“La delibera di proposta al Consiglio approvata dalla Giunta Regionale”, ha dichiarato oggi l’Assessore ai Servizi Sociali Stefano Lepri, “che riguarda i primi indirizzi di riordino della rete ospedaliera torinese nella prospettiva del Parco torinese della salute richiede alcune considerazioni di merito e di metodo”.
“Anzitutto”, ha proseguito Lepri, “occorre ricordare che il nuovo ospedale (cosiddetto “Molinette 2”) non potrà che essere una parte del Parco Torinese della Salute che, secondo l’accordo sottoscritto tra Regione e Città, dovrà anche contenere il campus universitario e significative attività di ricerca e sviluppo in campo sanitario.
E’ condivisibile (in questo senso la Città, entro l’Organismo di coordinamento cittadino per la sanità, si era già espressa chiaramente nei mesi scorsi) un ridisegno della rete ospedaliera che attribuisca al nuovo ospedale larga parte delle alte specialità. In questa prospettiva è ragionevole prefigurare un assetto che garantisca al nuovo ospedale tutte le specialità di base, nella misura necessaria a garantire, a complemento, il funzionamento delle prestazioni di alta complessità”.
“E’ quindi condivisibile prevedere” ha ancora precisato l’Assessore, “che parte delle specialità di base attualmente presenti al San Giovanni Battista (ma anche al Sant’Anna) possano essere trasferite per rafforzare gli ospedali di territorio delle ASL torinesi. ( E’ bene ad esempio che si prevedano finalmente ostetricia e ginecologia al San Giovanni Bosco). Gli ospedali di territorio potranno così configurarsi sempre più come ospedali completi, divenendo naturale e principale riferimento dei cittadini in quanto capaci di assicurare la gran parte delle prestazioni ospedaliere”.
“E’ tuttavia chiaro” ha concluso Lepri, “che siamo all’inizio e che occorre ancora approfondire molte questioni, e non è perciò condivisibile il metodo oggi praticato dalla Regione: per anni si è tardato a far programmazione e d’un tratto si accelera senza confronto. Occorre piuttosto un ampio coinvolgimento dei direttori delle Aziende, degli operatori sanitari, dei sindacati da cui trarre indicazioni e proposte che poi certamente la politica dovrà vagliare e portare a sintesi. Ribadiamo anche la necessità che l’Amministrazione Comunale sia coinvolta pienamente attraverso l’Organismo di coordinamento in questo importante ridisegno della sanità cittadina”. (e.v.)
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