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A Torino è nato il cinema e la Città vuole che continui a rimanervi, almeno per quanto riguarda le sale cinematografiche esistenti.
Dopo la crisi del settore dovuta all’arrivo delle “multisala” o “cityplex” e al diffondersi dell’home cinema, il Comune di Torino intende tutelare gli immobili che ospitano attività per lo spettacolo (anche i teatri, quindi), vincolandone la destinazione d’uso e, allo stesso tempo, consentendo di svolgere all’interno dell’edificio stesso anche attività commerciali accessorie e complementari, per una quota non superiore al 50%.
Questo è il contenuto della delibera 2006 02897/009 approvata oggi all’unanimità in Sala Rossa (41 voti favorevoli su 41 consiglieri presenti), che aggiorna l’elenco dei cinema la cui destinazione d’uso ora non può essere modificata.
Oltre ai dieci locali già individuati con il Piano Regolatore Generale del 1995 (Alfieri, Ambrosio, Arlecchino, Fratelli Marx, Ideal, Lux, Reposi, Massimo, Teatro Vittoria, Teatro Nuovo), in seguito a sopralluoghi, contatti con i gestori e l’Agenzia Generale Italiana per lo spettacolo (AGIS) ed audizioni nella Seconda commissione consiliare presieduta da Piera Levi Montalcini, sono stati inseriti nell’elenco dei cinema da salvaguardare anche le seguenti sale: Due Giardini, Eliseo, Erba, Cinema-teatro Gioiello, Greenwich Village, Massaua, Medusa, Pathè, Romano.
Come criteri di inclusione sono stati valutati la presenza di investimenti recenti, di settore o volti a evitare barriere architettoniche, nonché la presenza di un’attività storicizzata e radicata. Sono stati altresì considerati il fatto che l’immobile costituisca o meno una struttura autonoma e/o caratterizzata da valenze storico-artistiche e ambientali e che l’attività svolta sia “polarizzante” nel tessuto urbano in cui si colloca.
Per determinare l’esclusione dall’applicazione della normativa, si è invece tenuto conto della presenza di attività chiuse o trasformate, dell’inserimento in un complesso parrocchiale, del mancato raggiungimento della soglia minima di utenza, della localizzazione all’esterno del centro storico e della scarsa coerenza con il contesto architettonico-urbanistico.
“Si è voluto promuovere l’evoluzione del cinema a Torino” spiega l’assessore all’Urbanistica Mario Viano “tutelando i gestori rispetto alla concorrenza di altri operatori commerciali, vincolando l’uso delle sale e permettendo di ospitare al loro interno anche bar, gelaterie, ristoranti o negozi di dvd a noleggio, per esemplificare”.
M.Q. - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 16 Luglio 2007