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Il Consiglio comunale ha approvato questa sera una deliberazione riguardante la vendita di immobili di proprietà comunale.
Il provvedimento, passato con 33 voti favorevoli, 5 contrari, 2 astenuti e 3 consiglieri che non hanno partecipato al voto, prevede la vendita di sei edifici e un terreno attraverso un’asta pubblica a offerta segreta.
Gli immobili si trovano in: corso Spezia angolo via Bizzozzero (prezzo della base d’asta 10.080.000 euro), via Riberi angolo via Ferrari (base d’asta 2.200.000 euro), via Baltimora 91 (base d’asta 6.300.000 euro), corso Regina Margherita angolo corso XI febbraio (base d’asta 8.600.000 euro), via Medici 121 (base d’asta 1.000.000 euro), via Chieri 19 (base d’asta 570.000 euro).
Per il terreno, situato in via Capelli angolo via Servais, il prezzo della base d’asta è di 450.000 euro.
Prima dell’aggiudicazione provvisoria dell’asta, la Città si impegna ad adottare le varianti urbanistiche in conformità al Piano Regolatore. Una successiva deliberazione dovrà invece trattare la modifica delle destinazioni d’uso urbanistico degli immobili.
Durante il dibattito in Sala Rossa, sono intervenuti i seguenti consiglieri:
Giuseppe Lonero (La Destra) Penso che dalla discussione sulla deliberazione e sugli emendamenti sia evidente il voto contrario del mio Gruppo. Voglio però sottolineare un aspetto politico: con questo provvedimento si impoverisce il Comune di Torino, senza avere alcunché come contropartita. La vendita di questi immobili servirà solo per coprire spese correnti, sostanzialmente per pagare gli stipendi. Senza avere ricadute positive sulla città.
Roberto Ravello (Alleanza Nazionale – Popolo della Libertà) Siamo di fronte a un’ennesima dismissione di immobili della città. E’ giusto liberarsi dei rami secchi, che costano soltanto e non fruttano, ma il provvedimento proposto ci pare un po’ affrettato: serve solo a far fronte a spese spicciole, che l’Amministrazione non sa come pagare. Con 30 milioni di euro non si paga neanche un mese di stipendi dei dipendenti comunali e questo è solo un ulteriore passo verso il baratro, perchè il Comune è ormai alla canna del gas. Come pensate di pagare le prossime rate dei mutui? Come farete fronte a un debito di 3 miliardi di euro?
Antonello Angeleri (Verso il Partito Popolare Europeo) Vorrei rimarcare il mio dissenso nei confronti di questo provvedimento, non partecipando al voto. Oggi si va ad approvare un artificio finanziario che consegna alle generazioni future una città ancora più povera. Quante interpellanze abbiamo presentato in questi anni, paventando una situazione del genere? E ci è sempre stato risposto che si trattava di preoccupazioni immotivate. Il sindaco dovrebbe capire che questa situazione è figlia di precise scelte politiche, sue, di questa Giunta e della Giunta precedente.
Daniele Cantore (Forza Italia – Popolo della Libertà) Siamo contrari a questa delibera perché andiamo a diminuire il patrimonio di questa città. Da mesi chiediamo informazioni sui derivati senza ottenere risposte. Senza gli errori delle due giunte Chiamparino, non saremmo arrivati a queste dismissioni a basso prezzo. Il buco del bilancio non sarà coperto dai 30 milioni di euro che si ricaveranno dalla vendita degli immobili. Si mettono delle “pezze”, ma non copre il buco. Chiediamo chiarezza sui derivati, sui residui attivi e sul bilancio comunale.
Mario Carossa (Lega Nord Piemont Padania) Mi trovo in difficoltà su questa delibera perché vendiamo patrimonio dei cittadini e di nessun altro. Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a una svendita. Dal 2003 al 2004 ci sono state dismissioni per 225 milioni di euro. Ora siamo costretti a svendere per 30 milioni di euro. Questo segna il fallimento totale di questa maggioranza. Vi è una mancanza totale di progettualità, si continuano a fare spese inutili tipo i circa 5 milioni di euro per l’Arena Rock. Mi dissocio completamente da questa delibera e dichiaro la non partecipazione alla votazione.
Gioacchino Cuntrò (Partito Democratico) La delibera dell’assessore Viano ha il mio pieno sostegno. A coloro che ora attaccano la maggioranza sul buco di bilancio creato con la sottoscrizione dei derivati, ricordo che gran parte dei Comuni piemontesi ha usato questo strumento finanziario, indipendentemente dalla collocazione politica delle diverse amministrazioni e, oggi, tutti sono preoccupati per lo stato delle finanze. Gli investimenti fatti dal Comune hanno aiutato la città a uscire dalla crisi industriale grazie alla riqualificazione che, a partire dalle Olimpiadi, sta rendendo Torino apprezzata e ammirata in Europa e nel mondo.
Alberto Goffi (UDC) La responsabilità politica sulla scelta di utilizzare i derivati dovrà essere affrontata. Un altro conto è il senso di responsabilità che ogni consigliere deve assumersi nel prendere decisioni su difficoltà finanziarie che si possono tradurre in tagli per la spesa sociale e i servizi ai cittadini. Per questo, al momento del voto non uscirò dall’aula, ma mi asterrò. Abbandonare l’aula sarebbe uno scaricarsi dalle proprie responsabilità.
A nome della Giunta, l’
assessore all’Urbanistica Mario Viano ha replicato agli intervenuti: Per le questioni di carattere generale discuteremo nella fase di analisi del bilancio 2009. Stasera mi preme sottolineare che la dismissione non è una svendita di beni e tanto meno un’operazione per fare semplicemente “cassa”. Ci ispiriamo al criterio di una sana amministrazione: sono immobili che non rendono e generano costi. L’asta pone sul mercato i beni a dei valori congrui e credo che il bacino delle piccole imprese sia interessato all’acquisto. In definitiva, si tratta di un processo di razionalizzazione della logistica del nostro Comune.
(F.D'A. - M.Q. - A.A. - T.D.N. - R.T.) Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 1 Dicembre 2008