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L’A.T.C. (Azienda Territoriale per la Casa) è da sempre impegnata nel fornire la casa alle fasce deboli della popolazione. Ma come è possibile migliorare e potenziare questo servizio? Creando una rete di interventi, attraverso un sistema integrato con i Settori Sanità e Assistenza del Comune.
Se ne è parlato oggi pomeriggio, in Sala Carpanini, durante i lavori della IV Commissione consiliare presieduta da Domenico Gallo e alla presenza di Giorgio Ardito presidente ATC e degli assessori Marco Borgione e Roberto Tricarico.
La fotografia della situazione è stata presentata da Ardito, che ha spiegato in che modo l’ATC sta affrontando le assegnazioni dei casi sociali.
Secondo i dati forniti dalla Commissione Edilizia Abitativa, nel 2004, su 325 assegnazioni 162 sono riferite a casi sociali. In dettaglio: 25 di casi seguiti dai Centri di Salute Mentale, 22 seguiti dai Sert, 29 su progetto del servizio adulti in difficoltà, 7 per persone fuoriuscite dal carcere, 7 persone affette da problematiche di alcolismo, 12 legati a problematiche con minori e il rimanente 60 a varie situazioni. La maggior parte dei casi segnalati ha un riconoscimento dell’invalidità fra il 75% e il 100% e sono persone sole. In questa fetta di disagio sta emergendo anche il caso delle persone anziane sole.
Da due anni l’ATC sta effettuando un censimento dei dati sociali dei propri assegnatari. Nella città di Torino sono stati stipulati 17.383 contratti che corrispondono a 38.364 persone. La fascia di età maggiormente presente è tra i 36 – 65 anni con 15.150 unità e gli ultra ottantenni sono 2.395. I dati riferiti alle persone sole indicano 6.239 single, tra cui 3.630 ultrasessantacinquenni, 1.488 tra 80 e 90 anni e 202 ultranovantenni.
Per quanto riguarda il reddito, sono 712 le famiglie mononucleari a reddito zero e 1.761 i nuclei familiari, in particolare 88 nuclei con un componente in carcere. Oltre il 40% dei nuclei vive con meno di mille euro al mese.
Ardito, ha poi spiegato, che per migliorare il servizio agli utenti è stato introdotto l’amministratore di area. In pratica ogni 1500/2000 alloggi, suddivisi in 30 aree, sono stati individuati tramite un concorso, delle figure che hanno potere legale e decentrato per risolvere tutte le criticità territoriali.
L’assessore Borgione ha riepilogato l’attività svolta dai Servizi sociali cittadini e sottolineato come Torino sia una tra le dieci città italiane con la più elevata qualità. La costruzione di una rete di assistenza e il potenziamento della collaborazione tra i vari settori comunali, migliorerà lo standard. .
L’assessore Tricarico ha invece posto l’accento sul fatto che, occorra alleggerire il peso dei casi sociali nelle case popolari. “Per fare questo, non si deve concentrare il disagio solo su alcune abitazioni – ha sostenuto l’assessore – ma si deve creare un mix sociale, anche se questo si scontra con una normativa rigida”.
A conclusione dell’incontro, il presidente Gallo ha sottolineato che è necessario potenziare l’intervento dei servizi sociali, per dare supporti più efficaci alle persone. Per fare questo occorre avviare un processo di integrazione delle politiche sanitarie – assistenziali e abitative, volte a realizzare il mix sociale di queste realtà.
Sono intervenuti al dibattito: Nigro, Orlandi, Cerutti.
(a.br.) Ufficio Stampa del Consiglio Comunale
Torino, 30 Novembre 2005