Torna la cimice dell’olmo: in questi primi giorni di giugno crescono le segnalazioni di cittadini che risiedono in corsi e viali con alberate di olmi (tra questi, corso XI Febbraio, corso Farini, via Breglio e piazza Moncenisio) e lamentano la presenza d’insetti all’interno delle abitazioni. Si tratta di cimici dell’olmo (Arocatus melanocephalus), la cui diffusione è recente (da circa quattro anni) e colpisce tutto il Nord Italia. Al momento non sono ancora state individuate procedure efficaci di lotta.
Negli anni passati il Settore Alberate Urbane della Città ha sperimentato trattamenti insetticidi notturni in chioma con prodotti a bassa tossicità per l’uomo e trattamenti endoterapici con iniezioni nel fusto, ma la lotta non ha avuto riscontri positivi.
L’Arocatus melanocephalus è un emittero ligeide di piccole dimensioni (6-7 mm di colore nero con disegno rosso) che sverna come adulto in luoghi riparati (fessure dei muri, rivestimenti ed infissi delle case) e poi, nelle giornate più calde di fine inverno e inizio primavera, esce dai luoghi di svernamento e raggiunge gli olmi dove si nutre dei frutti, le samare. L’accoppiamento fra i maschi e le femmine avviene durante il periodo di nutrizione. Dalle uova fuoriescono le forme giovanili e quindi gli adulti a fine primavera iniziano i voli per la ricerca dei rifugi, principalmente verso le case. L’insetto compie una sola generazione l’anno, non punge l’uomo e non è agente di patologie pericolose per uomini e animali, ma la sua presenza è molto fastidiosa.
La lotta con insetticidi applicati sulle chiome degli alberi risulta di scarsa efficacia perché la cimice trascorre sugli alberi un periodo limitato del suo ciclo vitale, rispetto al tempo che invece trascorre nelle abitazioni.
Al fine di ridurre il disagio nelle case si consiglia l’utilizzo di zanzariere a maglie sottili, la chiusura delle fessure di porte e finestre, la rimozione meccanica, ad esempio con l’uso di aspirapolvere, degli adulti dai luoghi in cui si rifugiano (fessure e intercapedini nei muri, serramenti, avvolgibili delle tapparelle, biancheria stesa, nascondigli nelle abitazioni…) e il ricorso a insetticidi a uso domestico a bassa tossicità, preferibilmente a base di piretrine di sintesi o naturali.
(mm)
Torino, 15 Giugno 2009