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E’ continuata nella sessione straordinaria di oggi del Consiglio comunale di Torino la discussione dell’interpellanza generale “Preoccupazioni sul Bilancio” presentata dai consiglieri dell’opposizione Angeleri, Coppola, Cantore, Ghiglia, Carossa, Lonero, Ventriglia e Goffi. All’intervento dello scorso lunedì dell’assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, sono seguite oggi le repliche dei consiglieri.
Antonello Angeleri (Verso il Partito Popolare Europeo): Avevamo chiesto di affrontare in modo preventivo i temi del bilancio in Commissione, ma la maggioranza si è sottratta al confronto. L’assessore Passoni non ci ha rassicurato. Il Comune ha tre miliardi di euro di debiti, 1,5 dei quali a causa dei “derivati”. Dai calcoli fatti oggi abbiamo 150 euro di debito per abitante e potrebbe anche peggiorare per i nostri figli e i nostri nipoti. Noi proponiamo di nominare esperti sui prodotti “derivati” che analizzino il rischio e, successivamente, di valutare un contenzioso legale contro le banche.
Michele Coppola (Forza Italia): Con questa interpellanza volevamo valutare gli orientamenti dell’assessore Passoni prima che la Giunta approvasse il Bilancio, ma i tempi non ce l’hanno permesso. Esprimo la mia solidarietà a Passoni, che d’ora innanzi sarà chiamato assessore “Spendoni”, visto che il Bilancio di quest’anno registra un disavanzo di 10 milioni (rispetto a un avanzo di 1,5 milioni dello scorso anno) e una crescita dell’indebitamento. La scommessa fatta in passato sui tassi variabili è stata persa e la quota capitale di ammortamento dei mutui è salita di 800 milioni rispetto allo scorso anno.
Giulio Cesare Rattazzi (Partito Democratico): Il problema maggiore è il fatto che quest’anno il costo del debito è superiore a quello delle spese normali per beni e servizi. L’interpellanza serve per approfondire il fenomeno dei derivati. Sono uno strumento che rischia di creare un “tesoretto” non previsto, ma in negativo. Ben venga, se riusciamo a farne a meno. In questo senso, comunque i provvedimenti in atto hanno tre aspetti positivi: è stato bloccato il debito pregresso, il costo del debito è stato portato a livelli inferiori, c’è la sicurezza dei flussi finanziari. Se prima eravamo all’inferno, l’assessore Passoni ci ha portato in Purgatorio, ma il Paradiso è ancora lontano…
Alberto Goffi (UDC): Oggi registriamo un fatto nuovo: anche la maggioranza è consapevole che i “derivati” non siano uno strumento positivo. Il sistema dei derivati ha fatto sì che rispetto alle banche, la Città abbia perso otto “scommesse” su dieci. Preoccupano i dati sulle perdite potenziali. Vi apprestate a fare una gestione attiva del debito. Da chi vi fate consigliare? Dalle banche che hanno interesse a vendere i derivati? Quali clausole vincolano il Comune e come è stata condotta la gare fra le banche? Occorre una commissione speciale per affrontare il problema e individuare soluzioni, non solo per il Comune di Torino, ma anche per le migliaia di aziende private che, proprio a causa dei derivati, rischiano il fallimento.
Ferdinando Ventriglia (Gruppo della Libertà): Esiste un’esposizione verso una banca in particolare, e non si può negare che ciò abbia un’implicazione di “prezzo” politico. Continuano a essere troppe le commistioni tra politica e sistema bancario, tanto da mettere la Città in una situazione di dipendenza. La politica e il sindaco dovrebbero riappropriarsi della propria autonomia.
Agostino Ghiglia (Alleanza Nazionale): Il 15 febbraio l’assessore Passoni promise, per la fine di quel mese, un progetto di ristrutturazione del Bilancio. Non è successo nulla, a distanza di tre mesi. Come allora vi dico che siete i biscazzieri della finanza pubblica, ma che giocate anche con carte false, non mantenendo ciò che promettete. Forse non tutti i cittadini hanno piena coscienza di questa situazione, ma ce l’avranno i figli. Non si capisce neanche a quanto ammonti il debito: a febbraio si parlava di 1,2 miliardi, oggi di 1,5.
Mario Carossa (Lega Nord): il Comune si è trovato ad avere un debito per essersi affidato a strumenti finanziari che anche l’assessore Passoni non ha condiviso. Ma il debito comunque è causa anche degli sprechi e non c’è alcuna attenzione per l’utilizzo del denaro pubblico. State facendo degli interventi “tampone”, e in questo modo pensate di gestire la situazione fino al 2011, quando non sarete più voi a guidare il Comune di Torino.
Gioacchino Cuntrò (Partito Democratico): L’abolizione dell’ICI sulla prima casa andrà a incidere per 90 milioni di euro, ma non so come questa cifra verrà sostituita e erogata al Comune di Torino. Gli strumenti finanziari che si usano sono quelli che il mercato offre e in base a quello si fa una scelta. Per chi non deve assumersi la responsabilità di amministrare dire che c’è responsabilità politica per l’utilizzo di questi strumenti finanziari (i derivati) è troppo facile.
Il dibattito si è quindi concluso con la replica dell’
assessore al Bilancio Gianguido Passoni: Il Governo Tremonti introduce il patto di stabilità che ha previsto un taglio in percentuale fissa della spesa storica. In tempi difficili, quindi, gli Enti Locali sono ricorsi a strumenti innovativi in una stretta di risorse congiunturali. La responsabilità politica dell’introduzione del “sistema dei derivati” è però di chi ha governato il Paese, senza distinzioni di colore politico.
Per uscire da questo sistema, nel Bilancio 2008 non c’è una ri-negoziazione del debito, ma un ri-fininaziamento. La Città dimostrerà che la crescita del debito nel 2007 è stata pari a zero. Sono stati istituiti nuovi debiti solo nel limite quota capitale e non c’è stata alcuna sovra-esposizione rispetto a una controparte. L’argomento comunque è serio e non va banalizzato con futili polemiche di schieramento. Bisogna distinguere la polemica politica dai numeri del bilancio e del conto economico. C’è un problema nazionale che si chiama finanza derivata. Noi siamo qui per affrontarlo e risolverlo, anche con l’appoggio del Governo che entrerà in carica.
M.Q. - F.D'A. - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 9 Maggio 2008