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Domani l’assessore Paolo Peveraro porterà alle 10, in via Varano all’assemblea dei soci del TRM, formata dal Comune di Torino, la Seta S.p.a (Settimo) e CCS (Chieri) il nuovo statuto della Società Trattamento Rifiuti Metropolitani S.p.a. (TRM S.p.a.) approvato stasera dal Consiglio Comunale.
Il sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani è articolato su due livelli di competenze: i consorzi di bacino a cui spettano le funzioni di governo e coordinamento per i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti e le associazioni di ambito territoriale ottimale ATO (che coincidono con il territorio di ogni provincia), a cui tocca governare e coordinare gli impianti di smaltimento dei rifiuti.
L’ATO deve individuare il soggetto a cui affidare la realizzazione e la gestione degli impianti di recupero e smaltimento rifiuti, che può essere fatta “in house” cioè di società il cui capitale è interamente pubblico e sul quale l’ente titolare del capitale sociale deve esercitare un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi.
Visto che si prospetta l’affidamento diretto della realizzazione e della gestione del termovalorizzatore alla società TRM S.p.a., è necessario modificare alcune clausole dello statuto sociale, affinchè la stessa oltre a gestire l’impianto gestisca anche il servizio.
Le più importanti modifiche riguarderanno l’art. 5, l’art. 8 e l’art. 12. Nell’art. 5 si ribadisce che “la società deve realizzare la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano” e questo viene richiesto come parte integrante dell’oggetto sociale. Tale requisito è giustificato dal fatto che, il servizio pubblico viene ad essere affidato in gestione “direttamente”, cioè senza il previo espletamento di una gara pubblica.
L’art. 8 afferma che “possono essere soci della società esclusivamente enti pubblici”. Infine l’art. 12 che propone le clausole attinenti le scelte gestionali “l’Assemblea Ordinaria autorizza alcuni atti degli Amministratori quali i budget di esercizio e i piani degli investimenti, il compimento di atti negoziali di valore unitario superiore ad euro 200 mila”.
Il documento è stato votato con 31 voti favorevoli, un astenuto, mentre l’opposizione (Fi, An) non ha partecipato alla votazione considerando la prevaricazione della Città di Torino sui piccoli comuni e la mancata individuazione dell’ATO.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri: Passoni, Castronovo, Orlandi, Crosetto, Nigro, Ghiglia, Chiavarino, Borgogno
(a.br.) Ufficio Stampa del Consiglio Comunale
Torino, 9 Maggio 2005