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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2008


TESSERAMENTI GTT, DISCUSSIONE IN SALA ROSSA

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In apertura di seduta del Consiglio comunale del 21 aprile, l’assemblea di Palazzo civico ha discusso un’interpellanza generale con la quale sette firmatari dell’opposizione (Angeleri, Coppola, Ghiglia, Carossa, Lonero, Ventriglia e Goffi) hanno chiesto alla giunta se “corrisponde al vero che il presidente e l’amministratore delegato di Gtt sono coinvolti in una sorta di competizione per il tesseramento dei dipendenti dell’azienda alle rispettive associazioni di natura politica”.
Per la giunta ha risposto il vicesindaco Tom Dealessandri: Gtt è impegnata in un percorso importante di riorganizzazione interna e in rapporti con altre società per un percorso di razionalizzazione. Dentro Gtt c’è una forte presenza di tesseramenti di associazioni religiose, culturali, sindacali e politiche. In se questo è un dato positivo, spiegabile con l’elevato numero di dipendenti dell’azienda. Se queste forme di aggregazione creassero una forma parallela alla struttura aziendale sarebbero un elemento negativo e occorrerebbe convocare il management aziendale. Ma attualmente questo fatto non sussiste in quanto le associazioni non travalicano la loro missione.

Dopo l’intervento di Dealessandri si è aperto un ampio dibattito al quale sono intervenuti i seguenti consiglieri:
Antonello Angeleri (Verso il partito popolare europeo): Mi dispiace constatare come, ancora una volta, anziché prendere una posizione netta contro una tale vergognosa pratica, la giunta abbia preferito rimanere sul vago con argomentazioni che non forniscono alcuna rassicurazione sulla reale portata del fenomeno. Non è stata fatta alcuna indagine per accertare che il fenomeno fosse reale, e non è stata fornita alcuna smentita di questa usanza, che potrebbe avere avuto anche ripercussioni sul delicato compito di un’azienda quale Gtt. Nemmeno nella tanto vituperata prima repubblica sono mai accaduti fatti del genere. Ci auguriamo che il Comune, dopo tale vicenda, condanni un tale comportamento, se verificato, prendendo finalmente una posizione netta.

Michele Coppola (Forza Italia): Se qualche mese fa la giunta ci avesse detto che Gtt aveva la necessità di individuare un direttore generale per permettere a presidente e amministratore delegato di impegnarsi nella campagna di tesseramento interna, ci saremmo mossi di conseguenza e avremmo accelerato i tempi per la sua nomina.
La verità è che all’interno di Gtt si sta consumando un clima di muscolo contro muscolo che diventa un vero problema nel momento in cui ne patiscono i cittadini. Non è pensabile che un’azienda di questo livello possa permettere ai suoi vertici di distrarsi dalla gestione per dedicarsi alle campagne di tesseramento. Una pagina che non doveva essere scritta da questa amministrazione.

Ferdinando Ventriglia (Gruppo della Libertà): Qui non stiamo discutendo di una competizione fra due partiti per fare più tessere ma fra due correnti dello stesso partito.
Curiose e lontane analogie ricordano come nel 1938 una circolare sulla propaganda rivolta ai prefetti, dall’allora ministro Alfieri, chiedeva di tenere aggiornati i quadri dei nuclei di propaganda con l’obbligo di iscrizione al Partito nazionale fascista. Certo bisogna saper contestualizzare e difatti allora c’era un solo partito. Oggi nessuno mette in discussione la libertà di adesione ai vari partiti, altra cosa è quando il tuo capo viene a dirti che devi prendere la tessera del partito che dice lui.

Roberto Ravello (Alleanza Nazionale): Sono molto deluso dalle risposte dell’assessore Dealessandri. Non mi basta sentir dire che la giunta vigilerà affinché non ci siano ulteriori ricadute, soprattutto quando il secondo tra i firmatari dell’associazione “Democrazia, ambiente e mobilità” è l’assessore Mangone. Viene meno la fiducia che la giunta possa operare con la necessaria obiettività. Noi vogliamo sapere se in Gtt si sia creata una situazione in cui per fare carriera, fosse diventato necessario aderire a quell’appello. Si sarebbe creato un sistema deviato in cui non viene riconosciuto il merito, ma la partecipazione ad un partito.

Mario Carossa (Lega Nord): Non si può far finta di niente. Il problema è che Gtt è controllata da un gruppo politico, in particolare da una corrente del Partito Democratico. Mi viene il sospetto che se i dipendenti dell’azienda vogliono far carriera non possano far altro che aderire. Non serve vigilare – come afferma Dealessandri – bensì occorre risolvere il problema. Mi auguro che l’esposto presentato alla magistratura abbia un seguito, gli organi giudiziari debbono indagare e fare chiarezza.

Andrea Giorgis (Partito Democratico): Occorre capire se vi siano stati atteggiamenti parziali da parte degli amministratori di Gtt; finora non è mai accaduto e non vi è ragione per pensare che ciò accada in futuro. In ogni caso mi auguro che i gruppi di opposizione trovino un accordo per la nomina del presidente della Commissione Controllo di Gestione e che attraverso di essa constatino la professionalità degli amministratori Gtt.

Giuseppe Lonero (La Destra): Non è vero che non c’è nulla da dire in questa vicenda. Purtroppo il malvezzo dei partiti di acquisire consensi con le tecniche del dare e avere sta continuando ed è un malcostume da combattere. E’ bene invece che i cittadini siano informati, in vista delle prossime scadenze elettorali in Provincia e Regione.

Alberto Goffi (Udc): La domanda da porsi è se chi lavora in Gtt sia veramente libero di esercitare il diritto associativo. Quando i vertici aziendali danno indicazioni di questo genere per i dipendenti esiste un condizionamento. Le soluzioni possono essere due: rimuovere i vertici dell’azienda oppure cominciare a cedere le quote di Gtt.

Daniele Cantore (Forza Italia): Se alla Gtt il Pd invece di avere due sezioni ne avesse una, una parte dei problemi sarebbe già risolta. Il punto sta nel capire se le iscrizioni al Pd siano naturali o indotte. Una diminuzione del peso del Comune nelle partecipate forse eviterebbe questi incidenti di percorso.

(l.c. - m.l. - r.t.) - Ufficio stampa del Consiglio comunale

Torino, 22 Aprile 2008


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