Oggi alla Fiera del Libro, nello stand della Città di Torino (Padiglione 3 del Centro Fiere Lingotto) alle ore 15, è stato presentato al pubblico il volume "Storia della Barriera di Milano 1852-1945", di Angelo Castrovilli e Carmelo Seminara. La pubblicazione è curata dall’Associazione Officina della Memoria, promossa dalla Città di Torino – Settore Periferie e dalla VI Circoscrizione.
Le barriere, ovvero le porte della città. Erano aperture lungo il muro che circondava Torino a partire dal 1853, la cosiddetta cinta daziaria che serviva al controllo delle merci in entrata. La tassa sulle merci così applicata, il dazio, sarà per molti anni il primo capitolo d’entrata del bilancio comunale. Caduto il muro, il termine barriera è poi rimasto nella toponomastica a indicare interi quartieri periferici, sorti in principio in prossimità dei varchi dove fervevano le attività commerciali e attorno ai quali sorgevano le prime, grandi industrie. Nomi come Nebiolo, Gilardini, Lanificio Piacenza, Tedeschi, Ceat, Incet, Ansaldi, Michelin e naturalmente Fiat, con gli stabilimenti Grandi Motori e Ferriere, hanno accompagnato la storia dell’area a nord della città, contribuendo al suo vertiginoso sviluppo e trasformando l’ex capitale del regno in un vertice del triangolo industriale, grande motore dello sviluppo produttivo del paese
Una doppia trasformazione
L’area a nord della città era ed è ancora la Barriera di Milano. Il quartiere simbolo dello sviluppo industriale a cavallo tra XIX e XX secolo e dei rapporti sociali da esso generato, roccaforte di una classe operaia con propri modelli sociali e culturali di riferimento, rifugio della massiccia immigrazione sull’onda del rapido sviluppo economico, quasi grande fabbrica esso stesso, è investito da ampie modificazioni. Quelle che furono le grandi fabbriche ove lavoravano centinaia di operai, dopo lungo abbandono, cedono il passo oggi a condomini e supermercati, si modifica il mondo della produzione e con essa la composizione sociale degli abitanti. Una doppia trasformazione durata poco più di cent’anni, dalla campagna alle fabbriche alla moderna città del commercio e dei servizi. Due mondi che non esistono più, trasformati dalle leggi dell’economia e dei mercati.
Mondi che Angelo Castrovilli e Carmelo Seminara, nel volume oggi presentato ai visitatori della Fiera del Libro, hanno provato a ricostruire in un affresco storico e sociale ricco e documentato. Gli autori descrivono la Barriera di Milano come una città a sé, con un carattere diverso da quello degli altri borghi torinesi: "La volontà di ripercorrere la storia del quartiere – scrivono gli autori nella presentazione – scaturisce dall’esigenza di capire e interpretare un fenomeno sociale, urbanistico e industriale che ha portato alla nascita di un microcosmo particolare nel panorama torinese che, malgrado l’interesse storiografico per i fenomeni sociali e la storia locale, non è stato oggetto di studi approfonditi e particolareggiati".
Ricostruire un’identità
Non un’agiografia del passato, ma un percorso d’identità è quello indicato da Castrovilli e Seminara, oltre ad uno strumento efficace per capire il presente. "Gli autori non celebrano assolutamente il mito di ieri – affermano nella presentazione al volume Roberto Tricarico, assessore alle Periferie, ed Eleonora Artesio, presidente della VI Circoscrizione – che, forse, tanto felice non era, ma pongono alla nostra attenzione il problema e il metodo con il quale si può ricostruire la memoria e la conoscenza del nostro passato, affinché emergano i molteplici e diversi profili di torinesità e si realizzi una rinnovata identità fra piemontesi e immigrati, fra vecchi e nuovi cittadini".
Il volume non è in vendita nelle librerie ma sarà distribuito gratuitamente, fino ad esaurimento delle copie disponibili, nel corso della presentazione alla Fiera del Libro e in una successiva presentazione, in corso di definizione, in VI Circoscrizione. Per informazioni rivolgersi al Settore Periferie (tel. 011 443.2516 e-mail; periferie@comune.torino.it).
(mm)
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