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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA


IN RICORDO DELL’ESODO DEGLI ISTRIANI, DALMATI E FIUMANI

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Gli esuli di lingua e cultura italiana, provenienti dal 1947 in poi dalla Dalmazia, dall’Istria e da Fiume, sono stati ricordati oggi con lo scoprimento di una targa che si trova in corso Cincinnato angolo via Pirano. Il quartiere nel quale si trova questo ricordo è densamente popolato dai profughi istriani e dai loro figli e nipoti.
La targa recita così: “Ignari del proprio destino, 350mila istriani, fiumani e dalmati abbandonarono la propria terra, la casa e i propri morti pur di non perdere la propria cultura e la lingua italiana. Una parte di esuli si stabilì in questo territorio contribuendo efficacemente allo sviluppo ed alla costruzione della comunità di Lucento-Vallette, nella Circoscrizione 5. Nella ricorrenza del 1° giorno del ricordo, 10 febbraio 2005 il Comune di Torino pose”.
La popolazione italiana che viveva in territori diventati parte integrante dello stato jugoslavo, abitava in particolar modo le città (Fiume, Zara, Spalato e Pola) e svolgevano attività commerciali e artigianali. Furono più di 300mila le persone che spopolarono i centri urbani della costa orientale adriatica e si diressero verso le città italiane: Torino, Roma, i centri delle Marche e molti decisero di fermarsi a Trieste. Questo creò un dissesto dal punto di vista economico perché abbandonarono quelle terre anche i contadini e i pescatori.
I profughi giunti a Torino furono 15-20mila e formavano un po’ tutti i mestieri e le classi sociali. Arrivarano da Pola e da Fiume città molto industrializzate. Furono alloggiati subito nelle Casermette di Borgo San Paolo dove restarono fino agli anni ’50. Poi ci furono le “case Fiat” a Lingotto per gli operai e siccome a Torino c’era molto lavoro arrivarano persone dai campi profughi italiani, da Mantova, da Carrara, da Udine. Poi furono costruite le abitazioni alla Falchera vecchia e a Lucento. Nella nostra città i profughi non ebbero grandi problemi di inserimento, era gente abituata al lavoro e ad una visione della vita costruttuiva.
Il presidente del Consiglio comunale Mauro Marino ricordando la tragedia che hanno subito queste popolazioni ha proposto un gemellaggio tra un luogo originario scelto dai profughi e Torino per riaffermare un vincolo ed un rapporto duraturo con quei luoghi e che non tutto si esaurisca così con la celebrazione di oggi.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente del Consiglio comunale Mauro Marino, il presidente della Circoscrizione 5 Pierpaolo Maza, il presidente della Consulta regionale dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia Antonio Vatta e il presidente del Comitato Torino dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia.

t.dn. (ufficio stampa del Consiglio comunale)

Torino, 19 Febbraio 2005


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