Questa mattina a Palazzo Civico l’associazione "Nessuno Tocchi Caino" ha presentato il Rapporto 2004 “La pena di morte nel mondo”, alla presenza di Roberto Tricarico Assessore alle Politiche per la casa e Sviluppo periferie e di Kolombo Mwansa, Ministro degli esteri dello Zambia.
Sono inoltre intervenuti Kok Ksor Presidente della Montagnard Foundation, gli On.li Gianni Vernetti e Alberto Nigra, Giampiero Leo Assessore regionale alla cultura, Bruno Mellano Consigliere regionale radicale e membro dell’associazione "Nessuno Tocchi Caino", Ennio Galasso Consigliere Regionale, Giovanni Nigro Consigliere comunale.
“Torino ha sempre combattuto la pena di morte”, ha affermato Tricarico “ e a sottolineare l’impegno costante della Città, il Consiglio Comunale nel marzo scorso ha approvato, all’unanimità, un ordine del giorno di adesione alla campagna promossa dall’associazione "Nessuno Tocchi Caino" per fermare la pena di morte. Posso assicurare che la Città, così come la Regione Piemonte, accoglierà ogni proposta di supporto o di collaborazione che le associazioni o le forze politiche ci proporranno”.
“Nei prossimi mesi”, ha aggiunto Nigro, “il Consiglio Comunale presenterà una proposta che darà, in modo concreto, il giusto riconoscimento all’attività di quelle persone e associazioni che operano per la promozione dei diritti umani”.
Il Rapporto, curato da Elisabetta Zamparutti, è dedicato al Presidente della Repubblica dello Zambia Levy P. Mwanawasa, che dal 2001, anno della sua elezione, “ha rifiutato di firmare i decreti di esecuzione delle condanne a morte e sta avviando una revisione della Costituzione per arrivare all’abolizione della pena di morte” ha detto il Ministro Kolombo Mwansa.
Kok Ksor ha raccontato le vicende tragiche di persecuzione della minoranza cristiana dei Montagnard del Vietnam e si è appellato al Papa, affinchè intervenga, presso il governo vietnamita, per il rispetto della libertà religiosa.
I Paesi che hanno deciso di rinunciare alla pena di morte sono 133, mentre i Paesi che la attuano sono 63. Nello scorso anno il numero delle esecuzioni nel mondo è diminuito rispetto al 2002.
“Ripartiamo dall’Africa”, sottolinea Mellano, “come ruolo simbolico e decisivo, 18 Paesi non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni su 32 stati membri dell’ONU, per rilanciare la campagna internazionale volta ad ottenere un pronunciamento dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per una moratoria universale delle esecuzioni capitali. Partiamo dal continente africano per ottenere una risposta che l’Europa non ha saputo dare”. (ma.co.)
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