La IV Commissione consiliare ha incontrato oggi i responsabili degli istituti di pena torinesi per un confronto sull’ipotesi di istituire, da parte del Comune, il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, una sorta di difensore civico per i detenuti.
Il direttore del carcere delle Vallette, Pietro Buffa e la direttrice del Ferrante Aporti Elena Lombardi Vallauri hanno espresso un giudizio positivo sulla bozza di deliberazione (sottoscritta da Bruno Ferragatta ed altri 17 consiglieri comunali) per questa nuova figura. “Il Garante potrebbe svolgere un ruolo importante per rendere più efficaci i rapporti tra le istituzioni carcerarie e la Città – ha sottolineato Buffa - anche frequentando i luoghi di detenzione e verificando di persona problemi e possibilità di dialogo e interazione tra i diversi enti.”
Il direttore del carcere delle Vallette ha poi suggerito una migliore definizione dei rapporti tra Garante e Magistrato di sorveglianza. Da parte di Lombardi Vallauri sono stati sottolineati i particolari problemi dei detenuti minorenni, mentre Anna Greco, responsabile dell’Area Trattamento nel penitenziario delle Vallette ha espresso “entusiamo” per l’ipotesi del Garante ed ha insistito sulla necessità di rispettare i diritti delle persone in carcere, “dove la privazione della libertà non deve portare alla perdita di altri diritti. I detenuti – ha detto Greco – sono una fascia sociale debole, anche al momento del loro reinserimento”.
Il presidente della IV Commissione Domenico Gallo ha espresso soddisfazione per l’esito positivo dell’incontro (nel corso del quale sono intervenuti i consiglieri Ferragatta, Rossomando e Provera), annunciando che, “mentre la Commissione si appresta ad ascoltare altri soggetti interessati, a partire dai rappresentanti degli Agenti di custodia, è stata avviata una fase di studio per individuare una rosa di nominativi tra i quali individuare il nuovo Garante”.
Il quale, come spiega la bozza di deliberazione in esame, dovrà essere una persona “d’indiscusso prestigio e di notoria fama nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani ovvero delle attività sociali negli istituti di pena”. Per cinque anni, il Garante dovrebbe “promuovere l’esercizio dei diritti di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali” da parte dei detenuti. Il tutto, naturalmente, in accordo e collaborazione con gli organi preposti alla vigilanza penitenziaria.
(c.r.) - Ufficio stampa del Consiglio comunale
NELLA FOTO: da sinistra, E.Lombardi Vallauri, P. Buffa, A, Greco
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