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La passerella di 368 metri realizzata dall’Agenzia Torino 2006 - che scavalcando la ferrovia sostenuta e sovrastata dal grande arco rosso, divenuto uno dei simboli dei Giochi di Torino 2006, collega il Villaggio olimpico all’Oval e all’area fieristica del Lingotto - è da oggi aperta al passaggio di pedoni e ciclisti.
Non si tratta di un debutto, perché era già stata utilizzata da atleti, tecnici e accompagnatori in occasione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali, dei Campionati mondiali di scherma e di altri eventi sportivi durante i quali i partecipanti alle gare avevano soggiornato nelle palazzine del Villaggio olimpico costruito negli spazi dell’ex mercato ortofrutticolo all’ingrosso (MOI).
Ma ora, come detto, l’accesso è consentito a tutti i cittadini e la lunga passerella diventa un utile e concreto elemento di collegamento tra due aree dello stesso quartiere, fisicamente separate dai binari della ferrovia.
Il ponte pedonale tra via Giordano Bruno e l’area del Lingotto è aperto tutti i giorni della settimana per quindici ore, dalle 7.00 del mattino alle 22.00.
LA PASSERELLA OLIMPICA
(informazioni tratte da “Torino MOI. Da mercati generali a villaggio olimpico”, pubblicazione realizzata da Officina Città Torino in collaborazione con Toroc e Agenzia Torino 2006)
L’Agenzia Torino 2006, nell’ambito della realizzazione del Villaggio Olimpico ha bandito un concorso internazionale di progettazione che comprendeva anche il collegamento pedonale tra l'area degli ex Mercati Generali e l'adiacente centro polifunzionale del Lingotto.
Ha vinto il concorso il progetto del Gruppo internazionale di progettisti guidato dall’architetto torinese Benedetto Camerana.
Il progetto della passerella porta la firma di Hugh Dutton, un “architetto ingegnere" partner di Camerana in vari progetti tra l'Italia e Parigi, sede del suo ufficio. Dutton, coinventore con Peter Rice del vetro strutturale (una delle rare sostanziali rivoluzioni tecnologiche nel mondo dell’architettura negli ultimi decenni) è sembrato nuovamente la persona più adatta per ideare una soluzione di assoluta innovazione tecnica e profondo rigore formale. L’idea di Camerana è stata quella di riportare a Torino i massimi livelli dell’ingegneria tecnica e strutturale internazionale, come fu con i lavori di Nervi e Morandi nel dopoguerra.
Il punto di partenza del progetto della passerella è stato un incontro tra Camerana e Dutton a Parigi, nel settembre 2002, con l’obiettivo di ideare un segnale forte, visibile da lontano, un simbolo per le Olimpiadi e per la Torino del futuro.
L’idea del grande arco è nata quasi di getto, al tavolino di un bar nel Marais, tracciando schizzi su qualche tovagliolo di carta. L’arco è piaciuto subito, come valore simbolico, come struttura innovativa ed essenziale, di grande forza e leggerezza, e come richiamo quasi perfetto delle eleganti e leggere arcate del MOI.
Il progetto si è poi sviluppato rapidamente. L’arco è alto 69 metri, ha sezione triangolare, è inclinato verso il Lingotto per favorire la geometria degli stralli, è asimmetrico per aiutare l’andamento incurvato della passerella, che è sostenuta da cavi per una campata unica di 156 metri senza appoggi, più altri 212, con appoggi, suddivisi sulle due testate. Sono tutte strutture essenziali, nelle quali la forma deriva solo dalla funzione di collegamento e dalla minimizzazione del materiale. Il principio strutturale è una semplice ruota di bicicletta, simbolo di leggerezza e tensione, dove l’arco è il cerchione, gli stralli sono i raggi, e l’impalcato del ponte è il pignone.
Il Villaggio olimpico è stato realizzato su un lotto lungo e stretto affacciato sul grande parco ferroviario come su un waterfront dimenticato, e sull’altra “sponda”, verso l’immensa struttura industriale della Fiat Lingotto, reinventata da Renzo Piano. Il progetto enfatizza il collegamento: la passerella entra fin dentro al Lingotto stesso. Viene così a realizzarsi una passeggiata in quota sul panorama industriale recuperato, realizzando una connessione diretta tra due grandi sistemi urbani rinnovati nel segno di una “città olimpica”, alla ricerca di una nuova centralità urbana per la Torino del futuro.
La costruzione è avvenuta a cura delle ditte Sermeca di Mede Lomellina (PV) e Falcone di Villafalletto (CN), vincitrice della gara d’appalto. La realizzazione dell’arco è passata dai conci intermedi giunti dalla Bulgaria a Torino via nave e assemblati a terra. La costruzione dell’impalcato del ponte si è svolta nelle officine Falcone a Villafalletto.
La PASSERELLA OLIMPICA in numeri
Altezza dell’arco: 69 metri
Larghezza dei piedi dell’arco: 55 metri
Peso dell’arco: 460 tonnellate
Peso delle fondazioni in cemento armato: 182 tonnellate
Numero dei cavi di strallo: 32
Lunghezza massima dei cavi: 113 metri
Diametro massimo dei cavi: 75 millimetri
Peso dell’intero impalcato: 660 tonnellate
Altezza massima della passerella: 11,80 metri
Luce libera da appoggi sulla ferrovia: 156 metri
Lunghezza totale della passerella: 368 metri
Stazione Appaltante:
AGENZIA TORINO 2006
Progetto architettonico:
Hugh Dutton – Hugh Dutton Associées e Benedetto Camerana, Camerana&Partners
Progetto strutturale:
Hugh Dutton – Hugh Dutton Associées
Ditte appaltatrici: in associazione temporanea di imprese
SERMECA S.R.L. Mede (PV)
FALCONE F.LLI S.R.L. di Villafalletto (CN)
Costo complessivo dell’opera:
14 milioni di Euro (comprensivi di tutti gli oneri di legge IVA, spese tecniche, concessioni ecc.)
(mge)
Torino, 30 Ottobre 2006