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Anche quest'anno Torino dedica il mese di novembre all'arte contemporanea e inaugura questo periodo con una delle iniziative che l’hanno resa famosa: le Luci d'Artista.
Le opere d’arte luminose si accenderanno sabato 4 novembre, alle ore 18 con una performance inaugurale in piazza Vittorio Veneto, dove è collocata l'opera di Jeppe Hein proveniente da T1 (la Triennale che si è svolta durante le Olimpiadi della Cultura).
L’edizione 2006 presenta qualche spostamento, ad esempio l'opera di Luigi Mainolfi in via Garibaldi, una trasferta, l'opera della Borghi nella via principale di Salerno, e alcune integrazioni e novità: l'opera di Mimmo Paladino sulla facciata della palazzina uffici della FIAT Mirafiori, una piramide a base triangolare appesa alla gru di Richi Ferrero in corso Regina Margherita, l'opera di Qingyun Ma sulla facciata della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Sotto le Luci si dipana il ricco programma di iniziative legate all’arte contemporanea che proseguirà il giorno 7 con l'inaugurazione della grande mostra “Museo Museo Museo” che la GAM ha organizzato per far conoscere otto anni di acquisizioni con opere che vanno dagli anni '50 a oggi nel padiglione centrale di Torino Esposizioni, il giorno 8 con la mostra “Alllooksame?/Tutttuguale? Arte da Cina, Corea, Giappone” presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il giorno 9 con l’inaugurazione di Artissima 13 al Lingotto. Inoltre il giorno 11 verranno inaugurate contemporaneamente 20 mostre in altrettante gallerie private mentre il giorno 10 inizierà “Nuovi Arrivi 12 – lanormalità” presso l'Accademia Albertina e il giorno 24 prenderà il via “IN SEDE - qui si sta bene” presso l'Assessorato alla Cultura. Intanto a Rivoli si potrà visitare la mostra “Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen: Sculture by the Way” e alla GAM la mostra “C’è un tempo” di Sabrina Mezzaqui.
Di nuovo Torino mostrerà la potenza del suo sistema dell'arte contemporanea e la capacità del medesimo di procedere in modo coordinato e coerente.
Nell’arco di nove anni, la felice intuizione di commissionare ad artisti, pittori e scultori di fama internazionale delle opere d’arte luminose da posizionare nelle vie e nelle piazze è riuscita ad avvicinare all’arte contemporanea pubblici diversi, diventando un appuntamento fisso dei torinesi che hanno risposto con entusiasmo ad ogni edizione, esprimendo il loro coinvolgimento presenziando numerosi alle inaugurazioni e inviando centinaia di lettere ed e-mail.
L’attenzione che altre città italiane ed europee e i media hanno rivolto a questa iniziativa, poi, ha contribuito a consolidare quell’orgoglio che ha portato Luci d’Artista ben oltre le più rosee prospettive degli esordi.
OPERE E ARTISTI
Una tra le innovazioni più significative riguarda il Lucedotto di Richi Ferrero. Collocata su una grande aiuola spartitraffico, in corso Lecce angolo corso Regina Margherita, l'enorme gru, opera permanente di Luci d'Artista dal 2000, da quest’anno si arricchisce della presenza di un nuovo segno. Al gancio è appesa, con il vertice rivolto verso il basso, una piramide a base triangolare. Il solido a tre facce, sollecitato dalla luce collocata al suo interno, al calar della sera s’illumina cambiando colore a seconda delle indicazioni ricevute da un barometro posto sulla gru. In questo modo il grande pendolo, quasi magicamente, comunicherà alla città, la sera prima, come sarà il tempo all’indomani.
Le Illuminate Benches del danese Jeppe Hein sono collocate in piazza Vittorio Veneto, tra via della Rocca e via Bonafous. In Via Modane, nel quartiere San Paolo, l’artista cinese Qingyun Ma ha realizzato Neongraphy, un’installazione collocata sul portone d’ingresso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. E’ una grande insegna al neon giocata sul rosso, il blu e il verde, i colori primari del digitale. Di giorno, quando i neon sono spenti, sono visibili le sagome degli ideogrammi che corrispondono alla parola ming, cioè luce. Con il buio, si accendono i caratteri che rappresentano gli ideogrammi cinesi delle parole Cina, Giappone e Corea.
Le Schegge di luce di Mimmo Paladino, disegnano una struttura geometrica precisa e rigorosa sulla palazzina FIAT di corso Agnelli. Di notte la fabbrica si ferma, si spegne, una pioggia di luce la riaccende e nel buio si concede come riferimento al movimento della città. Ragione e immaginazione sono le due anime dell’opera. «Come se la Fiat – dice il maestro Paladino - racchiudesse in sé l’idea della proporzione e della tecnologia, ma al contempo anche elementi di fantasia e creatività. Forma e contenuto, design e tecnologia sono in fondo le due anime dell’automobile».
In piazza Carignano si potrà ammirare l’opera Cosmometrie di Mario Airò. Si tratta di quarantadue disegni di Giordano Bruno, tratti dal libro “Articuli 160 adversus mathematicos”; essi sono proiettati sulla pavimentazione della piazza, coprendola quasi come se fossero dei tappeti in una Moschea. La produzione grafica di Giordano Bruno è qui ripresa dall'artista per sottolineare il valore conoscitivo delle immagini.
In largo Bertola Vasco Are espone le Vele di Natale. Una moltitudine di triangoli colorati ondeggia sopra le teste dei passanti, un semplice telaio di legno con appesi tanti frammenti di plexiglass colorati, rosso, giallo, verde, arancio, blu, rifrangenti la luce. Al centro della via, appesa ad un alto traliccio brilla di notte anche una gigantesca rosa dei venti, una stella ad otto punte costruita assemblando otto vele multicolori.
L’opera di Enrica Borghi, quest’anno in prestito alla città di Salerno, è costituita da candide sfere il cui aspetto ricorda delle gigantesche Palle di neve formate da bottiglie di plastica, tagliate a metà, con il collo infilato in una palla di polistirolo e il corpo sfrangiato a caldo con le forbici in modo da formare una rosa di petali trasparenti. Dentro a ognuna di queste corolle è inserita una lampadina, così, uno accostato all'altro, i fiori artificiali diventano cristalli luminescenti di un gigantesco fiocco di neve.
L’opera di Daniel Buren si potrà guardare in piazza Palazzo di Città. Un singolare “gazebo” che sorregge una fitta rete di cavi d'acciaio ai quali sono appesi tanti cubetti rossi e bianchi, o blu e bianchi, di notte, accesa, ci appare come un Tappeto volante, sospeso a mezz'aria.
In Volo su… di Francesco Casorati uno stormo di uccelli si libra in volo sopra le vie Pietro Micca e Cernaia. Raffigurati ad ali spiegate in forme stilizzate, i volatili sorreggono con il becco un lungo filo rosso fluorescente, un sottile tubo al neon, che dipanandosi congiunge da un capo all'altro il tragitto.
In piazza Carlina sarà esposta l’opera di Nicola De Maria, il Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime. Questi fiori magici sono le stelle della città.
Il Planetario di Carmelo Giammello è in via Roma. Una rete invisibile sovrasta la strada sorreggendo tante diverse costellazioni: l'Orsa Maggiore, l'Orsa Minore, Orione… In questo insolito firmamento metropolitano, altre luci più piccole rappresentano le migliaia di astri che affollano il nostro universo, qui raffigurato a portata di mano.
I Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn sono al Monte dei Cappuccini. Nella notte la cappella di Santa Maria si staglia sulla cima del colle che sovrasta il Po, proprio di fronte ai Murazzi, come fosse sospesa a mezz'aria. Illuminata da potenti fari blu, la chiesa perde il consueto aspetto di edificio conventuale e si trasforma in una presenza surreale, quasi un'astronave in volo. Tutt'intorno alla chiesa del Monte dei Cappuccini, sono collocati dei tubi al neon, cerchi di luce che da lontano, complici le nuvole basse e le nebbie che d'inverno salgono dal Po, diventano “piccoli spiriti blu”.
L’installazione Doppio passaggio di Joseph Kosuth, uno degli esponenti più rappresentativi dell'Arte Concettuale, si trova vicino al ponte Vittorio Emanuele I ai Murazzi. Due scritte al neon riproducono frasi di Italo Calvino e di Friedrich Nietzsche, tratte rispettivamente da “Le città invisibili” e “Così parlò Zarathustra”.
Nella centralissima via Garibaldi si potranno leggere le parole di Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi: "Luì era matto e questa storia racconta come Luì il Matto riuscì a ritrovare i Bambini perduti nel Bosco Silenzioso." Con questa frase inizia la fiaba scritta dal novelliere Guido Quarzo e che viene scandita lettera per lettera, in una serie di scritte colorate che si dipanano lungo tutta la via.
Sulla Mole Antonelliana, di notte, si vede da lontano una lunga sequenza di numeri (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89…), la cosiddetta serie di Fibonacci, dal nome del suo ideatore, un matematico pisano vissuto tra il 1170 e il 1250. E’ Il volo dei numeri di Mario Merz, progressione numerica, in cui ogni cifra è la somma delle due precedenti, utilizzata per costruire installazioni concettuali che alludono agli esplosivi, apparentemente caotici, processi organici di crescita esistenti in natura.
Concerto di parole è il lavoro di Mario Molinari, in viale dei Partigiani, ai Giardini Reali. Gigantesche sculture astratte, realizzate in polistirolo espanso, verniciate a vivaci colori e illuminate da potenti fari, sembrano voler irrompere nel buio della notte. Massicce d'aspetto, ma in realtà leggere, sono composte da cilindri, parallelepipedi e altre figure solide.
In piazzetta Mollino si potrà ammirare Vento solare di Luigi Nervo. Nervo ha utilizzato in maniera prevalente il legno, con il quale ha realizzato opere di stile arcaizzante e primitivista.
In via Amendola - via Buozzi Domenico Luca Pannoli espone L’amore non fa rumore. Tutta l'abituale segnaletica urbana è modificata dall'intervento dell'artista che sospende nell'aria le sue insegne vivacemente neo-pop che inneggiano all'amore e alla solidarietà. Così, l'insegna di un "Tabacchi. Valori bollati." diventa l'insegna della "Tolleranza. Valore universale."
In via Po vi sono i cerchi di luce di Palomar , l’opera di Giulio Paolini: decine di cerchi di luce che si accostano e si intrecciano assumendo l'aspetto di tanti pianeti, attorno ai quali orbitano vari satelliti. In questo sfavillante firmamento cammina a mezz'aria un funambolo, fulcro concettuale di tutta l'installazione, progettata come metafora dell'uomo in bilico tra la conoscenza e l'ignoto.
In piazza della Repubblica, a Porta Palazzo, ecco Amare le differenze di Michelangelo Pistoletto. Quest'opera, dal dichiarato contenuto sociale, è parte del progetto Love Difference Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea che Pistoletto realizza con Cittadellarte. Il concetto di fondo di questo progetto è portare amore là dove si producono le tensioni dovute alle diversità. Le parole Love Difference (Amare le differenze) sono ripetute in 40 lingue diverse, a rispecchiare la pluralità delle componenti sociali presenti nella città.
Noi del pittore e scultore Luigi Stoisa è una luminaria antropomorfa, tante coppie di giganteschi esseri umani. E’ esposta in via Lagrange. Sono un uomo e una donna con i piedi puntati verso i margini della strada e le teste una contro l'altra a suggerire una simbolica unione affettiva e mentale. Una fuga di archi, una lunga galleria sospesa a “proteggere” i passanti, tutti “Noi”.
Jan Vercruysse espone le Fontane luminose in piazza Carlo Alberto. L'installazione è formata da cinque vasche che contengono acqua corrente: da esse si innalza una nebbia permanente prodotta da speciali macchine teatrali, colorata di rosso da alcune luci installate all'interno. Le vasche sono posizionate su file parallele in modo da permettere alle persone di camminare in mezzo a questa sorta di foschia, in un'atmosfera suggestiva.
Luce fontana ruota di Gilberto Zorio è una grande stella collocata al centro del Laghetto di Italia '61, in corso Unità d’Italia. Ogni punta della stella è una pala specchiante che ruota lentamente nella corrente (con l'ausilio di un motore elettrico) e solleva spruzzi scintillanti nella notte, colpiti dalla luce di due potenti fotocellule. L'opera assume così l'aspetto di un gigantesco mulino ad acqua.
L'inaugurazione si svolge alle ore 18.00 di sabato 4 novembre presso la nuova opera Illuminate Benches di Jeppe Hein, in piazza Vittorio Veneto
Programma:
Ø Suoni e ritmi dal mondo con l’Orchestra di Porta Palazzo, a cura di Associazione culturale Place du Marché.
Ø Dalle musiche delle osterie di Borgo Dora, tra la canzone italiana e il ballo liscio, alle percussioni africane, senza dimenticare le sonorità orientali e quelle sudamericane.
Ø Danze intorno a una panchina, performance con le coreografie dei soci di Coorpi-Coordinamento
Ø Danza Piemonte. A cura di La Piattaforma teatrocoreograficotorinese&co.
Ø Accensione delle Luci d’Artista
Caldarroste offerte dall’ Associazione Commercianti di piazza Vittorio.
Informazioni:
Assessorato alla Cultura
tel. 011.4433926 - 011.4424791 - 011.4424793
www.torinocultura.it
www.torinoplus.it
www.torinoartecontemporanea.it
(gf)
Torino, 2 Novembre 2006