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L’articolo 18 del Testo Unico del 1998 prevede il permesso di soggiorno per “protezione sociale”.
Questo articolo offre un maggiore sostegno nei confronti delle persone socialmente disagiate, quali le donne vittime di tratta, perché la concessione dello “speciale permesso di soggiorno” è subordinata all’accettazione di un programma di assistenza e di integrazione sociale.
La novità è rappresentata dal duplice percorso previsto per l’ottenimento del permesso di soggiorno, uno “giudiziario” e uno “sociale”. E le donne vittime di tratta (a Torino i casi sono 150, attualmente seguiti dai servizi sociali), concludono il loro percorso di protezione sociale positivamente. Dapprima in una comunità protetta, poi inserendosi nel mondo del lavoro. Ma i problemi nascono nel momento in cui cercano una casa in locazione. Poiché nella quasi totalità dei casi possiedono solo un domicilio presso le strutture d’accoglienza e non la residenza.
I consiglieri Ferragatta, Orlandi, Tumolo, Cerutti, Centillo, Buronzo, Nigro, Gallo Domenico, Steffenino, Fucini e Altamura, oggi durante la seduta congiunta delle Commissioni Pari Opportunità (presidente Monica Cerutti), II (presidente Domenico Mangone) e IV (presidente Domenico Gallo), hanno chiesto con una mozione, che il Sindaco e la Giunta concedano alle persone che sono in carico ad enti accreditati dal Comune, la residenza.
Questo permetterebbe di poter accedere ai contributi di “Locare”, per affittare un appartamento, anche con il solo domicilio, previa segnalazione dell’ente che sostiene la vittima di tratta.
(a.br.) Ufficio Stampa del Consiglio Comunale
Torino, 15 Marzo 2005