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50 schermi in più negli ultimi due anni, che hanno portato sulla soglia dei novanta quelli presenti a Torino. A fronte di questo, un calo nettissimo degli spettatori, scesi del 17% nel periodo gennaio-maggio di quest’anno (con punte fino al 30 e persino al 45% in alcune sale del centro cittadino).
Anche l’arrivo di alcune grandi produzioni d’oltreoceano non ha invertito la tendenza. La pellicola Stars War III, l’ultima creatura di George Lucas, è uscita in contemporanea a Parigi e Torino. Risultato dopo una settimana di programmazione, una media di 12mila spettatori per schermo nella capitale francese e di circa milleseicento sotto la Mole.
Troppi gli schermi a disposizione per un pubblico in netta diminuzione, mentre ci sono sale che staccano seicento biglietti in un’intera settimana di programmazione. E le sale cinematografiche non godono degli stessi contributi che vengono destinati alle attività teatrali. Alcuni cinema hanno chiuso i battenti, altri sono prossimi a farlo.
Questo l’ennesimo grido di allarme lanciato dai rappresentanti dell’ANEC (Associazione esercenti cinema), nel corso di un incontro con le Commissioni Cultura e Urbanistica, presenti gli assessori Alfieri e Viano.
Il Consiglio comunale ha recentemente approvato la variante urbanistica che consente di affiancare alle sale cinematografiche tradizionali, attività come caffetterie, ristoranti o altri servizi, vincolando però gli immobili alla destinazione ad attività di spettacolo. Questo secondo aspetto del provvedimento ha destato qualche perplessità da parte dei gestori. Alcuni di essi, pur apprezzando la misura (intesa, come è stato ribadito nel corso dell’incontro, a promuovere la concorrenzialità delle sale tradizionali rispetto ai Multiplex periferici), ritengono eccessivamente rigido il vincolo che impedisce ai proprietari - in diversi casi i gestori stessi – di decidere la cessazione dell’attività e la vendita o la riconversione dell’immobile.
“La norma generale – ha spiegato l’assessore Mario Viano – fatalmente finisce per penalizzare alcune singole situazioni. Con il provvedimento del Consiglio comunale abbiamo cercato di salvaguardare almeno la situazione attuale, evitando altre chiusure di sale cinematografiche. Si tratta ora di lavorare sulle singole situazioni, nell’ambito di una norma generale. Analizzeremo tutti i casi – ha concluso l’assessore - valutandoli e orientandoci, ad esempio, a limitare le prescrizioni per la destinazione d’uso a situazioni di rilevante interesse pubblico”.
Durante la riunione è stata più volte sottolineata la necessità di una stretta collaborazione tra Comune e ANEC, nel rispetto dei reciproci ruoli, per fare fronte alla situazione e individuare le misure più adeguate.
Nel dibattito sono intervenuti, oltre alla presidente della Commissione cultura Paola Monaci, i consiglieri Nigro, Tealdi, Giorgis, Levi-Montalcini, Cuntrò, Steffenino e Montagnana.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale
Torino, 27 Giugno 2005