CITTA' DI TORINO - COMUNICATO
STAMPA |
ORDINE MAURIZIANO, VOCI DI SCIOGLIMENTO: COMUNE E PROVINCIA SOLLECITANO UN INCONTRO CON IL MINISTRO DELL’INTERNO |
“Ci è giunta notizia che il ministro Pisanu avrebbe già firmato l’atto di scioglimento dell’Ordine Mauriziano; altre fonti dicono che l’atto sia stato predisposto ma non ancora firmato. Quale sia la verità, ci pare un segnale di estrema gravità, che non tiene conto del parere degli enti territoriali, anche in presenza dell’assordante silenzio della Regione Piemonte”. Così il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ha esordito alla conferenza stampa convocata nel pomeriggio di oggi per commentare la notizia dell’imminente firma del decreto di scioglimento dell’Ordine Mauriziano da parte del Governo. Erano presenti anche il vicesindaco Marco Calgaro e l’assessore all’assistenza Stefano Lepri per il Comune, la presidente della Provincia Mercedes Bresso e l’assessore provinciale Maria Pia Brunato.
Il sindaco ha chiesto al ministro di “non firmare il decreto prima di una convocazione di un tavolo degli enti locali che verifichi l’esatta situazione dei debiti e dei beni posseduti dall’Ordine. Vorremmo inoltre capire se la Regione continua a condividere con noi il percorso definito insieme o se ha cambiato opinione. E’ difficile procedere ‘per pezzi’: il rischio è che gli accordi si trasformino in ‘accordicchi’”.
La presidente Bresso ha espresso la necessità di una consultazione non soltanto con gli enti locali, ma anche nel Parlamento. “Vorremmo sapere – ha affermato la presidente – che fine faranno le diverse parti del patri-monio dell’Ordine: i beni culturali, le strutture sanitarie, i beni immobiliari”.
L’assessore Lepri chiede alla Giunta regionale una posizione chiara sul Mauriziano: “C’è un convitato la cui voce è importante che se ne sta in silenzio. Il silenzio su decisioni che vengono prese con altre modalità non è accettabile. Non può quindi proseguire una collaborazione istituzionale; se verrà meno, non sarà dipeso dalla nostra volontà”.
“Un iter anomalo”, è il commento del vicesindaco Calgaro: “Per mesi abbiamo offerto la piena collaborazione; abbiamo costruito un percorso condiviso che ha permesso di evitare inutili polemiche politiche, sollevate invece dal commissario straordinario. Ora questo silenzio del ministro e della Regione, unito alle notizie che giungono da Roma, mettono in dubbio gli impegni comuni e condivisi e la correttezza dei nostri rapporti”.
Cosa chiedono quindi Comune e Provincia al ministro? “Di sospendere il provvedimento e di convocare al più presto le istituzioni interessate per trovare una soluzione comune”. I posti di lavoro a rischio sono ben 2700.
(mm)
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