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La Giunta comunale questa mattina ha approvato un progetto sperimentale che “lancia” l’idea di “rifugio diffuso”,per ampliare l’offerta di accoglienza per coloro che sono in possesso di permesso umanitario.
Per l’Amministrazione comunale si tratta di provare un vero e proprio affidamento residenziale per adulti attraverso la collaborazione di associazioni e organizzazioni che avranno il compito nei prossimi giorni di rintracciare e preparare quanti decideranno di ospitare temporaneamente persone davvero bisognose aventi i requisiti RAR (Richiedenti Asilo e Rifugiati), offrendo loro vitto, alloggio e accompagnamento sociale.
L’obiettivo, in attesa che altri Enti Locali della nostra Regione (attualmente solo 3 oltre Torino: Ivrea, Chiesanuova e Alice Belcolle) manifestino la loro adesione ai sistemi di protezione, è coinvolgere, in un’ottica solidale, caratteristica della nostra città, un certo numero di famiglie torinesi o, residenti nell’immediata cintura, che possano prendersi carico ciascuna uno o due richiedenti asilo o rifugiati umanitari per sei mesi, un anno al massimo. Torino è città da tempo inserita nel Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), finanziato dal Ministero degli Esteri. Sono disponibili nel centro urbano servizi residenziali strutturati, quali quelli offerti dall’Arci, dal Sermig, dalla Casa del Mondo Unito e Parrocchia di San Luca dove sono messi a punto interventi studiati ad hoc per l’accoglienza e l’integrazione.
Nel 2007, anno appena concluso, si è registrato a Torino un significativo e costante flusso migratorio proveniente da aree del Centro Africa, in particolare da Sudan, Eritrea ed Etiopia. Sono soprattutto giovani tra i 25- 28 anni, fuggiti da conflitti o da condizioni ambientali ai limiti della sopravvivenza per la mancanza di acqua, di cibo e farmaci.
Ora l’Amministrazione comunale, anche su suggerimento di numerosi consiglieri della Sala Rossa, ha deciso di verificare la disponibilità dei torinesi ad accogliere nella propria abitazione persone provate da esperienze drammatiche come la guerra civile, costrette a cercare scampo in Europa per sottrarsi alle violenze.
Spiega l’assessore alle politiche sociali, Marco Borgione: “Chi riesce a sbarcare sulle nostre coste, sopravvivendo a rocamboleschi viaggi via mare, è accolto nei centri del Sud. Ricevuti i primi soccorsi ottiene in breve tempo l’autorizzazione alla permanenza sul territorio italiano per motivi di asilo o per protezione umanitaria, distribuendosi nei capoluoghi di regione in cerca di sistemazione. In tale processo Torino rappresenta per molti di loro una delle mete. Sono attualmente 148 i posti disponibili ogni giorno in città, 420 le prese in carico dell’Ufficio Stranieri e 670 i contatti”.
Attraverso diverse associazioni l’Amministrazione comunale garantirà alle famiglie un rimborso spese di 300 euro mensili a copertura seppur parziale dei costi che la disponibilità richiesta implica. Altri cento euro saranno versati dal Comune all’associazione coinvolta nel percorso individualizzato a sostegno dell’ambientamento in Piemonte. La cifra, per questa prima fase di sperimentazione, stanziata oggi dalla Giunta comunale, ammonta globalmente a 96 mila euro. Si tratta di fondi del Ministero dell’Interno.
Trattandosi di accoglienza di adulti e, in particolare di giovani, la disponibilità può venire anche da single. Le offerte provenienti dalle famiglie saranno raccolte attraverso azioni mirate di sensibilizzazione in collaborazione con l’Ufficio stranieri del Comune. Sarà cura degli operatori comunali prevedere iniziative per l’apprendimento della lingua italiana, l’eventuale sostegno psicologico e l’assistenza legale. L’obiettivo finale è dare autonomia ai rifugiati.
Sempre in collaborazione con i funzionari del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Torino i tecnici comunali stanno procedendo all’individuazione di un edificio che, una volta ristrutturato e adeguatamente arredato, sarà utilizzato da foresteria aggiuntiva da utilizzare ogni qualvolta se ne presenti la necessità, in seguito a emergenze umanitarie. Peraltro a breve Torino sarà sede, insieme a Bari e Caserta di una commissione territoriale per l’immigrazione. Oggi, per la nostra città, è competente quella del capoluogo lombardo.
(gf)
Torino, 29 Gennaio 2008