CITTA' DI TORINO - COMUNICATO STAMPA
ZANZARE, BILANCIO POSITIVO: MENO INSETTI IN CITTÀ, MA È IN CRESCITA UNA SPECIE PIÙ AGGUERRITA
Risultati positivi per la lotta alle zanzare a Torino. Dal 2000, quando si è avviato il programma “Che fare contro le zanzare”, finanziato dalla legge regionale 75/95, il numero delle catture con le ormai tradizionali trappole ad anidride carbonica è sensibilmente diminuito: -76,9 percento in tre anni, segno evidente della sostanziale riduzione della presenza del fastidioso insetto nelle serate estive torinesi. Merito dei trattamenti biologici nelle pozzanghere e negli specchi d’acqua a base di Bacillus thuringensis israelensis, un microrganismo letale per le larve, e dei trattamenti chimici dei tombini. Un’azione preventiva di grande efficacia, condotta dall’equipe di tecnici guidata dal biologo e ricercatore Fabrizio Pensati.

La Culex pipiens, in via di estinzione


Dalla pipiens alla caspius
Il calo numerico delle zanzare in città è dovuto alla quasi totale scomparsa della torinesissima Culex pipiens, regina delle notti in riva al Po. Identificati i focolai principali, i disinfestatori hanno potuto ridurre drasticamente la sua presenza grazie anche al fatto che i focolai sono di solito localizzati e necessitano la presenza costante di acqua.
Ma se le percentuali di Culex pipiens sono crollate in tre anni dell’81,5 percento, quelle di un’altra temibile mangiatrice di sangue sono balzate in avanti del 95,1 percento: si tratta dell’Ochlerotatus caspius. La sua proliferazione in Piemonte ha il suo centro d’origine nelle risaie del vercellese, ma essa si è rapidamente estesa verso le altre provincie piemontesi grazie alla capacità di spostarsi facilmente per decine di chilometri e di posare le uova all’asciutto. Basta una pioggia decisa e la formazione di pozzanghere o ristagni d’acqua per scatenare il processo di sviluppo larvale: entro una settimana avremo una temibile nuvola di insetti molto più fastidiosi della pur molesta pipiens. Inoltre, mentre la “torinese” pipiens molestava soltanto la notte, la caspius è attiva di giorno e può vivere per tutto l’arco della stagione estiva. Non esiste quindi un ricambio generazionale, ma ad ogni pioggia si sviluppano nuove larve e cresce il numero di zanzare presenti in città. Le uova possono resistere anni prima di schiudersi e, proprio per la loro diffusione anche in ambienti non umidi, è difficile identificare tutti i possibili focolai. Nella composizione percentuale delle specie in città, la caspius è passata dal 2,5 percento del 2000 al 23,4 percento del 2003.

Ochlerotatus caspius, la nuova agguerrita zanzara


I trattamenti larvicidi e adulticidi
Si può sperare in un’estate poco piovosa, ma se così non fosse? Intanto, dalla fine di aprile sono iniziati i consueti trattamenti larvicidi preventivi. Una nuova norma regionale ha permesso di reintrodurre i trattamenti adulticidi: in presenza di forti concentrazioni di zanzare (si pensi ai parchi dove si tengono le manifestazioni estive) si può, in aree molto limitate e previo avviso della popolazione, intervenire con disinfestazioni chimiche. Un evento che, da quest’estate, si potrà verificare. La caspius è un efficace vettore di filaria, un verme parassita assai pericoloso per gli animali domestici: anche per questo, oggi questa specie è molto più fastidiosa della zanzara tigre.

Aedes albopictus: la zanzara tigre


La zanzara tigre
La lotta all’Aedes albopictus, la famigerata zanzara tigre, è relativamente più semplice. Isolati i due principali focolai, nei quartieri Falchera e Borgata Rosa, ogni anno si interviene con le consuete azioni di contenimento a base di Bacillus thuringiensis israelensis e di larvicidi chimici nelle tombinature, già dalla primavera. Non avendo le capacità di allontanarsi possedute dalla caspius, l’albopictus è più facilmente controllabile. Nonostante ciò, quest’anno è stata realizzata una rete di controllo composta da 150 ovitrappole sparse su tutto il territorio cittadino, a supporto di quella finora gestita dall’Asl1 nell’area nord della città. Le ovitrappole sono simulatori delle condizioni migliori per la riproduzione, che inducono le femmine dell’insetto a deporre le uova. Ciò consentirà di controllare meglio l’eventuale diffusione di questo insetto e rendere meno fastidiosa le nostre estati future.

larve e pupe di zanzara tigre


Il decalogo delle “buone azioni”
Molto dipende dai nostri comportamenti quotidiani: evitare il ristagno d’acqua nei vasi ad esempio, oppure segnalare eventuali possibili focolai quando questi si formano: ristagni d’acqua su terreno fangoso o erboso, soprattutto se in aree chiuse o private (al n° verde 800018235 o all’e-mail informa.ambiente@comune.torino.it). Il decalogo delle “buone azioni” che possono ridurre il rischio di proliferazione delle zanzare, già pubblicato dall’assessorato all’Ambiente negli anni scorsi si trova all’indirizzo www.comune.torino.it/ambiente/zanzare e sarà oggetto della consueta campagna di comunicazione in partenza nei prossimi giorni.

La lotta comincia nelle risaie
In alcuni laghetti erano state inserite, negli scorsi anni, alcune specie di pesci voraci di larve come la Gambusia hoolbroki. Ma una decisione del ministero per l’Ambiente ha sospeso il giudizio sulla possibilità che anch’essa diventi una specie infestante, priva di predatori, in quanto ne è stato vietato l’inserimento nelle risaie. Sarà proprio da qui, dal vercellese, che dovrà presto partire una riflessione su come contrastare lo sviluppo della caspius prima che la sua presenza si diffonda in modo irreversibile su tutto il territorio regionale. Se, infatti, non viene affrontato radicalmente il problema dei principali siti di sviluppo di questo insetto, le risaie, le strategie di lotta realizzate a livello locale in molti altri territorio avranno sempre meno efficacia.

Il costo degli interventi di disinfestazione è di circa 160mila euro, coperto al 50 per cento dal contributo regionale.

(mm)

Torino, 7 Giugno 2004
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