Vai ai contenuti

Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2008


IN CONSIGLIO COMUNALE IL DIBATTITO SULLA SITUAZIONE ECONOMICA

Spedisci via mail

La crisi mondiale dell’economia continua a colpire in modo pesante ed indiscriminato, con ripercussioni fortemente negative anche per la nostra città dove, nelle ultime settimane, per centinaia di lavoratori torinesi si è materializzato lo spettro della disoccupazione.

Intervenendo in Consiglio comunale questo pomeriggio, il vicesindaco Tom Dealessandri ha fatto il punto: “Per capire su quali temi concentrare la nostra attenzione e cercare di interagire con la situazione di crisi per dare una speranza alle aziende ed alle persone maggiormente colpite. Come tutti sappiamo - ha continuato Dealessandri - questa è una crisi generalizzata e finanziaria che ha il suo epicentro negli Stati Uniti ma che ha coinvolto tutto il pianeta. Il Piemonte e la provincia di Torino per le caratteristiche che hanno dal punto di vista della produzione, stanno pagando un maggiore scotto.

“Non è facile fornire un quadro con i dati a disposizione. Visto che mancano quelli più aggiornati e bisogna fare riferimento solo a quelli di agosto 2008. L’ultimo rapporto di Camera di Commercio racconta però di una produzione industriale in contrazione nella nostra provincia, attorno al 3,2%”. I dati sulla cassa integrazione ordinaria non sono ottimistici: il vicesindaco ha precisato che ad agosto erano state utilizzate già 7milioni di ore che, in rapporto al numero di lavoratori, ci ponevano al primo posto fra le regioni italiane. E se nel primo semestre sono state 100 le aziende della provincia di Torino ad aver richiesto la cassa integrazione per i propri lavoratori, a settembre-ottobre il numero è raddoppiato.

“Siamo insomma dentro ad una crisi che spaventa per estensione e velocità di espansione. Sperando nella ripresa, non prima del 2010 - ha concluso Dealessandri - dobbiamo concentrare l’attenzione per sostenere in tempi rapidi le aziende e i lavoratori in difficoltà. Occorre assumere decisioni che diano speranza e futuro alle persone. Noi possiamo contribuire con gli altri enti locali e le parti sociali, sedendoci attorno ad un tavolo e coinvolgendo il governo che nelle prossime settimane dovrà dedicare la necessaria attenzione a questo tema”.

Di seguito sono intervenuti i consiglieri comunali.

Alberto Goffi (UDC): “Non possiamo rimanere a guardare, la politica deve dare risposte urgenti. E’ opportuno costituire un tavolo di crisi che includa anche l’opposizione, allargandolo anche ai parlamentari piemontesi. Inoltre è necessario modificare il patto di stabilità, creare un fondo di garanzia straordinario per le piccole-medie imprese, risolvere il problema dell’enorme dilazione dei tempi di pagamento alle imprese da parte degli enti pubblici creando forme di compensazione debiti/crediti. Inoltre bisogna pensare a forme di aiuto, come ad esempio l’esenzione della tassa rifiuti, per le persone con un reddito basso. Non si può guardare la casa che brucia e perdere tempo a discutere sul colore delle giacche dei vigili del fuoco. Assumiamoci la responsabilità politica delle scelte”.

Monica Cerutti (Sinistra Democratica): “A Torino si stanno manifestando i sintomi di una crisi che riguarderà tutto il Paese. Motorola è la situazione più spiazzante, perché è il settore d’intervento su cui si è maggiormente investito. E’ opportuno introdurre gli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e rivedere il patto di stabilità per i comuni Già dal prossimo bilancio il welfare deve essere potenziato. Occorrono piccole azioni concrete più che tavoli di discussione: ad esempio stipulare accordi con le associazioni dei commercianti o agevolazioni tariffarie per acqua e energia, oltre che per la Tarsu”.

Antonello Angeleri (Verso il PPE): “L’indebitamento della piccola-media industria riguarda un terzo delle aziende del nostro territorio. Insieme al consigliere Goffi ho preparato una mozione che chiede la sospensione dei pignoramenti e delle vendite all’asta degli alloggi. Vorrei che lei, sindaco, domandasse a nome di tutto il Consiglio comunale alle banche di intervenire. Infatti gli istituti di credito hanno già chiesto al dieci per cento delle aziende di rientrare dei crediti ottenuti. Il senso di responsabilità deve venire prima delle polemiche”.

Daniele Cantore (Forza Italia - PdL): “Ritengo che il governo abbia fatto il suo dovere. Il vero banco di prova deve essere il bilancio di previsione, sapendo che alcuni capitoli che in passato contribuivano alla ricchezza della città devono essere diminuiti. Le priorità devono essere le infrastrutture, le grandi opere e l’assistenza. Potremmo valutare un aiuto all’industria automobilistica, perché se e vero che la città si è diversificata, quello dell’automobile rimane il perno portante. Voglio ricordare che a Torino la sofferenza dei giovani è permanente. Nessuno ha la ricetta per risolvere la crisi, occorre un tavolo per potersi confrontare e intraprendere un cammino per cercare delle soluzioni”.

Mario Carossa (Lega Nord): “Non crediate che questa crisi sia nata l’altro ieri. E’ da anni che noi della Lega diciamo di proteggere le nostre industrie. Ci avete sempre tacciati di essere razzisti, beceri e ignoranti. La crisi nasce dalla non protezione dell’industria. La Lega ha proposto il blocco dell’immigrazione per due anni, visto che non c’è lavoro per gli italiani e gli stranieri residenti in Italia. La proposta è stata criticata come il solito fenomeno di razzismo.
C’è stata cecità politica non solo da parte di chi ha amministrato questa città, ma anche da parte di chi amministra lo Stato italiano”.

Domenico Gallo (Comunisti Italiani): “Dobbiamo sostenere di più il settore industriale, rispettandone la sua vocazione storica. E’ necessario constatare che Torino è un’area di crisi. Occorre perciò un intervento del Governo con adeguati finanziamenti (e ammortizzatori sociali più forti) e maggiori regole per la delocalizzazione delle fabbriche. Gli imprenditori debbono rispettare delle regole nei trasferimenti delle sedi aziendali, riconoscendo a Torino un ruolo importante nel settore industriale”.

Roberto Ravello (AN verso il Pdl): “Il quadro della situazione è molto preoccupante. Purtroppo non c’è una soluzione della Giunta per l’uscita dalla crisi (non soltanto industriale, ma anche del commercio e delle piccole imprese). Mi aspetto un’operazione concreta di rilancio, come quella di Tne degli scorsi anni”.

Andrea Giorgis (PD - L’Ulivo): “Su una situazione così grave occorre che tutte le forze politiche si assumano le loro responsabilità. Si apra dunque un confronto tra tutti i livelli istituzionali (Parlamento, Regione, Provincia e Comune) e tutte le forze politiche. Se è vero che il contesto economico mondiale è all’origine di questa crisi, è altrettanto vero che la riduzione del potere d’acquisto dei salari è anche dovuta a scelte politiche sbagliate”.

Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): “Questa crisi richiede di innovare le politiche di Welfare attraverso un progetto specifico sulla vulnerabilità sociale da attuare in sinergia con gli attori pubblici, privati e del Terzo settore che già operano in questo campo”.

Giuseppe Lonero (La Destra): “Per i lavoratori che si trovano in situazione di grave difficoltà propongo un Ordine del giorno chiaro e semplice: congelare i debiti contratti per l’acquisto della casa o di beni essenziali. Occorre minimizzare i rischi d’impoverimento delle fasce più deboli”.

Luca Cassano (Rifondazione Comunista): “Dealessandri ha delineato un quadro allarmante per Torino. La situazione è difficile anche per la crisi del sistema bancario. Ci chiediamo se ha ancora un senso il Dpef approntato mesi fa dall’esecutivo, forse andrà modificato. Il Governo sinora è stato il grande assente, visto che si è occupato soltanto delle Amministrazioni di Roma, Milano e Catania”.

Ha concluso il sindaco Sergio Chiamparino: “Non dobbiamo perdere un orientamento saggio. Dobbiamo lavorare su assistenza ed industria, non su assistenzialismo e industrialismo. Ad esempio riproponendo quanto già proposto durante la crisi di quattro anni fa: cercare insieme alle fondazioni bancarie (in grado di mettere in campo risorse significative) di dare un sostegno alle famiglie che sono in maggiore difficoltà ed hanno assunto particolari impegni economici.

Per questo orienteremo il bilancio 2009 su un terreno affine alle politiche sociali, con un profilo teso a mantenere la coesione sociale. Ma senza scadere nell’assistenzialismo, perché è evidente che oltre una certa soglia la riduzione delle tariffe comporterebbe il taglio dei servizi.

Torino - ha terminato Chiamparino - è una città con una struttura industriale che deve essere profondamente rinnovata, perché la competizione si regge con la capacità di stare sul mercato internazionale. Per questo, servono quindi un’industria modernizzata con investimenti che ne migliorino le capacità produttive”.

(Ufficio stampa Consiglio comunale)

Torino, 17 Novembre 2008


Torna indietro | Stampa questa pagina | Torna all'inizio della pagina

Condizioni d’uso, privacy e cookie