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Nel giardino di Largo Sempione dedicato Peppino Impastato, si è svolta oggi una cerimonia per ricordare i 30 anni del suo assassinio e tutte le vittime della mafia e del terrorismo. I quali, ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo, “sono accomunati dalla prassi di assassinare la gente per perseguire i propri scopi, per frenare la crescita civile di questo Paese”. Rivolgendosi agli alunni della scuola elementare “Aristide Gabelli” e dell’ITC “Aldo Moro”, il presidente ha ricordato che “per mafiosi e terroristi parole come convivenza civile, fratellanza e solidarietà, valori ai quali vi state educando, non significhino nulla”. “Oggi - ha concluso Castronovo - ricordiamo Impastato, Moro e tante altre vittime innocenti, morte sotto casa, in una banca, su di un treno o in una piazza. Spero che un domani rammentiate questo giorno come uno dei momenti importanti della vostra vita”. Don Luigi Ciotti, ha raccontato come Peppino Impastato amasse la sua Sicilia e si muovesse fin da ragazzo contro quell’ambiente mafioso al quale appartenevano anche alcuni suoi familiari, fondando prima un giornale e poi una radio.
”Il suo punto di riferimento – ha sottolineato il fondatore del Gruppo Abele e dell’associazione Libera – era un torinese trapiantato in Sicilia, Mauro Rostagno, anche lui assassinato da quella mafia che denunciava attraverso un’emittente televisiva”. Cosa possono fare i bambini contro la mafia, si è chiesto don Ciotti, dando subito una risposta semplice e netta: cercare di capire, con l’aiuto degli insegnanti, di conoscere la storia e i volti di persone come Rostagno e Impastato. “Torino ha dei forti anticorpi nella lotta contro la criminalità organizzata, che in queste strade è arrivata ad assassinare il procuratore Bruno Caccia. E’ una città che ha pagato un prezzo di sangue immenso al terrorismo. Ed è la città del giudice Gian Carlo Caselli, in prima linea da decenni contro terroristi e mafiosi, a Torino come a Palermo”, ha concluso don Ciotti.
Dopo gli interventi del presidente della VI Circoscrizione, Luigi Malaroda (“E’ importante ricordare che ad inaugurare questo giardino eravamo in tremila”) e dell’assessore al Sistema educativo Luigi Saragnese (“Oppressione e disuguaglianze non appartengono al passato, lavoriamo per un mondo dove la democrazia non sia solo una parola”), i bambini della scuola “Gabelli” hanno eseguito due brani rap di loro invenzione sui temi della lotta per la legalità e del ricordo di Peppino Impastato.
L'intervento di Don Luigi Ciotti
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale
Nella foto: don Luigi Ciotti tra i ragazzi che hanno preso parte alla cerimonia per i 30 anni dell'assassinio di Peppino Impastato
Torino, 9 Maggio 2008