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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2008


GRATTACIELO INTESA-SANPAOLO: APPROVATA LA VARIANTE IN ALTEZZA

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Il Consiglio comunale di Torino ha approvato, questa sera, la variante al Piano regolatore che consente alla “torre” progettata da Renzo Piano per il Gruppo bancario Intesa-Sanpaolo, di superare i 150 metri.
Due precedenti varianti al Piano regolatore del 1995, avevano dapprima previsto un innalzamento dell’edificio a 100 metri e, successivamente, con un provvedimento del 2006, a 150 metri.
Il grattacielo sorgerà in corso Inghilterra angolo corso Vittorio Emanuele. Oltre agli uffici della Banca ospiterà spazi pubblici: asilo nido, auditorium, terrazza panoramica e ristoranti.
Ai 150 m andranno aggiunti i piani tecnici, nonché gli spessori finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica, dell’isolamento acustico, delle caratteristiche bioclimatiche e della sicurezza dell’edificio. In ogni caso, l’altezza conseguente all’inserimento di tali volumi e spessori tecnici non dovrà superare il 15% dei 150 metri dell’edificio (172,5 in totale).
Il provvedimento ha ottenuto i voti favorevoli del Partito Democratico, dei Moderati, dell’Italia dei Valori, del Partito Socialista, dell’UDC, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale.
Contro la variante Rifondazione comunista, Sinistra Democratica, Comunisti italiani, Lega Nord, Gruppo Misto di minoranza – VPPE
Sono stati 30 i voti a favore, 10 i contrari.

Di seguito una sintesi del dibattito.

Mario Viano (Assessore Urbanistica) La Variante 164 riguarda soltanto le norme che disciplinano la verifica dei due parametri urbanistici fondamentali dell’altezza – confermata in 150 metri – e della superficie lorda di pavimento (SLP) – 50.000 mq.

Dal calcolo dell’altezza, sono esclusi i volumi e le soluzioni tecniche finalizzate al miglioramento del comportamento energetico dell’edificio. Ai fini del calcolo della SLP, i collegamenti verticali (scale, ascensori) e orizzontali sono determinati in misura fissa del 15%.

Pubblicheremo inoltre l’atto di analisi di compatibilità ambientale, redatto in conformità alla Legge regionale 40 del 1998, per sottoporlo alle osservazioni di tutti coloro che ne hanno interesse. Le osservazioni saranno quindi oggetto di discussione specifica.

Domenico Gallo (Comunisti Italiani) Ho fatto autocritica sul mio voto favorevole alla Variante 124 del 2006 che ho espresso senza valutare l’impatto ambientale. Ora voglio creare un clima di massima prudenza e attenzione, affinché le scelte urbanistiche non vengano prese sulla base delle spinte di gruppi economici e in assenza di un piano paesaggistico. Il grattacielo disturba il panorama, rovina il fascino della nostra città. Non sappiamo neanche quali saranno le ricadute “positive” del grattacielo, non abbiamo serie garanzie da parte della proprietà, quindi voterò contro questa deliberazione.

Piera Levi-Montalcini (Partito Democratico) Chiedo all’assessore di precisare quale sarà la superficie lorda di pavimento totale: se 50.000 o 57.500 mq. Vorrei inoltre sapere come verrà conteggiata l’altezza delle “vele”, dato il loro impatto visivo. Chiedo infine di porre vincoli particolari alla proprietà per la manutenzione dell’edificio, che sarà visibile da ogni punto della città. Insieme al dibattito sullo sviluppo urbanistico della città, vorrei che si discutesse anche delle politiche per fare sì che i palazzi ora vuoti, e da censire con cura, vengano utilizzati, così come quelli che vogliamo costruire.

Alberto Goffi (UDC) Il problema è più importante delle liti domestiche nella Sinistra. Non so se il grattacielo risolverà i problemi economici e l’emergenza povertà, ma è un’opportunità di crescita e di lavoro per tutta la città. Ci sarà uno slancio economico con i lavori di costruzione e le prospettive occupazionali. E’ possibile dire di no a un’opportunità del genere, quando il 40% dei torinesi dichiara di essere più povero rispetto all’anno scorso? Se non interessa alla Sinistra radicale, interessa a me e al mio Partito.

Luca Cassano (Rifondazione Comunista) Speravo che al termine del dibattito si potesse arrivare a una consultazione diffusa sul territorio. Quando si votò la Variante 124 non si aveva la consapevolezza degli stravolgimenti urbanistici che avrebbe comportato. Ora bisogna ri-discutere da zero sullo sviluppo verticale della città. Il futuro di Intesa – Sanpaolo è molto importante, ma non si può non considerare l’impatto visivo della torre.

Monica Cerutti (Sinistra Democratica) Per prendere decisioni politiche si devono avere a disposizione dati tecnici precisi, che in questo caso non ci sono. Non si è valutato sufficientemente l’impatto paesaggistico e ambientale dell’opera, per esempio sui flussi di traffico o a proposito delle conseguenze sulla falda acquifera. Non accettiamo la retorica dello sviluppo fine a sé stesso. E non ci sono impegni precisi sul territorio da parte di Intesa-San Paolo che appare sbilanciato verso Milano, come segnalato anche dai sindacati. Alla politica “del fare” contrapponiamo quella del cosa e come fare. Ci preoccupa che l’amministrazione voglia comunque procedere, senza neppure consultare i cittadini.

Mario Carossa (Lega Nord) Sono stato contrario da subito a questa ipotesi, che trovo devastante dal punto di vista urbanistico. Come si potrà dire “no” ad altre torri, dopo l’approvazione di questa variante al Piano regolatore? Intesa-San Paolo dovrebbe essere vincolato per almeno 20 anni all’uso del grattacielo per le sue attività, non solo per cinque, dovremmo chiedere garanzie e cifre precise sull’occupazione. Spero che i torinesi capiscano da chi sono governati, da persone che antepongono il potere economico a tutto il resto.

Antonello Angeleri (Gruppo misto di minoranza – VPPE) Non sono contro i grattacieli. Non ritengo però che la struttura urbanistica della città debba essere modificata a colpi di varianti al Prg. L’attenzione non deve essere posta solamente all’aspetto dell’altezza, occorre fare anche un ragionamento sui servizi connessi, perché costruire un edificio così imponente vuol dire concentrare migliaia di cittadini.
Non si può costruire una variante pensando solamente alle esigenze di qualcuno ma coinvolgendo tutte le parti interessate.

Daniele Cantore (Forza Italia) Voteremo sì alla variante del Prg. Il percorso per la costruzione del grattacielo è di fatto già avviato. Non si tratta di decidere se realizzarlo o no ma di votare la variante che ne modifica l’altezza.
Chiediamo un impegno politico e amministrativo affinché Torino possa diventare centrale per Intesa – San Paolo e che, una volta terminata questa vicenda, si inizi una revisione del Prg.
Chiediamo inoltre di poter ragionare tutti insieme, nel rispetto dei rispettivi ruoli, per il futuro della città.

Roberto Ravello (Alleanza Nazionale) Alla base dei no alla variante non c’è la difesa del paesaggio ma ci sono argomenti ideologici, visto che da questa stessa sinistra non ci sono state opposizioni così evidenti verso alcune brutture del passato, in questa città. Chi dice no dimostra un appiattimento culturale che rischia di compromettere lo sviluppo della città. Noi ci assumiamo la responsabilità di sostenere questa variante ma il sindaco si renda conto che non ha più una maggioranza e prenda definitivamente le distanze da chi voterà contro.

Andrea Giorgis (Partito Democratico - L’Ulivo) Questa delibera non ha per oggetto “la costruzione del grattacielo” ma la possibilità di superre i 150 metri. E’ frutto di una trattativa tra la Città e il soggetto privato, che prevede una parte superiore ed un “piano terra” di carattere pubblico. Il privato avrebbe potuto costruire il grattacielo anche senza quest’ultimo atto deliberativo. Non c’è stata nessuna richiesta di “soccorso” all’opposizione, anche perché la maggioranza di centro sinistra è in grado di assicurare l’approvazione. C’è invece stata la disponibilità apprezzabile di una parte dell’opposizione a pronunciarsi nel merito delle proposte, con senso di responsabilità.

Sergio Chiamparino (sindaco) Esiste un grande interesse di operatori economici privati, non solo in campo immobiliare, verso la città. Per dar loro le necessarie certezze, occorre aprire un nuovo periodo del Piano Regolatore approvato nel 1995. Ci avviciniamo a metà legislatura e occorre impostare una nuova fase che vada oltre la sua scadenza. Il grattacielo è un simbolo del riequilibrio di Intesa.-San Paolo su Torino, sarebbe impensabile che il Consiglio comunale negasse l’approvazione. Se la torta dell’economia non si amplia, non c’è welfare che possa lottare contro la povertà. Le difficoltà economiche ci sono e occorre mettere in campo tutte le risorse. Non c’è “cambio di maggioranza”: la maggioranza c’è, con le sue articolazioni vivaci. C’è però un fatto nuovo: Per la prima volta, alcune forze politiche votano non secondo logiche di schieramento ma per lo sviluppo della città.

La mozione collegata
Dopo la votazione della variante, il Consiglio ha approvato una mozione (primo firmatario Andrea Giorgis PD – L’Ulivo) con la quale si impegna la Giunta a definire entro marzo un documento che “focalizzi le scelte di politica urbanistica” sul quale il Consiglio possa attivare “un percorso di consultazione e partecipazione che porti alla definizione delle linee guida della politica urbanistica, fino all’adozione di un nuovo strumento urbanistico ispirato ai principi di compatibilità ambientale e adeguato alla nuova disciplina in corso di elaborazione in Regione”.

Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 10 Marzo 2008


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