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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2007


“LE COOPERATIVE SOCIALI TORINESI IMPIEGANO EX TERRORISTI ?”

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Discussa questo pomeriggio in Consiglio comunale l’interpellanza generale, sul tema “Le cooperative sociali torinesi impiegano ex terroristi?”, primo firmatario Antonello Angeleri.

Il dibattito è stato preceduto dalla relazione del vice sindaco Tom Dealessandri.
Rispondendo all’interpellanza, ha precisato che, considerato il ruolo attribuito per legge alle cooperative sociali finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, è presumibile che la quasi totalità di queste si occupino anche del recupero di ex detenuti. Sono 85 le imprese di questo tipo che operano fra Torino e provincia.

Ha spiegato che non è possibile sapere, per motivi di riservatezza, quali siano le tipologie complete delle persone svantaggiate che operano nelle cooperative. Nel 2006, in 19 di queste che gestiscono servizi per la Città di Torino, soggetti svantaggiati o disabili erano 273, dei quali 6 ex detenuti.

Sempre nello stesso anno, ha specificato che il finanziamento della Città per progetti di inserimenti di lavoro è stato di 7 milioni 119 mila euro e che, per i condannati ammessi a misure alternative di detenzione, sono definiti singolarmente, insieme all’autorità giudiziaria.

In relazione alla concessione di un alloggio all’ex terrorista Piancone, tramite una cooperativa, Dealessandri ha spiegato che lo stesso aveva presentato domanda di alloggio nell’agosto 2005, per la quale era stato espresso parere favorevole dalla Commissione Emergenza abitativa ed era stato inserito nelle liste di Lo.ca.re. Successivamente gli venne assegnato un alloggio da parte della Cooperativa “Di Vittorio”.

Il dibattito è stato aperto dal consigliere Antonello Angeleri (UDC): La risposta del vice sindaco non soddisfa, perchè è fatta di numeri e non di contenuto politico. Per quanto riguarda la casa, alla luce anche di altre situazioni, occorre stare più attenti nelle procedure di affidamento degli alloggi, anche nei casi di cittadini che compiono atti tesi a frodare l’amministrazione comunale. Quindi c’è bisogno di riconsiderare i criteri di valutazione.

Roberto Ravello (Alleanza Nazionale): Risposta dettagliata ma non sufficiente quella del vice sindaco. Si è aiutato un ex terrorista che non ha svolto in carcere un percorso di redenzione. Spero che la Città dia un definitivo taglio con chi, in passato, ha combattuto contro lo stato e anche contro questa amministrazione. E’ giusto farlo non solo per le vittime ma anche per rispetto verso i cittadini per bene.

Giuseppe Lonero (La Destra): il vice sindaco ha dato una risposta semplicistica, scolastica, nella quale mancano elementi di valutazione politica. Continuiamo a non sapere, anche dopo questo dibattito, perché le pubbliche amministrazioni continuino a scegliere di favorire e trattare così bene i terroristi.

Mario Carossa (Lega Nord): Trasformiamo un caso negativo in un esempio positivo. Apriamo un dibattito per migliorare la legge. Cosa spieghiamo ai ragazzi della scuola dove Piancone ha fatto il bidello? Dobbiamo riconsiderare l’inserimento lavorativo dei terroristi, perché non svolgano più lavori così a contatto con i giovani e con i cittadini in generale. Vanno riviste anche le regole per l’assegnazione della casa che molti cittadini non riescono ad avere.

Ennio Galasso (Alleanza nazionale): Abbiamo attenzione perché un detenuto svolga un percorso di recupero. Ma le istituzioni devono cogliere il dato fondamentale perché questo possa avvenire: il pentimento. Questo segnale, nel caso di Piancone non è mai arrivato e, ciononostante ha potuto godere di privilegi negati ad altri cittadini.

Andrea Giorgis (L’Ulivo): Pensavo di non intervenire, vista la puntuale, equilibrata e per nulla reticente risposta dell’assessore Dealessandri.
Purtroppo ci sono state una serie di considerazioni che mi preoccupano. Vorrei, allora, sottolineare che coloro che hanno pagato il proprio debito con la giustizia, godono degli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri cittadini. La nostra Costituzione, infatti, attribuisce alla pena una funzione di rieducazione sociale. E comunque ogni persona ha diritto a condizioni di vita dignitose.

Tronzano (Forza Italia):a necessario discutere a fondo per evitare che una situazione come questa non si possa verificare mai più.
Chiediamo una riflessione attenta sul problema della casa. La priorità deve essere data ai cittadini comuni rispetto a chi si è macchiato di delitti gravi.

Gallo (Comunisti Italiani):ssistendo a propaganda di basso profilo su alcune tematiche drammatiche. E’ un modo di fare politica che non comprendo. Così manca il senso delle istituzioni e dello stato. La propaganda è legittima ma deve avere un limite. Io credo che chi ha espiato la pena, abbia il diritto di avere una seconda opportunità.

Nella replica, il vice sindaco ha sottolineato come nessuno, nell’Amministrazione, abbia voluto favorire qualcuno. Dovremmo piuttosto discutere se dal punto di vista del recupero facciamo abbastanza. Abbiamo avuto un periodo di forte terrorismo. Sono seguiti processi e condanne. Scontate le pene, serve la riconciliazione, per ricreare le condizioni di convivenza e civiltà.

F.D'A. - M.L. Ufficio Stampa Consiglio comunale

Torino, 15 Ottobre 2007


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