Beppe Castronovo resterà in carica ancora per quindici giorni. La Sala Rossa, questa sera ne ha votato la revoca (36 favorevoli, 4 contrari, 3 astenuti. Sinistra democratica non ha partecipato al voto). Successivamente, la votazione per l’immediata esecutività del provvedimento non ha ottenuto i voti necessari.
Nelle scorse settimane Castronovo aveva incontrato alcuni manifestanti dell’organizzazione Free Palestine, ricevendo “la ferma contrarietà” della Conferenza dei capigruppo.
Prima della votazione si è svolto il dibattito.
Andrea Giorgis (Partito democratico): Avrei preferito non dover illustrare la delibera. Nel merito il documento riprende la posizione espressa dalla Conferenza dei Capigruppo, dopo la nota vicenda e che vide lo stesso presidente Castronovo ammettere l’errore. La delibera non intende compromettere i rapporti politici con Rifondazione né intende mettere in discussione la maggioranza che ha dato in questi anni un contributo importante nell’accompagnare la trasformazione e lo sviluppo della città.
Domenico Gallo (Comunisti): Auspicavo che non si arrivasse a questa situazione anche per il coinvolgimento umano che comporta. Speravo che il presidente Castronovo si rendesse conto che non aveva più la fiducia della Sala Rossa. Ma il documento proposto usa un contenuto e parole sproporzionate rispetto alla vicenda. In confronto a scandali nazionali dove alcuni amministratori non si sono dimessi, la vicenda di Castronovo è un fatto irrilevante. Con i cinque emendamenti proposti, intendo depurare l’atto per consentire al Consiglio comunale di votare una delibera corretta e rispettosa della dignità di una persona.
Monica Cerutti (Sinistra Democratica): Oggi ci troviamo in imbarazzo. Siamo sconcertati da questo braccio di ferro tra il presidente del Consiglio e il Partito Democratico. Occorreva un atto di responsabilità. Sarà criticabile l’atteggiamento di Castronovo, ma non crediamo posso essere motivo di revoca. Il provvedimento di revoca è inconsistente, strumentale: il PD vuole dimostrare che aveva ragione quando aveva dubbi nel rinnovare l’incarico al presidente. Noi non parteciperemo al voto, con la speranza che questo Consiglio si occupi di questioni più importanti: il bilancio, la variante 200, la fusione GTT-ATM.
Luca Cassano (PRC): Non sono mancate voci che mi attribuivano ambizioni da presidente, ma se mai queste appartengono ad altri. Sarebbe stato opportuno non arrivare a questa votazione di sfiducia. Il presidente avrebbe dovuto seguire le indicazioni del partito per il quale è stato eletto nel 2006: noi non siamo qui per noi stessi, ma per rappresentare i ceti deboli, che non comprendono questi dibattiti. La crisi della politica e della Sinistra risiede anche nello spettacolo caricaturale che offre di sé. Chiedo al presidente un gesto che ci consenta di superare questa situazione; in ogni caso, voteremo contro la delibera di sfiducia, non strappando il filo che lega gli eletti ai loro partiti.
Daniele Cantore (FI-PDL): Avrei voluto che il capogruppo del PD ritirasse la proposta di revoca e che il presidente si dimettesse, come frutto di un accordo nella maggioranza. Sono triste per le istituzioni: da domani ricomincia il valzer del PD e della maggioranza per la poltrona di presidente, come già nei mesi scorsi. Non si può essere così sprezzanti verso le istituzioni. Avevamo chiesto per primi la rimozione di Castronovo, con una mozione circostanziata: ad essa si è voluto opporre un documento che mescola vicende personali, politiche e istituzionali. Dietro la telenovela sulla presidenza si nasconde la volontà di cambiare maggioranza, includendo l’UDC.
Ennio Galasso (Moderati) Auspico che non si continui a ferire l’autorevolezza dell’istituzione. Negli interventi ben argomentati e seri di coloro che sono intervenuti prima di me, in uno ho colto il disagio, nell’altro l’esplicito invito a dimettersi.
Ritengo, per essere custodi di quel valore che assume il Consiglio comunale, se non sia il caso di invitare Castronovo, e io lo invito, a prendere l’iniziativa e togliere tutti dal disagio. In questo modo Castronovo rivaluterebbe il suo ruolo e riscatterebbe le disattenzioni che lui stesso ha ammesso.
Parafrasando Pavese, non c’è alba più triste della compagnia della solitudine.
Gian Luigi Bonino (Partito Socialista) L’intervento del capogruppo del Pd Giorgis è avvenuto anche in qualità di primo firmatario della delibera, ciò significa che gli altri colleghi firmatari hanno condiviso le sue parole. Non si è trattato di un caso di ignavia da parte dei colleghi.
Tengo a dire che anche io sono dispiaciuto del fatto che il presidente Castronovo non abbia rassegnato spontaneamente le dimissioni così come richiesto anche dai suoi colleghi della sinistra.
Mario Carossa (Lega Nord): Lei, presidente Castronovo, rappresenta una parte politica di cui sono tenacemente avversario. Non mi è piaciuta la sua elezione, tantomeno la sua ri-elezione: è stata una buffonata, che dura ancora adesso. Alla maggioranza non importa nulla di Free Palestine. Hanno approfittato di un suo errore per ottenere una poltrona. E ritengo non aver detto nulla nel merito della revoca una manchevolezza della maggioranza e del primo firmatario del documento, che ha parlato dieci minuti senza dire nulla.
Alberto Goffi (UDC): Merito di questo presidente è la tenacia che, in politica è una virtù. E’ difficile distinguere il livello istituzionale dal livello politico. Nella nota vicenda, il presidente ha incontrato coloro che sono sostenuti dal suo partito, provocando una ferita istituzionale. E’ un fatto grave e per questo l’UDC non ha avuto da subito esitazione nel proporre una mozione di sfiducia e, per questo per coerenza voterà quella di oggi proposta dalla maggioranza. Compito del presidente è quello di unire: con il suo comportamento, Castronovo ha contribuito a creare un solco tra due popoli, tra le istituzioni e la città e nella maggioranza. Per questo è stato certamente “straordinario”.
Roberto Ravello (AN-PDL): Il presidente gode di stima e simpatia da parte nostra, ma questo non toglie che abbia commesso atti che noi condanniamo. Si è reso evidente il fatto che non è in grado di rivestire il suo ruolo istituzionale, compromettendo il rapporto di fiducia con il Consiglio. Il problema, però, è che al di là dei singoli esponenti, è Rifondazione Comunista nel suo insieme che non sa muoversi in modo istituzionale. Si è dimostrato in vari casi, come l’occupazione della sala “Carpanini” da parte dei centri sociali e il rifiuto di Castronovo di farli sgomberare.
Antonello Angeleri (VPPE) Abbiamo dieci minuti per discutere di una cosa che, vorrei sapere, quanto può interessare i cittadini. Rimpiango la Prima Repubblica, quella dei partiti. Avrà avuto grandi piaghe ma faceva rispettare le regole. Ora, invece, si utilizzano le diverse forme di rappresentanza per il proprio interesse personale, senza nessun rispetto per le regole. Ritengo istituzionalmente scorretto aver dato legittimazione a coloro che non hanno alcun rispetto delle regole. Invito Castronovo, prima di arrivare al voto, di onorare questa sala dimettendosi.
Ferdinando Ventriglia (Forza Italia PDL): Esprimo un forte disagio personale nell’assistere a una nuova manifestazione di strumentalizzazione delle istituzioni da parte del centrosinistra. Innumerevoli volte, nelle legislature che hanno visto la partecipazione nella maggioranza dei partiti di estrema sinistra, si sono avute occasioni simili. Cito, ad esempio, la partecipazione dell’allora sindaco Castellani ai funerali di uno spacciatore marocchino ucciso ai Murazzi. Questa delibera è intrisa di giudizi politici e di “cronachetta”. Avrebbe dovuto avere una più degna formulazione istituzionale. Con essa il Pd apre un vaso di Pandora che lascerà il segno nel futuro del Consiglio Comunale.
Giuseppe Lonero (La Destra): Ho sempre auspicato la partecipazione dei cittadini ai lavori del Consiglio, ma oggi sono contento che ci siano pochissimi cittadini ad assistere. L’unico aspetto positivo è l’intervento del collega Cassano, che ha rivendicato la dignità dei consiglieri. Non siamo stati eletti per parlare di personalismi, ma per fare gli interessi dei torinesi, ai quali non interessa nulla di questa discussione. Ritengo comunque grave il comportamento di Castronovo, che ha dato dignità di rappresentanza a chi nega a Israele il diritto di esistere.
Andrea Giorgis (PD) Replica: Fa bene a quest’aula avere un’opposizione agguerrita. Peccato che tutto questo ritrovato impegno si consumi nell’unica vicenda in cui occorrerebbe far prevalere un atteggiamento istituzionale.
Andrea Tronzano (Forza Italia PDL): Non accettiamo in quest’aula lezioni di democrazia da chi ha cambiato la Costituzione con soli 4 voti di differenza. Questa nostra opposizione è sempre stata determinata, leale e coerente. E’ oggettivamente impossibile difendere quello che ha detto Giorgis. Non vedo come possa credere politicamente a quanto ha affermato. Stimo Castronovo come persona, ma l’atto che ha compiuto andava oggettivamente al di là del suo ruolo.
Gaetano Porcino (Italia dei Valori) Intervengo come capogruppo di Italia dei Valori per evitare che qualcuno pensi che siamo privi del dono della parola. Non riesco seguire il filo logico degli interventi di alcuni colleghi consiglieri. A cominciare da quello di Carossa, per continuare con quelli di Ravello e Cantore.
Non è in discussione la persona di Castronovo, noi umanamente lo difendiamo. Ci siamo inseriti in un dibattito politico – istituzionale e ci siamo accordati con altre parti politiche per sottoscrivere la delibera di revoca.
Beppe Castronovo (presidente del Consiglio comunale): Non esiste, contrariamente a quanto affermato nella delibera di revoca, nessuna prassi consolidata che preveda l’autorizzazione dei Capigruppo perché il presidente incontri persone o associazioni. I manifestanti pro Palestina che ho ricevuto chiedevano la fine dell’embargo di Gaza, la condanna del massacro dei civili, la riattivazione del gemellaggio con Gaza, la bandiera a lutto per le vittime civili e il rifiuto di nuovi rapporti commerciali con Israele. Non sono posizioni da terroristi, ma a chi vuole sfiduciarmi interessa solo che il presidente non esprima posizioni politiche su quanto accade nel mondo: ma la guerra, come accade in Palestina, attiene alla coscienza e alla collocazione politica di ognuno di noi. Nella loro radicalità, i manifestanti hanno chiesto di colloquiare con le istituzioni. Ho pensato che il dialogo sul Medio Oriente fosse importante, come pensano lo scrittore David Grossman, il segretario ONU Ban Ki Moon, il musicista Daniel Barenboim o Massimo D’Alema.
Non ho sbagliato, e il tentativo di revocare il presidente per motivi politici è illegittimo ed inopportuno. La funzione di presidente del Consiglio comunale non è strumentale all’attuazione di un programma di maggioranza ma al corretto e imparziale funzionamento dell’aula. Per questo non mi dimetto, ognuno prenda le proprie responsabilità. Se davvero fossi stato attaccato alla poltrona, avrei potuto trattare, mediare. Ma non l’ho fatto.
L.C. - F.D'A. - M.Q. - C.R.
Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 16 Febbraio 2009