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"Dedico questo onore alla memoria di mio figlio Alejandro, che aveva vent’anni, e degli altri 30mila argentini scomparsi con lui durante la dittatura militare” Con questa frase, di fronte ad una Sala Rossa gremita e commossa, Taty Almeida ha ricevuto la cittadinanza onoraria torinese dal presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo e dal vicesindaco Tom Dealessandri.
L’esponente delle Madres de Plaza de Mayo-Linea Fundadora ha voluto sottolineare:“la cittadinanza è un riconoscimento alla lotta trentennale di noi tutte”, chiedendo infine di ricordare i desaparecidos “non con un minuto di silenzio, ma come usiamo fare da noi, in Argentina.” E la sala ha risposto con uno stentoreo “presente!” .
In precedenza, il presidente Castronovo, aprendo la cerimonia, aveva indicato nella protesta pacifica e tenace delle Madres un esempio per i democratici di tutto il mondo. La loro lotta è sempre attuale, ha detto, tanto che ancora ieri la Corte d’Assise di Roma ha emesso 5 sentenze di ergastolo per altrettanti ufficiali della Marina argentina, colpevoli del sequestro e delle morte di tre nostri connazionali residenti nel Paese latinoamericano all’epoca del colpo di stato militare.
“Taty Almeida e le sue compagne - ha rimarcato Castronovo – dimostrano che quando le persone intervengono direttamente, insieme, nella lotta per la democrazia, questa finisce per prevalere”.
La solidarietà che Torino seppe esprimere agli argentini perseguitati dalla dittatura militare è stata ricordata dal vicesindaco Dealessandri, che ha sottolineato come la nostra città sia ancora oggi impegnata in progetti di cooperazione internazionale per aiutare l’Argentina ormai libera a superare le sue difficoltà.
Omar Riccardi, che nel 2006 fu promotore in Consiglio comunale del conferimento della cittadinanza alla signora Almeyda, ha ricordato come la lotta per la verità, iniziata dalle Madres in piena dittatura, continui ancora oggi.
A più di vent’anni fa, ha ricordato Riccardi ,risale il primo rapporto ufficiale sui desaparecidos del 1984 (Nunca mas, mai più), redatto dalla commissione presieduta dalla scrittore Ernesto Sabato e voluta dal presidente della repubblica Raul Alfonsin dopo il ripristino della democrazia.
Daniel Pittuelli, del Centro Culturale Italo Argentino, ha rievocato quella “generazione martoriata, distrutta perché era piena di voglia di vivere e voleva cambiare la società”, salutando la presenza in sala di Maria Dolores Aragòn, rappresentante dell’associazione “H.i.j.o.s.” che raccoglie i figli dei desaparecidos. Infine, Marina Mantecòn, in rappresentanza dell’Ambasciata d’Argentina, ha portato il saluto del governo argentino del presidente Nestor Kirchner.
La cittadinanza onoraria alla signora Taty Almeida era stata decisa dal Consiglio comunale nel marzo del 2006, in occasione del trentennale del colpo di stato del generale Jorge Rafael Videla, che diede inizio alla dittatura militare, rimasta al potere sino al 1983.
(C.R.) - Ufficio stampa del Consiglio comunale
CHI E’ TATY ALMEIDA
Nata 77 anni fa in Argentina, Lydia “Taty” Almeida fu tra le promotrici delle prime proteste delle madri dei desaparecidos, che a partire dal 1977 si incontravano ogni giovedì nella centralissima Plaza de Mayo a Buenos Aires. E’ madre di tre figli, uno dei quali, Alejandro Martìn Almeida, 20 anni studente lavoratore ed attivista sindacale, scomparve nel 1975 senza lasciare traccia. A distanza di 30 anni, le Madres de Plaza de Mayo, insieme ad altre associazioni, continuano a fare pressioni affinché sia fatta giustizia nei confronti dei responsabili dei rapimenti e delle uccisioni perpetrati dal governo militare fra il 1976 e il 1983
NELLA FOTO: Da sinistra, il presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo, Taty Almeida e il vicesindaco Tom Dealessandri
Torino, 15 Marzo 2007