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Questa mattina, durante la seduta della Sesta commissione consiliare, presieduta da Vincenzo Cugusi, sono stati ascoltati i vertici della società pubblica TRM (Trattamento Rifiuti Metropolitani), alla quale è stata affidata la progettazione, costruzione e gestione del termovalorizzatore del Gerbido. Un’opera che richiede una linea di finanziamento di 360 milioni di euro e tempi certi di realizzazione, per evitare possibili problemi nella gestione dei rifiuti nella Provincia di Torino.
Per la società, erano presenti il presidente Giuseppe Vallone, l’amministratore delegato Bruno Torresin e l’ingegnere Giusi Di Bartolo, che hanno illustrato gli ultimi aggiornamenti sulla questione del finanziamento dell’impianto.
“A differenza di quanto pubblicato sui giornali” – spiega l’a.d. Torresin – “il progetto è bancabile. Nessun offerente ha mai messo in discussione la finanziabilità dell’opera (rientro del finanziamento, ammortamento e redditività dell’impianto)”. Tanto che la Banca Europea degli Investimenti (BEI), assicura l’ingegner Di Bartolo, ha già garantito la metà del finanziamento (180 milioni di euro).
I gruppi bancari che hanno partecipato alla gara per finanziare il termovalorizzatore hanno però presentato offerte giudicate non conformi dalla Commissione giudicatrice, che ha chiuso i verbali lo scorso 8 ottobre. Il 9 ottobre il Consiglio di amministrazione della TRM ha ritenuto motivate le conclusioni della Commissione e ha convocato l’assemblea dei soci per il prossimo 5 novembre, in prima convocazione, e 20 novembre, in seconda convocazione, per valutare la situazione. Nel frattempo, è stato stabilito che il c.d.a. possa essere convocato in qualsiasi momento.
Le offerte economiche dovevano essere incondizionate, mentre, ha affermato Torresin, le banche partecipanti hanno inserito “due elementi che non sono nella disponibilità di TRM”.
In primo luogo, nelle offerte pervenute è stata inserita una clausola di gradimento rispetto all’appaltatore che dovrà costruire il termovalorizzatore. Clausola che determina incertezza sulla realizzazione dell’impianto, secondo i vertici di TRM.
In secondo luogo, come elemento di garanzia, le banche vorrebbero limitare il perimetro della compagine sociale di TRM, obbligando il Comune di Torino a mantenere una certa quota nella società. Una limitazione all’assemblea dei soci, secondo Torresin, che invece, così come previsto dallo statuto, può consentire l’ingresso (e l’uscita) in qualità di soci di tutti i Comuni della provincia di Torino (attualmente, il Comune di Torino detiene il 90,9% delle quote).
A questo punto, due sono gli scenari possibili, secondo l’azienda: aprire una fase negoziale con gli offerenti per riconsiderare gli elementi che non sono nella disponibilità di TRM, oppure indire una nuova gara per il finanziamento dell’opera.
Nel primo caso, qualora la strada della contrattazione venga ritenuta percorribile dai legali di TRM, il ritardo rispetto ai tempi previsti di realizzazione e messa in funzione del termovalorizzatore, dovrebbe essere di poche settimane, secondo il presidente Vallone.
Nel secondo caso, pur avviando una procedura di gara con tempi ristretti (50-60 giorni per presentare le offerte, dal momento della pubblicazione del bando), il ritardo, potrebbe salire a due o tre mesi. In parte recuperabili, sostiene Torresin, nella fase di costruzione e gestione provvisoria dell’impianto.
Secondo il cronoprogramma di TRM, l’apertura del cantiere per la costruzione del termovalorizzatore era prevista per i primi mesi del 2008. I lavori dovrebbero terminare entro il 31 dicembre 2010, per consentire l’avvio dell’impianto in gestione transitoria il 1° gennaio 2011. Fase che si concluderà, dopo gli opportuni accertamenti in materia di sicurezza (Arpa, Vigili del Fuoco, ecc.) entro il 2011, con la messa a pieno regime dell’impianto, che sarà in grado di smaltire 421.000 tonnellate di rifiuti all’anno.
Al dibattito in Commissione Ambiente, hanno partecipato il presidente Cugusi, l’assessore Mangone e i consiglieri Ghiglia e Cuntrò.
M.Q. - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 11 Ottobre 2007