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Si è svolta questa mattina, 26 novembre 2005, alle ore 11.00, presso la succursale dell’Istituto Comprensivo “G. Cena”, sita in via Anglesio 17, la cerimonia di intitolazione del tratto di strada della Magra, dal civico 76 al civico 116 (zona Barca – Bertolla), a Giovanni Martina, fondatore delle Officine Meccaniche di via Buniva 23.
Il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Altamura, e la presidente della 6 Circoscrizione, Eleonora Artesio, hanno ricordato la figura di Giovanni Martina come il precursore della cultura industriale torinese, colui che ha saputo coniugare, il saper fare con il pensare, la ricerca con la capacità manuale e produttiva trasformando il tutto in sviluppo industriale.
E’ poi intervenuto Pietro Ferrari, scrittore e pronipote di Giovanni Martina, che ha raccontato la storia di questa figura storica dell’attività produttiva torinese e italiana.
Nato a Torino il 9 maggio del 1856 fondò le Officine Meccaniche di via Buniva 23, diventando, grazie alla sua passione per i motori, Cavaliere Emerito del Lavoro nel 1914.
Tra le realizzazione presso l’Officina di Borgo Vanchiglia si ricordano i primi forni elettrici ad arco, che divennero allora un primato assoluto dell’industria italiana. Ancora studiò e realizzò, per costruire argini contro le inondazioni, macchinari in acciaio, atti a perforare il terreno e infiggere palancole di cemento armato a combaciamento ermetico (le prime applicazioni furono utilizzate per erigere sbarramenti lungo l’Adige).
Per gli spolettifici dell’Esercito, su ideazione propria, costruì impianti per pressare le micce delle spolette e propose altre soluzioni tecniche in vari campi in vista della guerra mondiale (1915/18).
Autodidatta ingegnoso, volse la sua creatività alle nascenti tecnologiche. Oggi è ricordato come il vero pioniere dell’automobile italiana. Realizzò il primissimo prototipo di automobile a quattro ruote (1895), con motore a scoppio, fabbricata a Torino, denominata “Wagonette”. Tra le carattreristiche tecniche ricordiamo il telaio della Wagonette che era di acciaio, il motore posteriore a propulsione a 2 cilindri orizzontali e paralleli, il cambio a tre velocità senza retromarcia, 2 posti a sedere anteriori e 4 posteriori, le ruote dei cerchioni erano in ferro e la velocità era di 25 km all’ora.
L’imprenditore morì a Torino il 26 luglio 1936.
(G.S.) - Ufficio Stampa del Consiglio comunale
Torino, 26 Novembre 2005