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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2007


FIRMATO A PALAZZO CIVICO IL PROTOCOLLO D’INTESA SUGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E ACCOMPAGNAMENTO NEI CONFRONTI DEI MINORI CHE COMMETTONO REATI

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E’ stato firmato questa mattina a Palazzo civico il protocollo d’intesa tra la Città di Torino ed il Centro Giustizia Minorile del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria per costituire un tavolo interdivisionale programmatico/orientativo, coordinato dal Settore Politiche Giovanili, finalizzato ad interventi di prevenzione secondaria ed accompagnamento dei minori che entrano in contatto con la giustizia.

Alla firma dell’importante documento erano presenti l’Assessore alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità, Marta Levi e il Direttore del Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, Antonio Pappalardo.

Al riguardo quest’anno è stato ricostituito un coordinamento interdivisionale composto da: Settore Politiche Giovanili, Divisione Servizi Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Divisione Lavoro, Formazione Professionale e Sviluppo Economico, Divisione Risorse Educative e Settore Integrazione.

Il gruppo tecnico interdivisionale ha individuato quindi gli indirizzi su cui lavorare : sviluppare una funzione di snodo tra i minori che commettono reati e le diverse opportunità e risposte della città; attivare un punto di osservazione privilegiato, onde evitare che i giovani e soprattutto i più giovani entrino nel sistema penale, o per lo meno, siano privati della libertà; fare in modo che gli autori di trasgressioni non si deresponsabilizzino e che la vittima possa ottenere uno spazio d’attenzione mirato in un’ottica riparativa; cercare un miglioramento del clima sociale attraverso meccanismi distinti dal controllo sociale formale; evitare che i minori e i giovani stranieri siano discriminati nelle opportunità di cittadinanza.

” L’impegno della Città – ha dichiarato l’assessore Marta Levi - , rispetto ai comportamenti trasgressivi dei preadolescenti, degli adolescenti e dei giovani in genere, deve collocarsi nel “prima” che i ragazzi entrino in carcere, per evitare loro l’esperienza carceraria e nel “dopo” per intraprendere percorsi di cittadinanza ed evitare la recidiva, riservando alla presenza nel carcere un ruolo di osservazione e di aggancio per percorsi esterni”.

“C’è la necessità – ha continuato Levi - di continuare a garantire ai giovani soggetti a misura penale, al termine della stessa, una serie articolata di interventi: accompagnamento educativo, spazi di ascolto e di mediazione, percorsi di riparazione, tirocini formativi e lavorativi, orientamento e sostegno scolastico, inserimenti residenziali e semiresidenziali”. (G.Str.)

Torino, 10 Dicembre 2007


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