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Oggi ha ricevuto la cittadinanza onoraria in Sala Rossa
Questa mattina in Sala Rossa, suor Silvia Vecellio ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Torino dal presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo e dal sindaco Sergio Chiamparino.
Nata ad Auronzo di Cadore (Belluno) il 19 agosto del 1931, Silvia Vecellio a poco più di 20 anni si trasferisce a Torino per seguire la sua vocazione che la porterà ad entrare tra le Figlie di Maria Ausiliatrice e scegliere di essere suora missionaria.
Nel 1959 il suo primo viaggio in Brasile e nel 1966 l’approdo al lebbrosario di São Julião a Campo Grande nello stato del Mato Grosso.
Al rientro il Italia, insieme a don Franco Del Piano, don Aldo Rabino fonda l’Associazione Aiuto e Recupero Hanseniani (AARH), ente filantropico che si occupa ancora oggi della gestione dell’ospedale di São Julião.
Il rapporto tra la Città di Torino e Campo Grande, il comune che ospita la struttura di São Julião, è stato sancito dal gemellaggio firmato il 29 maggio 2003.
“E’ São Julião che dovrebbe consegnare la cittadinanza onoraria a Torino” ha dichiarato suor Vecellio subito dopo aver ricevuto l’onorificenza.
“Questa città è da sempre in prima linea per contribuire alla crescita di quell’ospedale - ha continuato la religiosa - grazie al lavoro di don Franco Del Piano, don Aldo Rabino e di centinaia di volontari che hanno dedicato un pezzo della loro vita a São Julião”.
Poco prima, nel tracciare un breve profilo della vita e del lavoro fin qui svolti da suor Vecellio, il presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo, ne aveva ricordato il forte legame con la nostra città, nato negli anni della sua vocazione.
E poi il: “suo impegno nella cura ai malati del lebbrosario São Julião, nel Mato Grosso, e il contributo alla nascita di un centro di salute totalmente gratuito, cammino di speranza per quanti vi entrano, per restituire quella dignità che la lebbra ha offeso”.
Anche il sindaco, nel suo intervento, ha avuto parole di elogio per l’impegno e il lavoro di suor Vecellio e la considerazione di come “il tributo più importante e significativo sia stato il lungo applauso della sala Rossa. Un saluto autentico, caloroso e vero da chi, senza enfasi, può essere definita la sua gente“.
(ML) - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 29 Ottobre 2007