la gestione ordinaria e straordinaria con esclusione dei rapporti contrattuali di natura commerciale superiori a 50 mila euro non previsti nel budget.
Per quel che riguarda il collegio sindacale, che vigila sull’osservanza della legge e dello statuto della società e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, spetta al Comune la nomina di due sindaci effettivi (di cui uno con la carica di presidente) e di un sindaco supplente. Al socio privato spetta la nomina di un sindaco effettivo e uno supplente.
Il Consiglio comunale ha approvato anche alcune modifiche allo statuto di Farmacie Comunali Torino, resesi necessarie per adeguare il testo ai patti parasociali.
Tra le competenze spettanti all’amministratore delegato si specifica che gli sono attribuiti i poteri di straordinaria amministrazione, ad eccezione dell’acquisto o cessione di immobili, assunzione di ipoteche e la prestazione di fideiussione.
In caso di assenza o impedimento del presidente il potere di rappresentanza generale spetta al vice presidente, se eletto, ad eccezione delle funzioni concernenti i rapporti istituzionali, tra le quali le relazioni al Consiglio comunale. In questo caso il Presidente sarà sostituito dal consigliere anziano di nomina del socio del Comune di Torino.
Viene, inoltre, introdotto l’articolo 23 bis che istituisce l’organismo di vigilanza composto dal presidente del Consiglio di amministrazione, un dipendente della società scelto di comune accordo tra il socio pubblico e il socio privato.
La votazione dalla delibera, approvata con 28 voti a favore, 2 astenuti (30 i consiglieri presenti) è stata preceduta dal dibattito.
Monica Cerutti (Sinistra democratica): Il controllo pubblico del 51% si va depotenziando a favore del socio privato. Il 51% pubblico non garantisce l’’interesse pubblico, se non sostanziato nella governance.
Deve essere salvaguardato il ruolo di indirizzo e controllo del Comune.
Alcune modifiche da noi sollecitate sembrano essere state recepite: il mantenimento di alcune deleghe in capo al consiglio di amministrazione, inquadramento, retribuzioni o cessazioni del personale, e la limitazione della sua autonomia di spesa a 50.000 euro rispetto ai 100.000 previsti inizialmente.
Siamo critici su questa operazione. Il nostro voto sarà positivo, seppur con una valutazione negativa dell’operazione.
Domenico Gallo (Gruppo comunista): Esprimo un voto favorevole alla delibera che salvaguarda comunque un patrimonio comunale importante. tenendo presente che la cessione del 49% non è da considerarsi come una rinuncia, ma solo un modo per garantire un servizio migliore.
Il Comune deve esercitare il controllo politico per salvaguardare delle funzioni storiche e sociali. Avrei preferito un ridimensionamento maggiore del ruolo dell’amministratore delegato, anche se è avvenuta in relazione all’autonomia di spesa. Ritengo positivo il fatto che sia salvaguardata l'occupazione.
Antonello Angeleri (Lega nord): Vogliamo salvaguardare il ruolo del controllo pubblico verso la Società. Ci sono aspetti dettati non solo dal codice civile ma anche da aspetti morali. Oggi votiamo una delibera fortemente emendata, ma non ci convince ancora, perché resta il problema di fondo, che è politico e che riguarda l’infrazione delle regole di mercato. Non abbiamo pregiudiziali contro chi opera nelle farmacie in società con il Comune. Non partecipiamo al voto. Controlleremo l’operato del socio privato.
Giovanni Maria Ferraris (Moderati) La scelta di un partner industriale serviva a far funzionare un sistema che altrimenti accusava difficoltà. Far camminare un’azienda con una scarpa in un piede e uno zoccolo nell’altro non è possibile. Bisogna valutare se sia interesse pubblico incidere fortemente nel lavoro odell’amministratore delegato condizionandone l’operato.
Interventi invasivi adesso rischierebbero di nuocere all’azienda e di vanificare il percorso fatto fino ad oggi. Il socio di minoranza ha dimostrato capacità e serietà. Attenzione quindi a non rischiare di perdere tutto per eccesso di “interesse pubblico”, quando il vero interesse è il bene di questa azienda.
Andrea Tronzano (Pdl-Forza Italia) Noi tuteliamo valori come il principio di trasparenza e di efficacia e dell’interesse pubblico.
Ma anche interessi legittimi, di chi ha vinto una gara pubblica e deve essere tutelato dall’Amministrazione. Il socio privato ha pagato 12 milioni salvando il bilancio, in più si è accollato il 49% dei debiti, pari a circa 23 milioni di euro. Ricordo inoltre che il socio pubblico ha sempre il compito di indirizzo, che i dipendenti sono contenti di questa fusione e che la prima semestrale, sembra prevedere un attivo di 200000 euro. Per queste ragioni voteremo a favore, se la maggioranza saprà garantire il numero legale.
Alberto Goffi (Udc) Ribadisco quanto abbiamo già sostenuto. Ritenevamo che fosse ancora meglio una cessione completa. Tuttavia giudichiamo positivamente l’entrata di un partner industriale qualificato.
Se c’è stata una semestrale positiva, cosa che in precedenza è mancata, lo si deve a ciò. Perciò l’Udc esprimerà voto favorevole.
Andrea Giorgis (Pd): Con questa delibera l’amministrazione tiene fede agli impegni assunti al momento della gara cercando di assicurare al socio pubblico le condizioni per esercitare al meglio il proprio ruolo di indirizzo e di controllo
Mario Carossa (Lega Nord) il mio dovere politico è quello di denunciare quando ci sono operazioni di questo genere inopportune o pasticciate, nate per fare cassa e che non vengono qualificate dai risultati. Le farmacie comunali dovrebbero rimanere sotto il controllo pubblico perché sono un bene della collettività e hanno un significato sociale importante. Inoltre, il bando non prevedeva questi significativi cambiamenti proposti in questa delibera: è possibile che se fossero stati chiariti prima del bando, qualcun altro avrebbe deciso di partecipare alla gara.
Far cadere il numero legale, qui mi riferisco ai colleghi di Forza Italia, è un modo per non fare da stampella ad una maggioranza forte sulla carta ma che più volte non ha mantenuto i numeri sufficienti in Consiglio comunale.
Roberto Ravello (An-Pdl): ribadisco il principio (già affermato per la fusione Iride-Enia) che nel confronto tra pubblico e privato è compito dell’amministrazione tutelare l’interesse pubblico.
Siamo d’accordo con i contenuti della delibera ma non ci consideriamo una stampella da usare per il mantenimento della maggioranza: il Pd rivendica l’autonomia; rivendicazione che gli concederemo restando a guardare questa loro prova di forza al momento del voto.
Giulio Cesare Rattazzi (Partito Democratico): Rimarrò in aula alla votazione, ma mi asterrò. Perché sono perplesso su quanto si è fatto, sia dentro che fuori da Palazzo Civico, e ritengo che l’etica debba prevalere sulla prassi politica. La mia critica, collaborativa, all’operazione passa attraverso cinque motivi: è politicamente affrettata; è economicamente svantaggiosa; è socialmente dubitabile, se non dannosa; giuridicamente solleva qualche dubbio; è proceduralmente “avventurosa” perché il bando di gara è stato cambiato.
Gioacchino Cuntrò (Partito Democratico): Sono soddisfatto di come è stata gestita la costruzione della delibera che stasera siamo chiamati a votare. Partendo dal presupposto che il testo è stato uno dei più discussi in Commissione, con molti interventi e contributi correttivi dei consiglieri. La procedura svolta è chiara e coerente Anzi, ritengo che andasse venduto il 100% delle farmacie comunali, perché oggi non svolgono un ruolo sociale. Il mercato è stato liberalizzato, i farmaci si vendono al supermercato e i prezzi sono determinati dalle case farmaceutiche.
Infine il vice sindaco
Tom Dealessandri: In questa delibera c’è un riequilibrio, che scommette sul fatto che socio pubblico e privato possano, insieme, fare meglio di quanto non possano fare i due soci da soli. Se la collaborazione funziona ci sono ricadute positive per tutti.
Nel pensare questo provvedimento, ci siamo preoccupati anche del piano sociale verso il quale, questa delibera dovrebbe portare ulteriori miglioramenti.
Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 27 Luglio 2009