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Migliora la qualità della vita in città e si riduce la presenza di fattori problematici. Infatti, la quota della popolazione che vive in aree prive di tali fattori è aumentata in dieci anni (dal 1991 al 2001) dal 46,1% al 60,9%. Inoltre, oltre metà della popolazione torinese ha cambiato casa nell’arco degli ultimi cinque anni.
È quanto emerge da una ricerca commissionata dal Settore Periferie della Città di Torino all’Ires Piemonte, presentata oggi dall’assessore alle Politiche per l’Integrazione Ilda Curti nella sala polivalente “Mario Operti” di piazza Livio Bianco a Torino. Scopo dell’analisi era di indagare la struttura sociale del territorio comunale torinese e, in particolare, di studiare gli squilibri che potevano essere riconosciuti a riguardo della distribuzione spaziale di fattori di disagio sociale. Nello specifico, poi, il Comune era interessato a verificare in quale misura gli ambiti di intervento di politiche e progetti integrati, messi in atto nel quadro delle azioni del Settore Periferie, coincidessero o meno con le zone più critiche della città.
Il confronto con un’analoga ricerca svolta nel 2001 ha permesso di effettuare comparazioni e analizzare un andamento nel tempo delle variabili prese in esame, identificando tendenze storiche utili a osservare il fenomeno indagato da un punto di vista temporale e non soltanto puntuale.
Il lavoro ha consentito di definire una geografia delle condizioni di problematicità sociale e di raffigurarla attraverso adeguate rappresentazioni cartografiche.
Analizzando i dati delle 3801 sezioni utilizzate per il censimento del 2001, sono state prese in considerazione le presenze di:
1. anziani in età superiore ai 70 anni;
2. bassa scolarità (popolazione superiore a 15 anni priva di licenza di scuola media inferiore);
3. lavoratori dipendenti con basse qualifiche professionali tra la popolazione attiva in condizione professionale;
4. disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione nella popolazione tra i 34 e i 59 anni.
Con questi quattro indicatori, o fattori problematici, si è costruita una mappa della loro presenza in ciascuna delle sezioni elettorali. Ne è emerso un quadro (raffrontabile con la ricerca del 2001) che offre alcune indicazioni interessanti.
1. Conferma della distribuzione di fattori problematici soprattutto in periferia, quasi del tutto assenti nel centro e tra collina e Po.
2. Le criticità si concentrano soprattutto nella periferia nord (sponde della Dora, zone Monterosa, Montebianco, borgata Tesso, Lucento-Vallette e Falchera).
3. Nella periferia sud è la zona di via Artom, con quella di corso Tazzoli, a manifestare maggiori problemi.
4. Nella semiperiferia, sono presenti minori criticità, concentrate su via San Donato, borgo San Paolo, ancor meno in Barriera di Nizza. Nessun problema risulta emergere invece da San Salvario.
5. È ormai ridotto il numero di sezioni che non contempli la presenza di cittadini stranieri. Circa la metà degli stranieri vive in sezioni prive di fattori problematici.
I primi cinque anni del 2000 hanno evidenziato un ritorno a valori positivi nel bilancio della popolazione torinese (+14.343), dopo tre decenni di saldi negativi. Ogni anno circa 50mila persone cambiano casa, con una punta nel 2005 (79mila traslochi). L’insieme di questi flussi ci dice che nel nuovo secolo a Torino 533.816 persone hanno cambiato la loro condizione abitativa, più della metà dei torinesi.
Per effetto dell’interscambio residenziale interno alle città, cinque delle dieci circoscrizioni hanno un saldo positivo, cinque negativo. Il 50 percento degli spostamenti avviene all’interno della stessa circoscrizione. Positivo soprattutto il bilancio della circoscrizione 6, poi la 5, la 3, la 2 e la 10. Saldo negativo per le circoscrizioni 7, 8, 9 e 4, ma soprattutto per la 1. Un paradosso: le circoscrizioni dove sono presenti meno criticità sono quelle che perdono popolazione, a vantaggio delle periferie (soprattutto nord e ovest). Inoltre, le aree centrali e semicentrali raccolgono la nuova immigrazione, mentre le migrazioni interne si dirigono dal centro verso la periferia.
I movimenti migratori verso l’esterno evidenziano nel Comune di Torino un saldo positivo soltanto con gli interscambi con l’estero, in minima parte con il sud e le isole.
(mm)
Torino, 13 Dicembre 2006