E’ stata inaugurata questa mattina, in zona Barca, la nuova via intitolata a Fernando De Rosa, esule antifascista, caduto nel 1936 difendendo la Repubblica spagnola contro le armate franchiste.
Nel corso della cerimonia, sono intervenuti Mauro Marino, presidente del Consiglio comunale, e la presidente della Circoscrizione 6 Eleonora Artesio. Hanno inoltre preso la parola Claudio Gorlier, professore emerito di anglistica presso l’ateneo torinese, e Aldo Agosti, docente di storia contemporanea all’Università di Torino.
Introducendo la cerimonia, Marino ha ricordato in De Rosa uno dei precursori della Resistenza, sottolineando come “proprio la Resistenza sia fonte di legittimazione della nostra Repubblica e dello Stato democratico. Una Costituzione non concessa – ha aggiunto il presidente – bensì conquistata sul campo”. L’intitolazione di una via a Fernando De Rosa, ha evidenziato Marino, venne deliberata unanimemente dalla Commissione toponomastica: “Tenendo vivo il suo ricordo – ha concluso – onoriamo anche la memoria di persone come Carlo Rosselli e tanti altri che hanno contribuito alla lotta per la libertà dei popoli, ma anche alla costruzione di un’idea dell’Europa come patria comune, in un’epoca di nazionalismi esasperati”.
Intervenendo a sua volta, Eleonora Artesio, sostenendo che “imparare la storia significa essere cittadini migliori”, ha rievocato il percorso formativo di De Rosa e sottolineato come la conoscenza della storia si abbia anche attraverso la fisicità dei luoghi da essa attraversati, ricordando l’attività svolta in questo senso dalla Circoscrizione.
Claudio Gorlier, che già nel 1995 lanciò la proposta di ricordare l’antifascista caduto in Spagna nella toponomastica cittadina, lo ha voluto ricordare come “un ultimo anello di una tradizione risorgimentale”, coerente con l’insegnamento di Piero Gobetti secondo il quale è necessaria “l’identificazione tra politica e morale”.
Infine, lo storico Aldo Agosti ha ripercorso le tappe fondamentali della vita breve e intensa di Fernando De Rosa, e soffermandosi sia sui suoi anni all’Università di Torino, fino all’esilio, sia sul controverso episodio dell’attentato in Belgio contro Umberto di Savoia (“che all’epoca ostentava simpatia per il fascismo”, ha ricordato Agosti). ”Un gesto estremo – ha sottolineato il relatore - e non conforme al movimento antifascista, che ripudiava il terrorismo, ma in ogni caso un atto dimostrativo: secondo l’avvocato di De Rosa al processo di Bruxelles, egli avrebbe sparato in aria, senza però volerlo ammettere nell’aula del tribunale, di fronte al quale invece rivendicò il suo gesto”. Infine, il De Rosa militante del Partito socialista spagnolo e volontario per la difesa della Repubblica Spagnola contro la sedizione franchista. “Oggi forse pochi lo ricordano – ha detto Agosti – ma ai suoi funerali a Madrid, nel settembre del 1936, parteciparono centinaia di migliaia di persone.”
Lo scoprimento della targa viaria ha poi concluso la cerimonia. Tra il pubblico, gli ultimi discendenti torinesi di Fernando De Rosa, i signori Rosanna, Lucia, Lidia e Sergio Scarabello.
(nella foto: la targa viaria appena inaugurata: da sinistra, Eleonora Artesio, Claudio Gorlier, Mauro Marino e i discendenti torinesi di Fernando De Rosa)
(c.r. - Ufficio stampa del Consiglio comunale)
|
|